Cronaca

Le mani della camorra sui fondi Covid: è allarme per i soldi del Recovery Fund | Il report della Dia

Le mani della camorra sui fondi Covid. Ora scatta l'allarme per i soldi del Recovery Fund. Ecco il report della Dia

Le mani della camorra sui fondi Covid. Ora scatta l’allarme per i soldi del Recovery Fund. Lo sostiene la Direzione investigativa antimafia nell’ultima relazione semestrale presentata in Parlamento dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

La camorra sui fondi Covid, il report della Dia

La Covid Economy ha dato slancio capacità imprenditoriale delle mafie. Che ora “potrebbero rivolgere le proprie attenzioni operative verso i fondi comunitari che giungeranno a breve grazie alle iniziative del governo per assicurare un tempestivo sostegno economico in favore delle categorie più colpite dalle restrizioni rese necessarie dalla emergenza sanitaria”. Nella relazione viene evidenziata la tendenza delle organizzazioni criminali “ad infiltrare in modo capillare il tessuto economico e sociale ‘sano”.

I prossimi obiettivi

Ora “i sodalizi mafiosi potrebbero utilizzare le ingenti risorse liquide illecitamente acquisite per ‘aiutare’ privati e aziende in difficoltà  al fine di rilevare o asservire le imprese in crisi”. Una strategia mafiosa che “si rivelerebbe utile anche per il riciclaggio e per l’infiltrazione nei pubblici appalti”. “Le difficoltà incontrate per arginare il diffondersi della pandemia – ricordano gli analisti della Dia – hanno continuato ad imporre limitazioni alla mobilità dei cittadini e allo svolgimento delle attività  di importanti comparti produttivi quali quello commerciale, turistico-ricreativo e della ristorazione.

Delle difficoltà finanziarie delle imprese potrebbero approfittare le organizzazioni malavitose, per altro sempre più orientate verso una sorta di metamorfosi evolutiva volta a ridurre le strategie cruente per concentrarsi progressivamente sulla silente infiltrazione del sistema imprenditoriale”

Il Nord Italia a rischio come il Sud

Per la Dia, “se al nord, mediante il riciclaggio, risulterebbe intaccata l’imprenditoria privata con consistenti investimenti di capitali illeciti” al sud l’attenzione delle mafie si sarebbe rivolta “verso tutti i vantaggi offerti dai finanziamenti pubblici stanziati per offrire impulso alla crescita”. Non solo. Grazie alla loro capacità imprenditoriale, dovuta agli enormi capitali illeciti accumulati e alla collaborazione di imprenditori e colletti bianchi collusi, sottolinea la Relazione le organizzazioni “potrebbero rivolgere le proprie attenzioni operative verso i fondi” stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza “che giungeranno a breve grazie alle iniziative del Governo per assicurare un tempestivo sostegno economico in favore delle categorie più colpite dalle restrizioni rese necessarie dall’emergenza sanitaria”.

Contromosse

Proprio per evitare che le mafie mettano le mani su quei fondi, l’auspicio della Dia è che i governi dei singoli paesi e le istituzioni europee, mettano lo stesso impegno profuso per fronteggiare la pandemia e diano le stesse risposte corali. “È auspicabile – si legge nella Relazione – che l’azione condivisa dei Paesi per il superamento dell’emergenza sanitaria possa esprimersi con analoga intensità di fuoco nel contrasto globalizzato alle organizzazioni criminali più strutturate e con diramazioni internazionali che sfruttano le disomogeneità legislative delle diverse Nazioni. Per una lotta efficace contro tali insidie oltre ad una auspicata e sempre più pregnante legislazione condivisa si impone un impulso sempre maggiore nella circolazione delle informazioni e nella cooperazione sinergica tra gli organi investigativi e giudiziari dei singoli Paesi”


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