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Campania, i 10 criminali più pericolosi della camorra: ecco chi sono

[titolo_paragrafo]Pasquale Barra “O’ animale” [/titolo_paragrafo]

Considerato uno degli esponenti di spicco della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, si dissociò successivamente dallo stesso Cutolo, Barra, che è morto scontando l’ergastolo nel carcere di Ferrara, è stato uno dei principali accusatori di Enzo Tortora.

Affiliatosi prima come capozona di Ottaviano e poi come santista,fu il primo a dissociarsi da Raffaele Cutolo e, grazie al suo pentimento, rese possibile il più grande attacco mai portato dalla giustizia alla camorra. Si suppone che Barra si sia sentito tradito da Cutolo il quale, proprio in seguito all’omicidio Turatello e di fronte alle pressioni della mafia siciliana, sostenne di non esserne il mandante.

In seguito alle rivelazioni di Barra e dei pregiudicati Giovanni Pandico e Giovanni Melluso, fu possibile il blitz del 17 giugno 1983 in cui vennero arrestati 850 presunti affiliati della Nuova Camorra Organizzata, tra cui l’insospettabile Enzo Tortora. Barra, al fine di ottenere una protezione in carcere, fornisce liste di presunti camorristi nel corso di 17 interrogatori, ma solo nel corso del diciottesimo interrogatorio, il 19 aprile 1983, fece il nome di Tortora, definendolo un affiliato alla Nuova Camorra Organizzata e responsabile del traffico di droga. Barra rifiuterà di deporre e di confermare le accuse sia al processo di primo grado che in quello d’appello. Le accuse si riveleranno infondate.

Il pentimento di Barra apparve subito controverso. Nel corso delle indagini i giudici scoprirono uno dei tanti tentativi di estorsione da lui compiuti per approfittare della sua posizione di pentito. Barra aveva scritto una lettera ad un concessionario di Casoria, nella quale chiedeva 15 milioni per non fare il suo nome nel corso degli interrogatori. In realtà quello di Barra non si può definire un vero pentimento bensì una semplice dissociazione da Cutolo per ragioni personali. Infatti Barra ha continuato a definirsi camorrista.

Nel mese di maggio 2009, nel corso di un’udienza a carico di Raffaele Cutolo, Pasquale Barra ha testimoniato in videoconferenza da una località protetta affermando di non conoscere Raffaele Cutolo né Rosetta Cutolo, ritrattando le testimonianze passate; questo portò gli inquirenti a definire il suo comportamento uno “sciopero del pentimento“. È morto il 27 febbraio 2015 all’età di 73 anni, all’interno del carcere di Ferrara in cui era detenuto, per un arresto cardiaco.


Pasquale_Barra

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