Inchiesta

Campania: ospedali modulari per il Covid-19 costano 12 milioni ma vano a regime dopo il picco

Sono tre gli ospedali prefabbricati costruiti in Campania per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. I Covid Hospital sono stati allestiti a Napoli presso l’Ospedale del Mare, a Caserta presso l’Ospedale San Sebastiano e a Salerno presso l’Ospedale Ruggi d’Aragona. Come ha chiarito il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca serviranno per permettere ai campani di superare la fase più critica. Peccato però che il picco del contagio indicato dal governatore è la prima settimana di aprile e gli ospedali prefabbricati sono a pieno regime alla fine del mese di aprile, ovvero quando il picco sarà già passato. Sono costati complessivamente 12 milioni di euro e ad aggiudicarsi i 3 lotti è sempre la stessa ditta.

Covid Hospital in Campania: tre settimane per costruirli, attivi solo dopo la fase critica

L’Ospedale del Mare è un complesso che garantisce 70 posti di terapia intensiva. Complessivamente le tre strutture forniranno alla Regione Campania un totale di 120 posti di terapia intensiva come ha sottolineato lo stesso De Luca. Le postazioni sono strategiche per fronteggiare la pandemia da Coronavirus, si tratta dei posti letto per i pazienti che devono essere intubati, i più gravi che presentano sintomi critici che possono portare alla morte. Attualmente, a quanto sostiene il governatore, la Campania ha 335 posti tra terapia intensiva e sub intensiva.

Secondo la tabella cronologica fornita dalla Regione Campania, il picco del contagio da Covid-19 in regione c’è stato alla metà di aprile. In buona sostanza, gli ospedali prefabbricati non serviranno nella fase più acuta dell’emergenza. Al contrario di quanto avvenuto in Cina, ad esempio a Wuhan, da dove è partita la pandemia. I cinesi erano riusciti a costruire gli ospedali prefabbricati in pochi giorni, proprio perché fossero utili nella fase di picco dell’epidemia. Quando la curva dei contagi è iniziata a calare, gli ospedali prefabbricati sono stati tutti chiusi mandando i pazienti negli ospedali. In Campania, invece, sono stati aperti quando, forse, il peggio è passato.

Tutti i lotti vinti dalla stessa ditta: 12 milioni all’azienda veneta

Ad aggiudicarsi i lavori per i tre ospedali prefabbricati di Napoli, Caserta e Salerno è stata la stessa ditta, la MED (Manufacturing Engineering & Development) di Maserà di Padova, in Veneto, che ha vinto la gara indetta dalla Soresa lo scorso 19 marzo. L’azienda ha sbaragliato rivali di tutto rispetto come la Brancaccio Costruzioni e il Consorzio Integra, legato alla Lega delle Cooperative.

Le cifre sono davvero importanti, 7,7 milioni di euro per la struttura di Napoli all’Ospedale del Mare, 2,2 milioni per quella di Caserta e altri 2,2 per quella di Salerno. In totale sono ben 12 milioni e 100 mila euro per la MED, al momento la spesa più grande effettuata dalla sanità campana per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. L’azienda è tra i partner consolidati di Fincantieri per le forniture di reparti ospedalieri per la Marina Militare; esperti in costruzione di sistemi antisismici, ospedali modulari e reparti ospedalieri, quelli della MED in questo momento fanno la parte del leone tra gli appalti pubblici legati all’emergenza Covid.

Che fine faranno dopo l’emergenza? Il caso dell’Ospedale del Mare

Visti i tempi di realizzazione, al netto degli intoppi chiaramente, gli ospedali prefabbricati sono utili solo dopo il picco dell’emergenza, quando stanno diminuendo anche i pazienti di terapia intensiva negli ospedali pubblici. Ci sarà tanto spazio, quindi, stando alle previsioni date da Vincenzo De Luca.

Ma che fine faranno dopo? Il caso dell’Ospedale del Mare sembrerebbe emblematico. La struttura prefabbricata sorgerà infatti nell’area del nosocomio che ha più reparti chiusi sul territorio napoletano. All’interno dell’ospedale di Napoli est attualmente ci sono ben 10 reparti chiusi, completi di attrezzature, per mancanza di personale. Quindi ci si ritroverà con un ospedale prefabbricato dentro ad un ospedale con 10 reparti chiusi. Si spera che ci sarà modo di riempire gli spazi vuoti, costati milioni di euro.

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