Cronaca

Cloe Bianco, studenti in piazza per ricordare la professoressa vittima di transfobia

Gli studenti vogliono omaggiare la professoressa transgender uccisa anche dalle istituzioni che non l'hanno tutelata

Centinaia di studenti in piazza per ricordare Cloe Bianco, la professoressa transgender morta suicida a Belluno. In numerose città del Veneto gli studenti universitari insieme a numerose associazioni hanno voluto dire no alla transfobia esprimendo solidarietà a tutte le donne e gli uomini transgender.

Studenti in piazza per Cloe Bianco

Qualche giorno fa – dichiara Irene Bresciani della Rete degli Studenti Medi di Padova – è morta Cloe, una donna, una insegnante, una persona. Attaccata in primis dalle Istituzioni di questa Regione, che hanno significato l’inizio della sua esclusione sociale.

È ora di aprire gli occhi davanti alla transfobia di questo Paese, che vive all’interno delle sue istituzioni e che risuona ancora nelle nostre teste, con l’applauso dell’affossamento del DDL Zan. Si deve agire ora per fare in modo che non si ripeta più, si deve agire adesso perché un’Assessora, quella che dovrebbe occuparsi della formazione dei propri studenti, non può prendere di mira una docente in quanto transgender. Vogliamo ribadire ancora una volta che la propria identità non può e non deve compromettere la carriera, tanto meno la vita”.

La lotta contro la transfobia

Aggiunge Domenico Amico, coordinatore di Studenti Per Udu Padova: “È innegabile la transfobia che pervade la nostra società e soprattutto le nostre istituzioni, per questo era necessario il presidio di oggi. Quello che dobbiamo fare è chiederci cosa stiamo facendo per rendere i luoghi d’istruzione pronti ad accogliere e valorizzare tutti noi, con le nostre differenze. Evidentemente non stiamo facendo abbastanza.

Il rispetto delle diversità deve partire dalle scuole, dalle università, dai luoghi di lavoro, ma deve anche essere principio di chi ci rappresenta politicamente. Non possiamo tollerare gli effetti di questa cultura dell’odio, perché compromettono le nostre vite. Vogliamo leggi e rappresentanti che ci tutelino, che ci rispettino, ed è il momento di farlo, per Cloe e per tutti e tutte”.

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