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Covid, l’Ema potrebbe autorizzare il vaccino Sputnik entro giugno | Come funziona

L'Ema potrebbe autorizzare il vaccino anti Covid russo Sputnik V dopo giugno. Ecco tutto quello che c'è da sapere e come funziona

L’Ema potrebbe autorizzare il vaccino anti Covid russo Sputnik V dopo giugno. Lo ha detto in un’intervista al quotidiano ‘Berliner Zeitung’ Kirill Dmitriev, ad del Fondo russo di investimenti diretti (Rdif), che ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del siero.

Covid, l’autorizzazione dell’Ema per il vaccino Sputnik entro giugno

“Se sarà approvato – probabilmente dopo giugno – potremo consegnare 100 milioni di dosi a 50 milioni persone nell’Ue entro tre, quattro mesi”, ha dichiarato.

La Russia si aspetta che, dopo l’Ungheria, altri Paesi dell’Ue approvino il vaccino a prescindere dalla valutazione dell’Ema.  “Ora aspettiamo una delegazione dell’Ema a metà aprile e speriamo che la decisione sullo Sputnik V sia puramente scientifica, non politica”, ha aggiunto. Dmitriev ha quindi confermato i piani di produrre il vaccino in Germania ed in altri Paesi europei.

Come funziona il vaccino russo Sputnik V

Come il vaccino sviluppato dall’Università di Oxford e AstraZeneca nel Regno Unito, CanSino Biologics in Cina e Johnson & Johnson negli Stati Uniti, Sputnik V è basato sulla tecnica del “vettore virale” usata da decenni nel campo dei vaccini. Usa virus disabilitati come “vettori” per iniettare un’istruzione genetica nelle nostre cellule e lasciare che producano l’antigene che scatena la risposta immunitaria. Il Dna inoculato è inserito nel genoma di un adenovirus, che causa il comune raffreddore.

I farmaci statunitensi sviluppati da Moderna e Pfizer e BioNTech si basano invece su una tecnologia relativamente recente che utilizza istruzioni genetiche in una molecola di acido nucleico chiamata mRna (o Rna messaggero) per programmare le cellule di una persona per produrre la proteina virale e innescare una risposta immunitaria.

Come i britannici, i russi prevedono una somministrazione in due dosi a 21 giorni di distanza. Ma mentre i ricercatori di Oxford usano due volte lo stesso vettore per trasportare il codice genetico, quelli dell’Istituto Gamaleja ne usano due diversi: Ad26 per la prima iniezione, Ad5 – un ceppo più comune – per la seconda.

Oltre all’alta percentuale di efficacia, Sputnik ha almeno altri due punti di forza: costa meno di 20 dollari (circa 16 euro) per un singolo ciclo di due dosi, più del vaccino di Oxford-AstraZeneca, ma meno dei vaccini di Pfizer e Moderna, e può essere conservato e trasportato in un frigorifero standard anziché in uno speciale refrigeratore come i rivali Usa che richiedono temperature molto basse.


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