Cronaca

Coniugi uccisi a Bolzano: ritrovato nell’Adige il corpo di Peter Neumair

All'inizio di febbraio l'Adige aveva restituito il corpo dell'altra vittima, Laura Perselli

Coniugi uccisi a Bolzano: dopo oltre 2 mesi di ricerche, è stato ritrovato nell’Adige il corpo di Peter Neumair, ucciso insieme alla moglie, Laura Perselli, il 4 gennaio scorso. Il figlio della coppia, Benno Neumair, aveva ucciso i genitori in casa, avevao poi caricato i corpi nel bagagliaio della macchina del padre e poi li aveva gettati nelle acque dell’Adige.

Il corpo di Laura Perselli era stato ripescato dall’Adige all’inizio di febbraio, dopo che il livello del fiume ha permesso di ricominciare le ricerche. La notizia è confermata da fonti vicine alla famiglia.

Omicidio Neumair, ritrovato il corpo di Peter

Il corpo di Peter Neumair, l’uomo ucciso insieme alla moglie dal figlio Benno, è stato ritrovato questa mattina nel fiume Adige. Il riconoscimento è stato fatto dall’avvocato che assiste la figlia della coppia. Ad avvistare il cadavere è stata una persona che passeggiava sulla pista ciclabile insieme al cane. L’allarme è stato lanciato intorno a mezzogiorno.

Benno Neumair, il racconto dell’omicidio dei genitori

“Papà mi rinfacciava che non valessi niente. Era uscito fuori il discorso delle mie responsabilità, di mia sorella… Mi sono sentito così alle strette, così senza una via d’uscita. Volevo solo il silenzio. Così l’ho zittito. Ho preso dalla bacinella di plastica dei miei attrezzi la prima corda di arrampicata che ho trovato”: è questo il racconto di Benno Neumair, il figlio della coppia di coniugi uccisi lo scorso gennaio. La versione dell’uomo, in carcere con l’accusa di duplice omicidio e occultamento di cadavere, è riportata nei verbali di due interrogatori.

I 20 minuti in cui ha ucciso i genitori

In poco tempo i due sarebbero arrivati a discutere di responsabilità e soldi. “Ai miei genitori davo 350 euro di affitto da quando sono tornato a Bolzano – ha raccontato il 31enne –. Mio padre voleva che prendessi l’appartamento di sotto, altrimenti mi avrebbe chiesto 700 euro a partire da gennaio, ovvero un terzo dell’affitto perché siamo tre adulti. Io avevo risposto che non era giusto, mentre lui insisteva che dovevo uscire di casa e che mia sorella si pagava già da sola un appartamento in Germania. Io mi sentivo male dentro”.


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La discussione sarebbe poi degenerata. “L’ho zittito con una corda. Eravamo in corridoio, siamo cascati insieme per terra. Non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti. Ricordo solo che ho stretto molto forte, poi sono rimasto seduto o sdraiato in corridoio. Ha suonato il cellulare e probabilmente ho risposto.

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