Cronaca

Coronavirus, parla il professor Giulio Tarro “Nessuna nuova ondata in autunno, in virus sparirà a giugno”

Risponde a tutte le accuse che gli sono state rivolte in queste settimana anche dalla comunità scientifica. Giulio Tarro, virologo di fama mondiale, interviene di nuovo sul tema coronavirus. L’ex primario del Cotugno ha escluso una nuova ondata di contagio in autunno, come in molti prevedono, ed è certo che il covid sparirà a giugno.

Coronavirus, il virologo Giulio Tarro escluse nuova ondata in autunno

Il virologo è uno dei sostenitori della “teoria del caldo”, secondo la quale le alte temperature sconfiggeranno il virus

Questa epidemia è già conclusa in Cina. E c’è chi l’ha affrontata con una politica sanitaria più aperta, come la Corea, senza chiudere tutto. Il virus si diffonde in spazi chiusi con scarsa ventilazione. Uscire di casa può essere utile. La luce e l’aria fanno bene. Il sole distrugge l’agente patogeno, questo ormai è un dato acquisito. Non c’è alcun elemento che ci porti a pensare a un ritorno dell’epidemia a ottobre. Per quel periodo la popolazione avrà sviluppato gli anticopri. A giugno probabilmente sarà finita.

L’attacco a Burioni

C’è stato un attacco perché sostenevo delle cose più logiche e legate all’esperienza sul campo. Non ho detto le stupidaggini che hanno detto altri, come quella detta il 2 febbraio scorso, secondo la quale non ci sarebbe stato nessun caso di Covid-19 in Italia.

Anticorpi e vaccino

L’ex primario del Cotugno ribadisce ancora una volta che l’utilizzo di sieri è preferibile al vaccino

Ci vogliono 18 mesi per preparare un vaccino sicuro e testato, abbiamo degli anticorpi naturali già sviluppati dai soggetti guariti che possono essere somministrati ai pazienti in condizioni critiche, come hanno fatto i colleghi cinesi. Sappiamo anche la quantità necessaria di siero che occorre per neutralizzare il virus. A Mantova già lo fanno.

Malattia di Kawasaki

Tarro infine esperime anche il suo parere sul presunto collegamento tra Covid-19 e incremento dei casi di malattia di Kawasaki riscontrato in alcuni bambini a Bergamo e a Parigi

Per ora è un’ipotesi azzardata, bisogna approfondire il tema senza però aumentare la sindrome di panico. È risaputo tra l’altro che lo stress psicologico deprime lo stato immunitario e ci espone a maggiori rischi.

 

 

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