Cronaca

Coronavirus, morto il medico di Codogno Marcello Natali: aveva 57 anni

Fino all’ultimo momento è rimasto nel suo ambulatorio a Codogno. Finché, mercoledì 11 marzo, lo hanno ricoverato in terapia intensiva a Cremona, trasferendolo poi al Città di Milano con un quadro clinico compromesso. Marcello Natali, 57 anni, e segretario per la provincia di Lodi della Federazione dei Medici di medicina generale (Fimmg) è il quarto medico di famiglia del territorio stroncato dal coronavirus. Già martedì era circolata la notizia della sua morte, poi smentita, a testimonianza comunque di una situazione clinica molto grave. La notizia della morte è stata ufficializzata mercoledì mattina, a Milano.

Addio a Marcello Natali, il medico è morto per il coronavirus

Natali, originario di Bologna dove si era laureato in medicina, viveva nel Lodigiano da tanti anni a Caselle Landi con la moglie, anche lei operatrice sanitaria, e i due figli. Era medico di famiglia di Codogno, dove aveva un ambulatorio, Caselle Landi, Corno Giovine, Cornovecchio e Castelnuovo Bocca d’Adda. Soltanto pochi giorni prima del ricovero aveva rilasciato un’intervista radiofonica in cui sosteneva come fossero ancora «troppo lunghi» i tempi per i tamponi e come ci fossero tanti casi che i medici di famiglia gestivano a domicilio.

Un problema, quello della tutela dei medici di base, che il presidente dell’ordine della provincia di Lodi Massimo Vajani ha sollevato in più di un’occasione. Non è da escludere che il segretario provinciale dei medici di base abbia contratto il virus da un suo paziente.

Non aveva patologie pregresse

Non risulta che il dottor Natali avesse patologie pregresse. Il suo ambulatorio di Codogno ha lavorato senza sosta fino al martedì prima del ricovero d’urgenza a Cremona. «Queste persone sono davvero i nostri eroi – lo ricorda il sindaco di Caselle Landi Piero Luigi Bianchi -, lui e la moglie hanno continuato a visitare e ricevere pazienti fino all’ultimo».

«Oggi dobbiamo dire addio a un altro collega, punto di riferimento non solo per i suoi pazienti ma per tutta la provincia – scrive Paola Pedrini, segretaria della Fimmg della Lombardia -: questa notizia arriva nel silenzio assordante di regione Lombardia, mentre altre regioni rispondono come possono alle nostre richieste. Ora permetteteci di tutelare chi è ancora in prima linea sul fronte di questa battaglia».


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