Politica

Crisi di Governo: tutti i passaggi istituzionali dopo le dimissioni di Conte

Il Presidente della Repubblica deciderà di affidare il nuovo mandato al Premier uscente?

La Crisi di Governo, aperta ufficialmente da Italia Viva 2 settimane fa, è giunta al capolinea: domani, con le dimissioni di Conte, tramonterà definitivamente l’Esecutivo che ha governato nel momento più buio per il Paese dopo la II Guerra Mondiale.

Ma cosa accadrà dopo le dimissioni di Conte? Quali sono gli scenari possibili? La nostra Costituzione prevede una serie di passaggi istituzionali, tutti regolati e dal Presidente della Repubblica.

Crisi di Governo, cosa accadrà dopo le dimissioni di Conte? Tutti i passaggi

Le dimissioni di Conte sembrano ormai un fatto compiuto, manca solo l’ufficialità, che arriverà domani, quando il Premier salirà al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica.

Mandato esplorativo

Dopo aver accettato le dimissioni del Premier uscente, il Capo dello Stato, ha la facoltà di decidere, dopo le consultazioni con i gruppi parlamentari, se conferire un mandato esplorativo a un esponente delle istituzioni, o allo stesso presidente del Consiglio uscente. Il Presidente della Repubblica, in alternativa, ha la facoltà di prendere in mano la situazione personalmente, e avviare consultazioni proprie, dialogando direttamente con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e il presidente emerito, Giorgio Napolitano.

Elezioni

Nel caso, poi, i tentativi di formare un nuovo Governo con il mandato esplorativo non andassero a buon fine, si andrebbe alle elezioni. Fino al giuramento di un nuovo Esecutivo, il Governo uscente rimane comunque in carica per attendere alle necessità più urgenti. Tra queste, l’eventuale emanazione di decreti legge in caso di necessità.

Le ragioni delle dimissioni di Conte: la relazione Bonafede

In base alla riforma della legge sull’Ordinamento giudiziario del 2005, entro il ventesimo giorno dalla data di inizio di ciascun anno giudiziario, il ministro della Giustizia rende comunicazioni alle Camere sull’amministrazione della giustizia nel precedente anno. Relazione propedeutica per l’inaugurazione del nuovo Anno Giudiziario. A queste comunicazioni segue un voto che, in questo caso, avrebbe dovuto tenersi mercoledì 27 gennaio. Con le dimissioni dell’Esecutivo prima di questa data, si andrebbe ad evitare il voto che, come già il Ministro Di Maio aveva annunciato, costituirebbe un voto non alla relazione ma all’intero Esecutivo. Conte e i suoi, dunque, sono convinti di perdere, e stanno facendo di tutto per evitare la débâcle. Da qui la ragione di accelerare e di rimettere il mandato.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio