Scienza e Tecnologia

Cos’è l’amianto e perché è dannoso

L’amianto, detto anche asbesto, fa parte di un gruppo di minerali piuttosto diffuso in natura: è provata la sua pericolosità per la salute

L’amianto, detto anche asbesto, fa parte di un gruppo di minerali piuttosto diffuso in natura. Una delle sue caratteristiche principali è quella di potersi dividere nel tempo in fibre mano a mano sempre più sottili, fino a essere praticamente invisibili.

Dal punto di vista chimico si tratta di un silicato. I silicati sono caratterizzati, nella loro composizione, dalla presenza di silicio e ossigeno legati insieme, che a loro volta possono essere legati ad altri elementi. Sotto l’aspetto mineralogico, le diverse varietà di amianto possono appartenere al serpentino o agli anfiboli.

Come vedremo, l’amianto ha molte caratteristiche pratiche che lo hanno reso comune in molteplici attrezzi e materiali da costruzione, ma è al tempo stesso (come si è scoperto tardi) molto pericoloso per la salute e perciò va eliminato. Per farlo, ci sono aziende specifiche specializzate proprio in questo tipo di operazioni.

Per costruzioni residenziali o industriali che necessitano di bonifica dall’amianto nel Nord Italia, potete contattare professionisti leader nel settore per qualità e professionalità su www.alterecosrl.it.

Dove troviamo l’amianto e perché è così diffuso

Caratteristiche dell’amianto sono notevoli proprietà ignifughe e isolanti; ovvero questo materiale impedisce la propagazione del fuoco. Esso è inoltre fonoassorbente, cioè limita la diffusione del rumore; oltre a offrire una discreta resistenza elettrica. Queste particolarità, insieme alla grande disponibilità, al basso costo e alla facilità di lavorazione, ne hanno fatto per molti decenni un materiale molto comune e molto diffuso nella vita di tutti i giorni:

  • nella produzione industriale: materiali da costruzione, corde, filati, tute, pannelli isolanti, intercapedini, tetti e controsoffitti, intonaci.
  • nell’industria automobilistica: freni, frizioni, guarnizioni, vernici e materiale isolante di treni, autobus e navi.
  • negli oggetti di uso comune: tappeti, tende, adesivi e collanti, carta e cartone, filtri per bevande e filtri per sigarette.

La situazione in Italia

L’utilizzo dell’amianto ha avuto un’accelerazione a partire dagli Anni ’50 del secolo scorso e la produzione è cresciuta in maniera costante fino alla fine degli Anni ’80.

In particolare, il nostro Paese fu il maggior produttore di amianto d’Europa, e il secondo a livello mondiale, subito dopo l’Unione Sovietica. Se ne producevano in media 130.000 tonnellate ogni anno, con picchi fino a 160.000 tonnellate. Nonostante questo, per mancanza di una vera programmazione e strategia economica unitaria, anche in quegli anni di enorme produzione s’importava più amianto di quanto se ne esportasse.

I pericoli dell’amianto

A partire dalla fine degli Anni ’70 sono emersi studi medici e scientifici che indicavano la pericolosità dell’amianto per la salute, e questo sia per i lavoratori del settore che maneggiavano in prima linea il materiale, che per le persone comuni che erano a contatto con esso nella quotidianità.

Il problema sono le sottili fibre di amianto, che si propagano facilmente nell’aria e che di minuscole dimensioni possono essere inalate e divenire col tempo velenose per il corpo. L’inalazione di fibre di amianto, è dimostrato,  può favorire l’insorgenza di cancro ai polmoni e provocare asbestosi e mesotelioma, anche a distanza di molti anni dopo il periodo di esposizione.

Le fibre si diffondono in massima parte durante la fase di lavorazione, ma anche a causa del deterioramento dei materiali prodotti con amianto. Per sua natura, si tratta di un materiale friabile e si libera nell’aria se l’oggetto viene intaccato dall’umidità, o marcisce, o viene compresso e distrutto.

Amianto al bando

In tutti i casi, in qualunque forma, materiali con presenza di amianto sono stati giustamente ritenuti immediatamente o a lungo termine molto pericolosi per la salute. Questo è il motivo per cui in parte del mondo si è arrivati al divieto quasi totale di utilizzo di materiali contenenti amianto. L’amianto viene attualmente estratto soltanto in alcuni Paesi, per esempio Cina, Brasile, Russia.

In Italia venne approvata nel 1992 la legge n. 257, che prevedeva non solo l’interruzione della produzione, ma anche interventi di bonifica dall’amianto delle strutture esistenti in cui fosse presente. Gli interventi devono essere svolti da ditte specializzate e autorizzate, come la Alter Eco srl di Padova.

Strutture che necessitano di bonifica, proprio a causa del frequente utilizzo dell’amianto in materiali da costruzione nel trentennio 1950-1980, sono estremamente diffuse (in pratica, quasi tutti gli edifici costruiti in quel periodo contengono materiali con presenza di amianto); e molto vecchie. Questo significa che, dato il passare degli anni, è quindi possibile che i materiali e i pannelli che ricoprivano l’amianto hanno già cominciato a deteriorarsi, con i rischi per la salute che questo comporta. È quindi fondamentale rivolgersi quanto prima a una ditta seria e professionale per la necessaria operazione di bonifica.

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