Politica

Crisanti: “Non prenderò stipendio da senatore, più alto quello dell’università”

Crisanti rinuncia allo stipendio da senatore: ecco perché. Il medico, infatti, guadagna di più come docente universitario

Andrea Crisanti rinuncia allo stipendio da senatore. Il medico, diventato noto alla cronaca nella fase più acuta dell’emergenza Covid in Italia, è stato eletto al Senato della Repubblica tra le file del Partito Democratico. Il camice bianco ha deciso di rinunciare allo stipendio che gli spetterebbe in qualità di parlamentare.

Crisanti rinuncia allo stipendio da senatore: la decisione

“Dovendo scegliere, ho deciso di mantenere la retribuzione che percepisco dall’Università di Padova, in qualità di direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia — spiega il medico —. Dopo l’elezione mi sono messo in aspettativa, ma con stipendio, e allora non potendo ovviamente cumulare due buste paga sono stato chiamato a scegliere tra quella da senatore e quella da specialista. Ho optato per quest’ultima, per motivi contributivi. Mi conviene, è un compenso più alto e poi è una questione di contributi previdenziali, di continuità nel versamento (lo scienziato ha 68 anni, può andare in pensione a 70, ndr). Me l’hanno consigliato in Senato. Lo fanno già molti magistrati, non c’è nulla di nuovo” ha spiegato al Corriere della Sera. 

Quanto guadagnano i senatori

La diaria: Anche in questo caso, essa fa riferimento alla legge n.1261 del 1965. È periodicamente aggiornata in funzione dell’aumento del costo della vita. Erogata dal 2001 al 2010 nella misura di 4.003 euro al mese, è stata poi ridotta a 3.500. Proprio come per i deputati, anche per senatori valgono le stesse regole nel caso di assenza dai lavori parlamentari.

Rimborso spese generali: A decorrere dal 1° gennaio 2011, i senatori ricevono un rimborso forfetario mensile di 1.650 euro, che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche.

Rimborso delle spese per l’esercizio del mandato: Qui l’importo complessivo è diviso in una quota mensile di 2.090 euro, sottoposta a rendicontazione quadrimestrale, e in una ulteriore quota di 2.090 euro mensili erogata forfettariamente.

Trasporto: Quanto agli spostamenti, anche i senatori sono in possesso di tessere strettamente personali utili per i trasferimenti sul territorio nazionale. A partire dal 1° gennaio 2010, sono state notevolmente ridotte le facilitazioni di viaggio a favore degli ex senatori, con l’introduzione di un tetto annuale per i viaggi aerei e ferroviari sul territorio nazionale.

Sistema previdenziale: Come già sappiamo, il diritto al trattamento pensionistico si matura al conseguimento di un duplice requisito: anagrafico e contributivo. Nel caso dell’ex parlamentare, esso ha diritto a ricevere la pensione a condizione di avere svolto il mandato parlamentare per almeno cinque anni e di aver compiuto 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno, sino al minimo inderogabile di 60 anni.

Assistenza sanitaria integrativa: Il Fondo di solidarietà fra i Senatori eroga un rimborso parziale di determinate spese sanitarie sostenute dagli iscritti, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario. L’iscrizione è obbligatoria per i Senatori in carica, che versano un contributo pari al 4,5% dell’indennità lorda. Quest’ultima è facoltativa per i titolari di pensione, il cui contributo è pari al 4,7% dell’importo lordo del proprio assegno.

Assegno di fine mandato: Al termine del mandato parlamentare, anche al Senatore è destinato l’assegno di fine mandato. Questo è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo. Tale assegno viene erogato sulla base di contributi interamente a carico dei Senatori, cui è trattenuto mensilmente il 6,7% dell’indennità lorda.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio