Cronaca

Anche Curcio contro De Luca: “Non c’è uno Stato centrale e poi lui”

Vaccini, l'allarme di Curcio sulle poche prenotazioni e l'attacco al governatore campano Vincenzo De Luca in una intervista a Repubblica

Fabrizio Curcio lancia l’allarme sui vaccini. Il capo della Protezione Civile, in una lunga intervista a Repubblica, ha spiegato: “Mancano molti cittadini all’appello. Persone anziane o povere non raggiunte dalle informazioni? Vecchi senza figli che possano aiutarli? No vax? Possiamo chiamarli i dispersi e una delle funzioni della Protezione civile è ritrovarli, portarli alla vaccinazione”.

Vaccini, l’allarme di Curcio e la stoccata a De Luca

“Non sarò mai tra quelli che vogliono un ritorno allo Stato centralista. Da quattordici anni sono un uomo di Protezione civile, ho girato l’Italia in lungo e in largo e ho capito che ogni Provincia è unica: ha una sua economia, una sua sofferenza, un suo bisogno. Non credo che quando riavremo le bocce ferme, la fine della pandemia, torneremo a una sanità centralizzata, uno Stato che fa tutto”. Tuttavia “dobbiamo invertire la prospettiva. Non c’è uno Stato centrale e poi De Luca. C’è uno Stato fatto dal Governo romano e dalle Regioni, dalle province e dalle microautonomie.

Sono loro a conoscere il territorio, noi abbiamo l’onere di tenere un filo comune, usare un linguaggio valido per tutti. Quando vado nei territori, i presidenti mi parlano, non ringhiano. E da qui, Via Ulpiano a Roma, provo a far dialogare la Protezione civile regionale con la sanità regionale. Cerchiamo le soluzioni migliori e alla fine, certo, vanno rispettate da tutti”.

Il caso Astrazeneca

La campagna vaccinale si è imbattuta nel caso AstraZeneca. “Senza fiducia la più grande vaccinazione di massa mai progettata non si realizza. Un pezzo di Paese, purtroppo, ascolta ogni sussurro complottista”. Lui stesso si è vaccinato con AstraZeneca, gli è stata somministrata la prima dose, “nessuna reazione avversa, neppure 37° di febbre”, e invita a non avere paura. “Stiamo crescendo lentamente, ma stiamo crescendo. Siamo arrivati a trecentomila iniezioni al giorno e andremo oltre. La questione è che non ci sono abbastanza vaccini per far girare la macchina al massimo. Andiamo, lo dice il generale Figliuolo, a 315 l’ora, potremmo andare a 600″.


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