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Liturgia e Vangelo della domenica di Pasqua 2022: la messa

Liturgia e Vangelo della domenica di Pasqua 2022: la messa | Prima lettura | Seconda lettura | Salmo | Offertorio

Qual è il vangelo per la liturgia della Domenica di Pasqua 2022? La Pasqua, o Domenica della Resurrezione, è una festa cristiana e culturale commemorativa della risurrezione di Gesù dai morti, descritta nel Nuovo Testamento come essendo avvenuto il terzo giorno della sua sepoltura dopo la sua crocifissione da parte dei romani a Calvario intorno al 30 d.C. È il culmine della passione di Gesù, preceduta dalla Quaresima, un periodo di 40 giorni di digiuno, preghiera e penitenza. E’ la principale solennità del cristianesimo

La maggior parte dei cristiani si riferisce alla settimana prima di Pasqua come Settimana santa, che nella cristianità occidentale contiene i giorni del Triduo pasquale incluso il giovedì santo, che commemora la lavanda dei piedi e l’Ultima Cena, così come il venerdì santo, che commemora la crocifissione e morte di Gesù. Nel cristianesimo orientale, gli stessi giorni e gli stessi eventi sono commemorati con i nomi dei giorni che iniziano tutti con “Santo” o “Santo e Grande”; e la stessa Pasqua potrebbe essere chiamata “Grande e Santa Pasqua”, “Pascha” o “Domenica di Pasqua”. Il Tempo pasquale inizia la domenica di Pasqua e dura sette settimane, terminando con l’arrivo del 50° giorno, la domenica di Pentecoste. Nella cristianità orientale, anche il tempo pasquale termina con la Pentecoste, ma il commiato della Festa della Pasqua è il 39° giorno, il giorno prima della festa dell’Ascensione.

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Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti.
“Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.

Antifona d’ingresso

Sono risorto, o Padre, e sono sempre con te. Alleluia.
Hai posto su di me la tua mano. Alleluia.
È stupenda per me la tua saggezza. Alleluia, alleluia. (Cf. Sal 138,18.5-6)

Oppure:
Il Signore è veramente risorto. Alleluia.
A lui gloria e potenza
nei secoli eterni. Alleluia, alleluia. (Cf. Lc 24,34; Ap 1,6)

Si dice il Gloria.


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Il passo del vangelo di domenica 17 aprile 2022

VANGELO (Gv 20,1-9)
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore

L’omelia

Dopo il Vangelo si può fare, secondo le circostanze, una breve omelia. Per dare l’avvio alla processione, il celebrante, o un altro ministro, può fare un’esortazione con queste parole:

La narrazione evangelica del mattino di Pasqua presenta tre persone che, in modo diverso, cercano il Signore: Maria di Magdala, Simon Pietro e il discepolo, “quello che Gesù amava”.
Tutti corrono. Come se l’evento imprimesse velocità.
Maria di Magdala quando vede la pietra ormai tolta (e quale pietra!): corre.
Simon Pietro e l’altro…corrono.
Forse perché più giovane, forse perché più atletico o perché la spinta interiore era più forte, l’altro corre più veloce. Giunge per primo.
Si china perché l’apertura del sepolcro è bassa, guarda e vede i teli. Egli però non c’è, meglio: il cadavere non c’è.
Non entra. Blocca la sua corsa frenetica e attende.
Pietro arriva ma entra subito, ancora affannato per la corsa. Scruta il piccolo antro e i pochi oggetti: i teli e il sudario.
Finalmente anche l’altro, pur giunto per primo (quindi non è un altro ma lo stesso, che aveva corso più velocemente), aveva atteso: ora entra pure lui.
Anch’egli scruta e guarda. Lo sguardo posato all’interno dell’antro e il vuoto lasciato muovono all’atto di fede.
Dal vedere al credere.
Solo di lui è specificato che credette mentre di Pietro nulla è riferito. Il verbo però poco dopo sarà coniugato al plurale: non avevano…

Che cosa passa nei loro spiriti? Rivivono le esperienze della convivenza e della condivisione con Gesù? Riaffiorano le sue parole e i suoi gesti?
Non è detto che si slancino in una corsa trafelata a denunciare la scomparsa del cadavere. Non cercano i soldati. Non cercano i capi.
Guardano fuori di loro e vedono dentro di loro. La fede zampilla.
Insieme tutti e due perché è scritto “non avevano ancora compreso la Scrittura”, si erano immobilizzati, fossilizzati in un ascolto superficiale non ancora inciso dentro, nel profondo. Non aveva intaccato lo sguardo e non lo aveva condotto a purificarsi, a comprendere la novità che ormai aveva fatto irruzione nella storia.
Chissà quante volte nel corso delle preghiere e delle celebrazioni delle feste ebraiche erano, entrambi, incappati nella frase che ora domina e conclude la pericope “egli doveva risorgere dai morti”.
Tutto era scivolato via, senza lasciare traccia.
Neppure le parole e l’insegnamento di Gesù ci era riuscito: i due che pur correvano, erano lenti nella fede.
Gli anni trascorsi con Lui, il suo tornare e ritornare sull’annuncio, dovevano passare per la grande prova e solo Egli, l’Assente, avrebbe parlato ai loro cuori, a quel luogo decisionale della volontà che, una volta illuminato, sapeva guardare con un occhio nuovo.

Colletta

O Padre, che in questo giorno,
per mezzo del tuo Figlio unigenito,
hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,
concedi a noi, che celebriamo la risurrezione del Signore,
di rinascere nella luce della vita,
rinnovati dal tuo Spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Prima lettura

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.

E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.

E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.


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Seconda lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Parola di Dio.

Oppure
(1Cor 5,6-8: Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova)

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi.
E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerità e di verità.

Parola di Dio

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