Cronaca

Femminicidio a Trapani, Marisa Leo uccisa dall’ex compagno Angelo Reina

Un altro femminicidio, questa volta in provincia di Trapani, dove Marisa Leo è stata uccisa dall’ex compagno Angelo Reina. La donna, responsabile marketing e comunicazione della cantina Colomba Bianca, è stata uccisa dall’ex il quale poi si è tolto la vita come confermato dalla questura di Trapani.

Femminicidio a Trapani, Marisa Leo uccisa da Angelo Reina

Genitori di una bambina di 3 anni, i due avevano interrotto la loro relazione e non vivevano più insieme. Nel 2020 Marisa aveva denunciato l’ex compagno per stalking e violazione degli obblighi di assistenza familiare

Pare che l’uomo abbia attirato la vittima nelle campagne di contrada Ferla, chiedendo di incontrarla probabilmente per chiarire il loro rapporto, in particolar modo per quanto concerne la custodia della figlia. Una volta sul posto, l’ha uccisa sparando almeno tre colpi di pistola e poi si è dileguato verso Castellammare del Golfo, togliendosi la vita con un colpo di pistola mentre era sul viadotto.

Le indagini

Sulla vicenda indaga la Squadra mobile della questura di Trapani, in seguito al ritrovamento del corpo dentro l’auto, su un cavalcavia, da parte degli agenti della polizia stradale. Il dramma si è consumato nel giro di poche ore, nel pomeriggio di mercoledì 6 settembre.

La scusa della bambina per incontrarla

L’uomo ha chiesto alla vittima di raggiungerlo in una zona di campagna usando una scusa, presentandosi all’incontro armato di fucile. In particolar modo, l’uomo avrebbe sfruttato proprio la figlia per tendere una trappola alla sua ex. Dopo aver avuto in affido la bimba per la giornata, Angelo Reina in tarda mattinata avrebbe chiesto a Marisa Leo di andare da lui per riprendere la piccola nel pomeriggio. Con una telefonata aveva concordato l’orario e il posto, vicino al suo luogo di lavoro.

Parla il fratello di Marisa Leo

Ad accudire la figlia di Marisa Leo ora sono gli zii, il fratello di Marisa, Mauro, e sua moglie. L’uomo, al Corriere della Sera, ha spiegato: “Le ho detto che la mamma è fuori per lavoro, una bugia. Non vedrà mai più mia sorella. E io mi considero già padre e madre della mia nipotina. Non ho trovato le parole per dirle cos’è successo”

“Adesso chiedo aiuto anche al sindaco di Salemi perché l’assistente sociale e la psicologa dei servizi sociali cerchino con me le parole giuste per la piccola. Non è cosa brutta chiedere aiuto. Loro sanno tutto di noi. Da tempo ci seguono. Ma è stato tutto vano. Chissà, forse anche loro hanno sperato come Marisa, come me, come i nostri genitori che quell’uomo potesse rinsavire”.

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