Almanacco

Il 18 agosto del 2009 ci lascia a Milano Fernanda Pivano, una figura di rilievo nella scena culturale italiana

I suoi amici scrittori ed artisti la chiamavano affettuosamente Nanda. Tra loro c’era un certo Ernest Hemingway che, insieme ad altri “big” della letteratura americana, infatti, Fernanda Pivano ebbe il merito di far conoscere nel contesto italiano, traducendo i loro capolavori.

Genovese doc, il suo destino di divulgatrice “letteraria” si compì negli anni del ginnasio, in cui si trovò come compagno di banco e come docente due masbsimi autori del Novecento italiano, rispettivamente Primo Levi e Cesare Pavese. Quest’ultimo le fece scoprire Addio alle armi di Hemingway, che più tardi tradusse finendo per questo arrestata dai nazisti.

18 agosto 2009: muore Fernanda Pivano, grande divulgatrice letteraria

Ferdinanda Pivano nasce a Genova il 18 luglio 1917. È adoloscente quando con la famiglia si trasferisce a Torino. Qui frequenta il liceo classico Massimo D’Azeglio, dove tra i suoi insegnanti vi è Cesare Pavese. Si laurea in Lettere nel 1941; la sua tesi (in Letteratura americana) verte su Moby Dick il capolavoro di Herman Melville e viene premiata dal Centro di Studi Americani di Roma.

Gli inizi


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È il 1943 quando inizia la sua attività letteraria, sotto la guida di Cesare Pavese, con la traduzione dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. La sua prima traduzione (sebbene sia parziale) viene pubblicata per Einaudi. Sempre nello stesso anno consegue la laurea in Filosofia con il professore Nicola Abbagnano, di cui Fernanda Pivano sarà assistente per diversi anni.

I contatti coi “big” americani

La sua carriera di traduttrice prosegue con molti noti e importanti romanzieri americani: Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson, Gertrude Stein. Non è raro che prima di ogni traduzione la scrittrice preponga articolati saggi critici, che compiono un’analisi biografica e sociale dell’autore.


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Montale e Fernanda Pivano.

La Pivano ha avuto anche un ruolo di talent scout editoriale, suggerendo la pubblicazione di opere di scrittori contemporanei statunitensi, da quelli già citati fino a quelli del cosiddetto “dissenso negro” (ad esempio Richard Wright), dai protagonisti del dissenso non violento degli anni Sessanta (Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac,Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti) fino ad autori giovanissimi quali David Foster Wallace, Jay McInerney, Chuck Palahnjuk, Jonathan Safran Foer, Bret Easton Ellis. Di quest’ultimo Fernanda Pivano ha inoltre scritto un lungo saggio che costituisce un riassunto storico del minimalismo letterario americano.

La Pivano presto si afferma come saggista confermando un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari. Divenendo ambasciatrice e instaurando amicizie con autori leggendari, Fernanda Pivano diviene nel tempo a tutti gli effetti protagonista e testimone dei più interessanti fermenti letterari di quegli anni.

L’incontro con la leggenda Hemingway


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Fernanda Pivano e Hamingway.

Incontra Ernest Hemingway nel 1948 a Cortina; con lui instaura un intenso rapporto professionale e di amicizia. L’anno successivo sarà pubblicata la sua traduzione di Addio alle armi (Mondadori). Il suo primo viaggio negli USA risale al 1956; sarà poi seguito da numerosi altri in America, India, Nuova Guinea, Mari del Sud, oltre a numerosi altri Paesi orientali e africani.

Il suo percorso da autrice

È anche autrice di alcune opere di narrativa dove sullo sfondo è possibile scorgere risvolti velatamente autobiografici: nei suoi lavori Fernanda Pivano riporta spesso ricordi, impressioni ed emozioni di viaggio, raccontando di incontri con personaggi dell’ambiente letterario.


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Durante la sua carriera la scrittrice è inoltre stata considerata un’esperta e un’apprezzato critico di musica leggera italiana e internazionale. Innato il suo amore per Fabrizio De André. È rimasta famosa la risposta che diede in un’intervista quando le venne chiesto se Fabrizio De André fosse il Bob Dylan italiano: «Credo che Bob Dylan sia il Fabrizio De André americano!».

Morte e autobiografia

Fernanda Pivano muore all’età di 92 anni la sera del 18 agosto 2009 nella clinica milanese Don Leone Porta, dove era ricoverata da qualche tempo. I funerali si svolgono il 21 agosto nella stessa Basilica di Carignano a Genova, dove erano stati celebrati dieci anni prima i funerali di Fabrizio De André: una delle ultime apparizioni della Pivano era stata proprio l’11 gennaio di quell’anno, nello speciale della trasmissione Che tempo che fa dedicato a Faber. L’orazione funebre viene officiata, in una chiesa gremita, da don Andrea Gallo con una vibrante commemorazione. Dopo la cremazione è sepolta nel cimitero di Staglieno a Genova, accanto alla madre.


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Nel marzo 2010 esce edito da Bompiani il secondo volume dell’autobiografia che raccoglie gli anni che vanno dal 1974 al 2009 escludendo del tutto la sua vita nel palazzo romano descritto nei romanzi La mia kasbah e Cos’è più la virtù e da Ottavio Rosati nell’ipertesto “Quattro decenni di plays per il Teatro del Tempo tra la Pivano e la Von Franz”.

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