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Mascherine al chiuso, fino a quando e dove le indosseremo | Cosa cambia a maggio

Fino a quando e dove indosseremo le mascherine al chiuso? Cosa cambia da 1 maggio 2022 | Piano governo

Fino a quando e dove indosseremo le mascherine al chiuso? Fino al 30 aprile le mascherine sono obbligatorie nei luoghi al chiuso. In particolare è necessario indossare le Ffp2 nei luoghi a maggiore rischio assembramento, come i mezzi di trasporto: in aereo, nave, treno (non nei regionali, dove bastano quelle chirurgiche), autobus, metro, pullman, funivie, cabinovie e seggiovie coperte. A scuola, nei bar e nei ristoranti basta la mascherina chirurgica.

Sul luogo di lavoro serve la mascherina solo se non si può rispettare la distanza di un  metro dai colleghi.  La mascherina invece non serve quando si balla in discoteca o si fa sport. Restano esclusi dall’obbligo, come sempre, i bambini fino a sei anni, i soggetti fragili e gli accompagnatori di persone con  disabilità.

Fino a quando mascherine al chiuso: cosa cambia dall’1 maggio 2022

Nonostante la previsione di toglierle dall’1 maggio, come vorrebbero alcuni esponenti del governo, anche per dare un segnale di discontinuità, le mascherine probabilmente resteranno obbligatorie in alcuni luoghi al chiuso. Probabilmente chi svolge la propria attività in esercizi aperti al pubblico – come cassieri di supermercati, commessi, impiegati in uffici pubblici che offrono servizi ai cittadini – dovrà indossare la mascherina anche dopo il 30 aprile.

L’obbligo potrebbe essere esteso anche ai clienti di tali servizi e attività. E’ invece quasi certo che l’obbligo di mascherine rimanga sui mezzi di trasporto pubblici, come nei cinema, teatri e durante i concerti. In tutti questi casi però potrebbe bastare la mascherina chirurgica. Infine nei luoghi di lavoro privati, spetterà al datore di lavoro decidere.


 

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Il nodo scuola

Resta il nodo scuola. In merito alla decisione di togliere le mascherine al chiuso, il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli è chiaro: “Mi rendo conto del fatto che ci sono dei numeri in risalita, quindi una certa attenzione credo sia necessaria e doverosa: preferiremmo tutti tenere” le mascherine in classe “un mese e mezzo in più” e arrivare quindi al termine dell’anno scolastico a metà giugno, “che non poi sopportare conseguenze peggiori dopo”. L’ultima parola – conclude Giannelli – spetta ai sanitari: non è che si tengono o si dismettono per moda. Se c’è effettivamente una utilità collegata a una necessità, che è quella di impedire che il contagio possa di nuovo divampare, allora si deve sicuramente continuare a tenerle; altrimenti, se questo non è, indubbiamente sarebbe preferibile stare senza”.

Norme allentate per le attività commerciali

Mascherine da tenere ancora al chiuso, conferma del distanziamento di un metro tra i tavoli nei ristoranti, indicazione a privilegiare i pagamenti con carta elettronica e ad effettuare una adeguata areazione degli ambienti. Sono alcune delle misure precauzionali da adottare negli esercizi commerciali contenute in un’ordinanza dell’1 aprile, pubblicata in gazzetta ufficiale e che sostanzialmente confermano le misure già previste. Tra le altre è prevista la predisposizione da parte degli esercenti di un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare e obbligo di possesso e presentazione della certificazione verde Covid-19 base o rafforzata dove è ancora prevista. Indicato anche l’uso corretto della mascherina (chirurgica o FFP2) in tutti gli ambienti chiusi e, in caso di assembramento, anche all’aperto, ove previsto dalla normativa. All’ingresso e in più punti dei locali, vanno piazzati soluzioni igienizzanti per le mani. Rispetto all’areazione dei locali, è indicato un rinforzo del ricambio d’aria naturale o attraverso impianti meccanizzati negli ambienti chiusi. Inoltre, “in ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria”.


 

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Le misure nell’ordinanza valgono per le attività di per ristorazione e cerimonie, attività turistiche e ricettive, cinema e spettacoli dal vivo, piscine termali e centri benessere, servizi alla persona, commercio, musei, archivi, biblioteche, luoghi della cultura e mostre, parchi tematici e di divertimento, circoli culturali, centri sociali e ricreativi, convegni, congressi e grandi eventi fieristici, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. Indicazioni anche per sagre e fiere locali, corsi di formazione, sale da ballo e discoteche.

Il piano del governo

Il decreto che impone l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi al chiuso è in scadenza il 30 aprile, tra non più di qualche settimana. Ma con i contagi Covid che continuano a correre, tra gli esperti sale la preoccupazione e c’è chi spinge per una proroga della misura con cui abbiamo convissuto praticamente ininterrottamente negli ultimi due anni di pandemia. Insomma, non è detto che dal 1° maggio diremo addio alle mascherine al chiuso, come previsto inizialmente dai piani di riaperture del governo Draghi.

A frenare è anche il consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi. Secondo cui l’utilizzo delle mascherine “è inderogabile” fino a quando avremo a che fare con la pandemia. Ricciardi ha assicurato che, nonostante l’obiettivo sia quello di allentare anche questa misura dal mese prossimo, sia il ministro Roberto Speranza che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sono consapevoli della necessità di guardare alla curva dei contagi, prima di prendere una decisione definitiva.

Nelle ultime ventiquattro ore, del resto, si sono contati oltre 88 mila nuovi contagi. Numeri che chiaramente ci dicono che, al di là del termine dello stato di emergenza, la pandemia non sia finita. Secondo il virologo Andrea Crisanti, però, il punto è un altro: e cioè, ha affermato in un’intervista al Corriere del Veneto, il fatto che con questi numeri nemmeno la mascherina sia più sufficiente. “La variante Omicron ha un indice di trasmissibilità tra 12 e 15. E poi non tutti usano questa protezione al chiuso, alcuni la portano male e altri non sempre. Le misure di contenimento servono a poco, bisogna cambiare politica e proteggere i fragili”


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