Cronaca

Covid, focolaio in una scuola a Perugia: l’idea di 2 bimbe per tracciare il contagio spiazza i docenti

Emma e Matilde hanno disegnato su un foglio a quadretti la disposizione in classe

Focolaio Covid in una scuola elementare di Perugia: l’idea di due bimbe per tracciare il contagio, ha spiazzato letteralmente genitori e insegnanti.

Le due “geniette”, Emma e Matilde, hanno disegnato su un foglio a quadretti la disposizione della classe, sottolineando con una matita rossa i loro compagni che via via sono risultati positivi Coronavirus. 

Focolaio Covid in una scuola a Perugia: l’idea di due bimbe per il tracciamento

Ha lasciato a bocca aperta genitori e insegnanti l’idea di due bambine della terza elementare per tracciare i contagi Covid avvenuti tra i banchi.

Il plesso è stato chiuso, infatti, a seguito di un focolaio Covid. In attesa dei risultati dello screening operato dalle autorità sanitarie, Emma e Matilde hanno riprodotto su un foglio, con delle caselline, la disposizione in classe degli alunni e sottolineato con la matita rossa i loro compagni che via via sono risultati positivi, in 10 sui 23 che abitano giornalmente l’aula.

 Al termine dell’esercizio statistico, le bambine hanno potuto constatare che a infettarsi sono stati 8 dei 10 alunni seduti in quarta e quinta fila. Al contrario, fra i 13 bambini seduti fra la prima e la terza fila, se ne sono contagiati solo due.
La tesi che sta animando il dibattito nella scuola, è che la circolazione d’aria fra la porta e la finestra – poste una di fronte all’altra a ridosso delle prime file – abbia evitato che i ragazzi si contagiassero, cosa che non è accaduta in fondo all’aula, nonostante la presenza di un’altra finestra, sempre sul lato opposto della porta ma più lontana.

L’altra ipotesi è che, come spesso accade a scuola, chi è seduto in fondo sfugge più facilmente al controllo degli insegnanti e magari si procura qualche occasione di contatto in più.

Il commento

“Le bambine sono state molto brave – commenta Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici di Roma – perché hanno portato avanti, con i loro mezzi, una piccola indagine epidemiologica e hanno centrato il punto: la circolazione d’aria è un deterrente per il contagio. È una tesi molto accreditata quella secondo cui lo scorso anno la Lombardia e tutta la Pianura Padana abbiano sofferto la forte umidità e l’assenza di venti e che questo abbia favorito il protrarsi del contagio, rispetto al centro sud, dove sono iniziate giornate calde già a febbraio, alternate ad altre con venti molto forti”.

Certo, sottolinea Magi, “una sola classe e un solo episodio non possono determinare scientificamente una tesi, ma la questione posta è corretta: bisogna ridurre l’umidità e far circolare l’aria negli spazi chiusi“.


Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio