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Il 17 aprile 2014 ci lascia Gabriel García Márquez, massimo esponente del realismo magico

Márquez è stato il personaggio principale del cosiddetto boom della letteratura ispano-americana, un fenomeno editoriale che, negli anni Sessanta, uno dei più emblematici esponenti del cosiddetto realismo magico

Gabriel García Márquez, romanziere colombiano e Premio Nobel per la letteratura nel 1982 e uno dei grandi maestri della letteratura universale.

Márquez è stato il personaggio principale del cosiddetto boom della letteratura ispano-americana, un fenomeno editoriale che, negli anni ’60, uno dei più emblematici esponenti del cosiddetto realismo magico.

17 aprile 2014: muore Gabriel García Márquez, Premio Nobel per la letteratura dell’82

Gabriel García Márquez (il nome completo è Gabriel José de la Concordia García Márquez) nasce il 6 marzo 1927 ad Aracataca, piccolo villaggio fluviale della Colombia.

Figlio di Gabriel Eligio García, di professione telegrafista, e di Luisa Santiaga Márquez Iguarán, viene cresciuto nella città caraibica di Santa Marta (a circa 80 chilometri dal suo paese natale), allevato dai nonni (il colonnello Nicolás Márquez e la moglie Tranquilina Iguarán).



Percorso accademico

Dopo la morte del nonno (1936) si trasferisce a Barranquilla dove inizia gli studi. Frequenta il Colegio San José e il Colegio Liceo de Zipaquirá, dove si diploma nel 1946.

Nel 1947 inizia i suoi studi all’Universidad Nacional de Colombia di Bogotà; frequenta la facoltà di giurisprudenza e scienze politiche, e nello stesso anno pubblica il suo primo racconto “La tercera resignacion” sulla rivista “El Espectator”. Presto abbandona lo studio di quelle materie che non lo affascinano.

In seguito alla chiusura dell’Università Nazionale, nel 1948 si trasferisce a Cartagena dove inizia a lavorare come giornalista per “El Universal”. Nel frattempo collabora con altri giornali e riviste sia americane che europee.


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I giovani scrittori

Si lega ad un gruppo di giovani scrittori dediti alla lettura dei romanzi di autori quali Faulkner, Kafka e Virginia Woolf. Torna a Bogotà nel 1954 come giornalista de “El Espectador”; in questo periodo pubblica il racconto “Foglie morte”.  L’anno successivo risiede a Roma per alcuni mesi: qui segue dei corsi di regia, prima di trasferirsi a Parigi.


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Le grandi opere

Dopo l’ascesa al potere di Fidel Castro, visita Cuba; inizia una collaborazione professionale con l’agenzia “Prensa latina” (prima è a Bogotà, poi a New York) fondata dallo stesso Castro. Le continue minacce della CIA e degli esuli cubani lo inducono a trasferirsi in Messico.

A Città del Messico (dove Garcia Marquez risiede stabilmente dal 1976) scrive il suo primo libro “I funerali della Mama Grande” (1962) che contiene anche “Nessuno scrive al colonnello”, lavori con i quali si comincia a delineare il fantastico mondo di Macondo, paese immaginario che deve il suo nome ad una zona vicino al paese di origine di Gabriel Garcia Marquez, dove erano presenti molti vigneti che l’autore poteva vedere in treno durante i suoi viaggi.


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Il realismo magico

Nel 1967 pubblica uno dei suoi romanzi più noti, che lo consacrerà come uno dei più grandi scrittori del secolo: “Cent’anni di solitudine”, romanzo che narra le vicende della famiglia Buendía a Macondo. L’opera è considerata la massima espressione del cosiddetto realismo magico.

Seguono “L’autunno del patriarca”, “Cronaca di una morte annunciata”, “L’amore ai tempi del colera”: nel 1982 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Nel 2001 è colpito da cancro linfatico. Nel 2002 pubblica comunque la prima parte di “Vivere per raccontarla”, la sua autobiografia.


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Vittoria contro il cancro e morte

Vince la sua battaglia contro il cancro e nel 2005 torna alla narrativa pubblicando il romanzo “Memoria delle mie puttane tristi” (2004), il suo ultimo romanzo.

Ricoverato per l’aggravarsi di una grave polmonite nella clinica Salvador Zubiran in Messico, Gabriel García Márquez muore il giorno 17 aprile 2014, all’età di 87 anni.



Vita privata

Era appena adolescente quando conobbe la futura moglie, Mercedes: un legame per tutta la vita, come certe coppie dei suoi romanzi. Le donne della sua famiglia lo hanno ispirato sempre a partire dalla nonna, come racconta grandi scrittori e scrittrici come Camilla Baresani.

Nel 1958 convola a nozze con Mercedes Barcha, la quale dà presto alla luce due figli, Rodrigo (nato a Bogotá nel 1959) e Gonzalo (nato in Messico nel 1962).



 

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