Imola, Fatiha Sakhri infermiera campana discriminata: “Non sei italiana, niente casa”
Fatiha Sakhri, infermiera e cittadina campana di origini magrebine racconta su Facebook la discriminazione di cui è stata vittima a Imola: “Casa negata perché straniera, la proprietaria lo ha deciso dopo avere scoperto le mie origini non italiane. Mi ha aiutata un ragazzo siciliano”.
“Non sei italiana: niente casa” e Fatiha resta senza stanza
La donna era alla ricerca d’una sistemazione a Imola, noto comune del Bolognese. Obiettivo: poter render visita al fratello, ricoverato per riabilitazione all’Istituto Montecatone dopo un incidente avvenuto prima del lockdown da Covid-19.
Il caso
Così l’infermiera campana racconta di avere prenotato telefonicamente, senza alcun problema, una stanza. Salvo, poi, dover rinunciare a causa del ‘dietrofront’ dei proprietari della casa, una volta arrivata a Imola:
“Arriviamo all’indirizzo della camera , scendo dalla macchina .. una signora insieme al marito ci guardano insospettiti , sono i proprietari. Parlano a bassa voce , si guardano .. silenzio , mi avvicino , mi presento : salve sono Sakhri, ci siamo sentiti per la camera ..
– ah.. si .. (senza nemmeno salutare)ma non siete di Napoli allora …
Scusi signora in che senso?
Le non mi ha detto al telefono che NON SIETE ITALIANI , mi ha detto che venite da Napoli
Signora , mi dispiace non averlo specificato ma non pensavo avesse importanza ai fini dell’affitto !!
Eh beh si invece ..
Io senza parole… shoccata
Poi siete in tanti , no non è possibile affittare la stanza , no no mi dispiace.
Papà : lei(io ) se ne va fate stare almeno mia moglie con il bambino nella stanza.
Nono mi dispiace , non ci avete detto che siete stranieri prima ..
Quindi lei mi sta dicendo che non ci vuole affittare la stanza perché siamo stranieri?
Lei: non solo , anche perché c’è il bambino .
Quindi il motivo principale è che non siamo italiani ( alla faccia della cittadinanza italiana di giusto un anno fa’)
Panico .. e ora dove andiamo? Penso…
Dio santo ma sto sognando ? Non può essere vero , non ci posso credere !
Signora ma si rende conto che noi siamo venuti fin qui convinti di avere un alloggio sicuro? Direi fortuna che siamo venuti con la macchina e non con il treno , altrimenti saremmo rimasti a via Montecatone , sotto quei 30 gradi al sole cocente.
Si , capisco ma non posso affittare la stanza”.
Il lieto fine
Le cose fortunatamente si aggiustano grazie ad una altro affittuario, meridionale, ed è la giovane infermiera che racconta il “lieto fine” dopo tanta amarezza:
“Un abbraccio affettuoso invece al fratello siciliano , che a sua volta offre affitto e che ho chiamato subito dopo la discussione e senza raccontargli assolutamente niente , ci ha dato massima disponibilità , affitto immediato con mole elevata di gentilezza e generosità . Grazie a te che dopo questo grave accaduto , a tua insaputa ci hai cambiato il decorso della giornata e hai lasciato sicuramente una bellissima impronta nei nostri cuori , in un momento di assoluto bisogno , senza secondi fini . Grazie”.
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