Cronaca

Ralph, sparato alla testa perché aveva sbagliato casa: tragedia a Kansas City

La storia terrificante arriva da Kansas City, in Missouri: Ralph, ragazzo di 16 anni, doveva andare a prendere i suoi fratellini, ma ha sbagliato l’indirizzo della casa, ed è stato sparato alla testa dal proprietario. Le sue condizioni sono gravi, ma non sembra essere in pericolo di vita. Lo riporta Il Mattino.

Kansas City, ragazzo sparato alla testa perché aveva sbagliato casa

Una storia terrificante, quella avvenuta a Kansas City, in Missouri, l’ennesimo orrore legato alle armi negli Stati Uniti. Pochi giorni dopo l’annuncio di Donald Trump, in campagna elettorale, di eliminare tutti i limiti alle armi decisi dall’amministrazione di Joe Biden.

Ralph Yarl è un ragazzo afroamericano e vive a Kansas City, in Missouri. I genitori gli aveva chiesto di andare a prendere i fratellini, ma ha sbagliato l’indirizzo. Appena ha bussato alla porta un uomo gli ha aperto e dopo qualche istante gli ha sparato due volte. Ralph è stato colpito alla testa e a un braccio.

Il ragazzo è fuggito e ha cercato aiuto. Ha bussato a tre case nel quartiere, ma nessuno lo ha aiutato. Al quarto tentativo un residente ha aperto la porta, l’uomo gli ha prima intimato di sdraiarsi a terra e di tenere le mani in vista e poi ha chiamato le forze dell’ordine.

L’arresto

Gli avvocati della famiglia hanno parlato di “un aggressore bianco di sesso maschile”, si tratta di Andrew Lester, 85enne. Subito dopo l’incidente l’uomo è stato fermato, ma è stato rilasciato dopo appena un’ora. In attesa di “una dichiarazione formale della vittime e della raccolta delle prove”. Nella giornata di ieri 17 aprile, Lester è incriminato per aggressione a mano armata. L’uomo ora è libero dopo il pagamento di una cauzione di 200 mila dollari.

Come sta ora Ralph

Ralph Yarl è stato per giorni tra la vita e la morte ma ora è tornato a casa. Dopo diversi giorni in ospedale il ragazzo è stato dimesso e, ha riferito il padre, sta facendo progresso. Il presidente statunitense Joe Biden lo ha chiamato e gli ha augurato una rapida guarigione, ma non si placano le polemiche per l’ennesimo caso che sottolinea il serpeggiante razzismo in Nordamerica.

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