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Mani Pulite, 30 anni fa le manette a Mario Chiesa: fu l’inizio di Tangentopoli

L'inchiesta azzerò la Prima Repubblica, coinvolgendo leader politici, ministri e manager, compie 30 anni

Il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa viene arrestato per concussione per una tangente da 14 milioni di lire: è l’inizio di Tangentopoli. L’operazione è messa a punto dall’allora sostituto procuratore Antonio Di Pietro e dal capitano dei carabinieri Roberto Zuliani. Prende così il via la più clamorosa inchiesta giudiziaria italiana, denominata Mani Pulite.

Mani Pulite: 30 anni di Tangentopoli, la storia

Mani pulite (comunemente nota anche come Tangentopoli) è il nome giornalistico dato a una serie d’inchieste giudiziarie, condotte in Italia nella prima metà degli anni novanta da parte di varie procure giudiziarie, che rivelarono un sistema fraudolento ovvero corrotto che coinvolgeva in maniera collusa la politica e l’imprenditoria italiana.

L’arresto di Mario Chiesa e le prime inchieste

Le vicende iniziarono lunedì 17 febbraio 1992 quando il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese e ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura per l’ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del PSI milanese. Chiesa era stato colto in flagranza di reato mentre intascava una tangente dall’imprenditore monzese Luca Magni che, stanco di pagare, lo aveva denunciato all’Arma dei Carabinieri.

Magni, d’accordo coi carabinieri e con Di Pietro, fece ingresso alle 17:30 nell’ufficio di Mario Chiesa, portando con sé 7 milioni di lire, corrispondenti alla metà di una tangente richiesta a lui da quest’ultimo; l’appalto ottenuto dall’azienda di Magni era infatti di 140 milioni e Chiesa aveva preteso per sé il 10%, quindi una tangente da 14 milioni.

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