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Massimiliano Gallo: “Il mio Malinconico smonta Gomorra e la retorica sugli uomini”

Il mondo di Vincenzo Malinconico, Avvocato d’insuccesso, raccontato da Massimiliano Gallo

Massimiliano Gallo racconta e spiega il suo Vincenzo Malinconico, Avvocato d’insucesso, in un’intervista esclusiva per Fanpage.it. “È un uomo cresciuto sotto un certo retaggio, ma è un buono e un perdente di successo”, dichiara l’attore stesso.

Massimiliano Gallo spiega Vincenzo Malinconico

Vincenzo Malinconico è un perdente, non un fallito: c’è una grande differenza. Questo punto l’ha spiegato bene a Fanpage.it il protagonista della nuova fiction di Rai1, Massimiliano Gallo. L’ansia del debutto, la soddisfazione di essere il protagonista di un prodotto originale come “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso”, tratto dalla saga di romanzi bestseller di Diego De Silva, il preciso lavoro sul personaggio: “Gli ho messo delle cose solo mie, come quello di stringersi al petto la sua valigetta, come una coperta di Linus”. 

Il mondo di Malinconico è un mondo in cui è facile perdersi per provare meraviglia, delle sue mille digressioni e divagazioni su tutto. Possiamo vedere il mondo femminile, la vita propria e quella degli altri, i tanti problemi, come quelli che lo perseguitano quando sospetta dell’omosessualità di suo figlio. Per la prima volta, si affronta il tema senza retorica evitando, come dice spesso lo stesso personaggio, di parlare a vanvera: “È un uomo cresciuto sotto un certo retaggio, ma è un buono. La supera quando si rende conto che non c’è niente da superare“. Di recente ha omaggiato suo padre Nunzio Gallo, vincitore al Festival di Sanremo negli anni ’50, a Ballando con le stelle, rilancia sognando il Teatro Ariston e una chiamata di Amadeus: “Se dovesse chiamarmi, non direi di no”. 

Alla domanda: ”cosa direbbe Massimiliano a Malinconico, e viceversa”, lui risponde:  ”A Malinconico gli dico, essendo lui un non vincente per scelta, per una volta scelga di essere un vincente. Almeno nei numeri. O un “loser di successo”. Malinconico mi direbbe: “Massimiliano, non mandarmi un messaggio vocale perché io, i messaggi vocali li odio”. Poi sul suo personaggio dice: Credo che ci sia tanta leggerezza, un’ironia che sa lasciarti un pensiero, una riflessione. Io credo molto in questa operazione. A me piace molto. Il mondo di Malinconico sotto la forma cinematografica è un’avventura stimolante e molto complessa. Angelini, il regista, ha trovato delle soluzioni interessanti”. 

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