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Maurizio Crozza: Gialappas, La7, Sanremo, Nove e controversie sul comico genovese

Tutto quello che c'è da sapere sul noto comico e conduttore televisivo genovese

Maurizio Crozza, nato a Genova il 5 dicembre del 1959, è un comico, imitatore e conduttore televisivo italiano. Ha esordito in televisione con il gruppo comico genovese Broncoviz, in Rai, e ha successivamente lavorato per diversi anni anche a Mediaset con il trio comico Gialappa’s Band diventando uno dei volti del noto programma comico Mai dire Gol.

Maurizio Crozza, vita e carriera

Consegue il diploma nel 1980 presso la Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, poi prosegue la carriera con il Teatro dell’Archivolto di Genova: in questo ambiente, assieme agli altri attori, forma il gruppo cabarettista genovese dei “Broncoviz“, di cui facevano parte anche gli attori Ugo Dighero, Marcello Cesena, Mauro Pirovano e Carla Signoris. Carla diventerà poi moglie di Maurizio Crozza.

La popolarità arriva grazie alla televisione, dapprima con i programmi satirici di Rai Tre “Avanzi” e “Tunnel” (condotti da Serena Dandini), poi soprattutto per le partecipazioni ai programmi della Gialappa’s Band, su Italia 1. Di buon successo anche la trasmissione demenziale “Hollywood Party“, che nel 1995 andava in onda sulla terza rete radiofonica della Rai.

Dalla Gialappa’s a Rockpolitik

Sempre nel 1995 avviene l’esordio di Maurizio Crozza come attore cinematografico: il film si intitola “Peggio di così si muore“, di Marcello Cesena. A questo lavoro farà seguito quattro anni dopo “Tutti gli uomini del deficiente“, ideato proprio dalla Gialappa’s Band.

Per tre stagioni televisive, dal 2001 e fino al 2004, Crozza è il comico e trasformista di punta nella trasmissione di Rai Due “Quelli che… il calcio“, così come “La Grande notte del lunedì sera“, programmi entrambe presentati da Simona Ventura.

Nel 2004 la formula vincente Ventura-Crozza viene ingaggiata per il palcoscenico del Festival di Sanremo, la cui direzione artistica nell’occasione è affidata a Tony Renis.

Nel 2005 Crozza torna a teatro con il monologo “Ognuno è libero“, nel quale il comico genovese dimostra le sue grandi capacità di imitatore. Lo stesso anno Adriano Celentano lo vuole in tv nella sua trasmissione-evento “Rockpolitik“, programma che in tipico stile di Celentano non rimane privo di polemiche e dove Maurizio Crozza può sguazzare con grande libertà satirica.


Crozza-in-Mai-dire-Gol


Da La7 a Nove

Il 25 aprile 2006 esordisce su La7 come show-man in un nuovo programma del quale è anche autore, il cui titolo ironico è “Crozza Italia“. Nel 2007 viene chiamato per curare e interpretare la parte introduttiva del programma di dibattito politicoBallarò” (condotto da Giovanni Floris), trasmesso su Rai Tre.

Ballarò poi passa su La 7 con il nome “diMartedì“. Dopo i programmi su La 7 “Crozza Italia“, “Italialand” e “Crozza nel paese delle meravigli“, nel 2017 si trasferisce sul nuovo canale televisivo Nove, con il “Fratelli di Crozza“.

Tra le esilaranti imitazioni di Maurizio Crozza durante la sua carriera si ricordano Serse Cosmi, Arrigo Sacchi, José Altafini, Fatih Terim, Franco Scoglio, Luciano PavarottiCarmelo Bene, Vito CorleoneNino D’AngeloMahmoud AhmadinejadAntonino ZichichiBenedetto XVI, George W. BushMarco PannellaAlan FriedmanGigi MarzulloFrancesco GucciniWalter VeltroniCarlo Taormina, Candido CannavòMassimiliano Fuksas. Nel 2008 la moglie Carla Signoris scrive e pubblica un libro dal titolo “Ho sposato un deficiente” (Rizzoli).


Crozza-Nel-Paese-delle-Meraviglie


Controversie

Nel novembre 2005 Crozza è stato criticato dal quotidiano Avvenire nonché da esponenti del mondo cattolico a causa della sua imitazione del Papa all’interno della sua trasmissione Crozza Italia.

L’8 febbraio 2012 il sito Kataweb, insieme a tanti altri media di informazione, riporta l’argomento più discusso quel giorno su Twitter: l’hashtag #copiaeincrozza.

Secondo gli utenti del social network, istigati dal deputato PD Andrea Sarubbi, Crozza avrebbe copiato tre battute del suo monologo di martedì 7 febbraio a Ballarò da Twitter. Crozza replica il giorno stesso alle accuse di plagio con una lettera ironica al Corriere.it in cui scrive, fra l’altro:

“Lo confesso: è tutto vero. Sono trent’anni che io lavoro copiando dalla rete. Anche quando la rete non esisteva, io la copiavo. A scuola ho sempre copiato da Twitter. Anche questo comunicato non è mio: l’ho appena trovato su Twitter”. 

Nei giorni seguenti prendono le difese del comico i giornalisti de la Repubblica Michele Serra (“Una buona parte delle battute comiche è “res nullius“, come i pesci del mare. Nascono da un mix inestricabile di tradizione popolare, motti di spirito orecchiati, meccanismi comici riadattati, limati, modificati, rovesciati.

Ciò che fa poi la differenza è il loro uso, il contesto nel quale vengono inserite, e soprattutto la maniera di dirle, che è poi il succo dell’arte comica”) e Stefano Bartezzaghi (“Le frasi si possono rubare, l’importante è dirle bene”), mentre Riccardo Bocca de l’Espresso lo rimprovera (“Gentile Maurizio C., le eventualmente sgraffignate battute non facevano affatto ridere.

Molto meglio, a colpi di labor limae, sprecare ore e ore per partorirne altre. Sennò non si capisce perché dovrebbero pagarlo, il suo teatrino satirico”). Uno degli autori di Crozza, Federico Taddia, con una mail al quotidiano La Stampa definisce il caso “fastidioso e gonfiato” e spiega che “la stessa realtà può dare battute simili” e che “artisti di questo livello non hanno bisogno di copiare”.

Un altro autore di Crozza, Stefano Andreoli, fondatore del blog satirico Spinoza.it, giudica negativamente il modo in cui il fatto è stato presentato:

“Anziché porre l’interrogativo ‘Crozza ha copiato o non ha copiato?’ si è detto ‘Posto che Crozza ha copiato, ha fatto bene o ha fatto male?’.  Così una calunnia diventa presupposto assodato, specie per giornalisti disattenti o poco inclini ad approfondire la questione (o disonesti, aggiungo). E non fai in tempo a cercare di chiarire che il titolone si è già allargato a macchia d’olio. E mi stupisce che una questione così inconsistente sia arrivata sui giornali e in tv, segno che c’è qualcuno da quelle parti che ha interesse ad alimentarla”.

Durante la sua partecipazione al Festival di Sanremo 2013 Crozza ha inoltre subito una contestazione dalla platea, mentre esordiva con la sua imitazione di Silvio Berlusconi. Il conduttore Fabio Fazio è poi intervenuto per permettergli di riprendere la sua esibizione, che comprendeva anche le imitazioni di Pier Luigi Bersani, Antonio Ingroia e Luca Cordero di Montezemolo, quest’ultima rimasta però incompiuta.

Il quotidiano Libero ha poi polemizzato sulla reazione di Crozza alla contestazione di cui fu bersaglio. Il critico Aldo Grasso ha commentato: “Crozza è un attore, non un improvvisatore”.

Sempre su LiberoFilippo Facci si disse d’accordo con Grasso ma criticò l’incapacità del comico a fronteggiare la situazione con la presenza di spirito che a suo parere ci si dovrebbe aspettare da un monologhista satirico del suo calibro. Sempre in occasione di Sanremo 2013, fu contestato a Crozza l’autoplagio di monologhi e battute già usati in precedenti programmi televisivi, a fronte dell’ingente cachet (circa 400.000 euro).

Nell’estate 2013, alla scadenza del suo contratto con LA7, si parla di un possibile approdo di Crozza su Rai Uno con un nuovo one man show. Tuttavia le polemiche derivate dall’alto compenso richiesto dal comico, circa 5 milioni di euro per tre anni, fanno sfumare la trattativa con la RAI.


Crozza-contestato-a-Sanremo


 

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