Inchiesta

Il mistero della scomparsa di Massimo Torregrossa

È un vero mistero la scomparsa di Massimo Torregrossa, che da martedì 13 agosto 2019 è svanito nel nulla da Catanzaro, senza lasciare traccia

Resta un vero mistero la scomparsa di Massimo Torregrossa, 52 anni, originario di Aversa in provincia di Napoli, sparito da Catanzaro senza più dare sue notizie, martedì 13 agosto 2019.

Chi è Massimo Torregrossa

Massimo Torregrossa è nato ad Aversa, in provincia di Napoli, è un uomo dai profondi occhi blu, con uno sguardo dolce e un coraggio da leoni. Uno di quattro figli di Armando Torregrossa, il papà che oggi ha 80 anni. Le sue sorelle si chiamano Loredana, Barbara e Stefania. Massimo, molto presto ha una vocazione e diventa prete, ma a un certo punto della vita incontra una donna, Katia, della quale s’innamora perdutamente, tanto da lasciare tutto per lei. Si spoglia, quindi, dell’abito talare per poterla sposare.

Massimo Torregrossa lo possiamo meglio conoscere attraverso le parole del papà, che gli ha scritto una toccante e commovente lettera e che racconta anche un po’ la sua storia:

(…) Ormai è passato molto tempo da quando non siamo più in contatto, ma noi tutti sentiamo la tua mancanza. Siamo nello sconforto totale. Eravamo felici. Dopo il diploma, l’esperienza a Marino, Roma. Poi la notizia che volevi entrare nel noviziato degli Oblati di Maria Immacolata a Vermicino, ricordi? Quindi, lo studio a San Giovanni Laterano, dove ti sei laureato in Teologia. Ricordo l’emozione che hai dato a tutti noi, un’emozione indescrivibile quando hai dato i primi voti a Grottaferrata, quando, don Clemente, parroco della cattedrale San Paolo di Aversa, ti ha messo addosso l’abito. In seguito, l’Ordinazione Sacerdotale che si è svolta in Aversa 17 febbraio 1996. Ricordi come era gremita di fedeli la cattedrale? Ricordi l’altra grandissima emozione quando hai celebrato la cerimonia nuziale di tua sorella Loredana? Dopo pochi mesi dall’Ordinazione sei andato in missione a Lourdes e mentre eri impegnato a confessare i fedeli, hai incontrato Paola Mambrini, una persona tanto cara, alla quale hai voluto bene fin dall’inizio. “Una persona meravigliosa”, dicevi, ricordi?.

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Poi c’è stato il trasferimento a Catanzaro. Una città bellissima, ma che purtroppo ci mette tanta tristezza, perché lì tu hai perso la serenità e noi con te. Nel 2003 ci invitasti a passare qualche giorno a Sant’Andrea, vicino a Soverato. Quando arrivammo capimmo che eri poco sereno. Infatti, ci spiegasti che eri intenzionato a uscire dagli Oblati perché ti eri innamorato. Il giorno dopo ti avvicinasti a me e mi dicesti:

“Papà io non posso prendere in giro Gesù, non posso andare verso l’altare per celebrare l’Eucaristia, portando nella mia mente una donna.”

Così iniziò la tua nuova vita.

Grazie all’aiuto dei tuoi superiori venisti assunto dalla Fondazione Betania di Catanzaro e ti trasferisti in un monolocale. Occorrevano anni per organizzare il matrimonio. Nel frattempo, però, noi ti vedevamo convinto e felice.

Siamo venuti molte volte a trascorrere lì con te le vacanze estive.

Il 3 ottobre del 2009 ti sei finalmente sposato.

Una giornata ritenuta bella e gioiosa da noi tutti. Pensavamo fossi felice, ma purtroppo non era così, visto che dopo qualche tempo tua moglie ti ha chiesto la separazione.

Il 13 agosto 2019, tua sorella Barbara ha ricevuto una telefonata da un tuo collega di lavoro, che preoccupato ha chiesto tue notizie, visto che risultavi assente dal 12 agosto.

Perché tua moglie non ha denunciato subito la tua scomparsa?

Se era tua intenzione andartene a piedi, perché hai lasciato la tua auto sulla strada e non sotto casa tua?

Perché a noi familiari è stato negato il diritto di sapere?

Che cosa ti è successo? Dove sei?

Sono passati tre anni dal giorno della tua scomparsa. Io, tua madre, le tue sorelle Loredana, Barbara, Stefania e la signora Paola, siamo disperati. Viviamo nell’angoscia e nella paura. Ci preoccupa molto il suo silenzio. Ti chiediamo di darci tue notizie e ti aspettiamo (…).

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Cosa sappiamo

Massimo Torregrossa, dopo essersi spogliato dell’abito talare, perché perdutamente innamorato di Katia, donna che ha 15 anni in meno, vive con lei per molto tempo. Dopo 8 anni di fidanzamento e 10 anni di matrimonio, però, il loro rapporto si incrina, lei chiede la separazione e lui scompare nel nulla.

La sua auto, una Alfa 147 grigia, viene rinvenuta a soli 700 metri da casa, nove giorni dopo la sua scomparsa, nel parcheggio di un hotel di Catanzaro. All’interno dell’autovettura vengono ritrovati i suoi occhiali, indispensabili per la sua vista e anche il suo zainetto, dal quale non si sarebbe mai separato.

Il mistero della scomparsa

Secondo Armando Torregrossa ci sono troppe stranezze in questa vicenda. Armando riferisce in particolare di due telefonate, una avuta con il consuocero e una con Katia. Nel corso delle quali, le versioni che vengono date dai due, in riferimento alla descrizioni dei giorni precedenti alla scomparsa di Massimo, sarebbero diverse, con evidenti discrepanze.

Il consuocero afferma che Massimo ha trascorso, due giorni prima della sua sparizione, la giornata nella loro casa al mare, ovvero la casa del papà di Katia. prosegue che Massimo ha fatto il bagno con loro, ha pranzato con loro e poi nel tardo pomeriggio Massimo ha detto io vado a casa perché torna Katia dal lavoro. Armando, all’inizio, in buona fede, non ha avuto motivi per dubitare di quello che gli era stato riferito. Armando però chiede al consuocero, ma Massimo dove sta dormendo e lui risponde che da quando è scomparso, a casa mia. Quindi il consuocero afferma di aver trascorso domenica 15 agosto al mare insieme a Massimo, il quale in serata sarebbe tornato a casa a Catanzaro per aspettare la moglie. Una coppia normale, quindi, che vive sotto lo stesso tetto. Quando, però, Armando chiama la moglie di Massimo, viene fuori un’altra versione, alla domanda che pone a Katia, ovvero tu dove dormi, esce fuori che già da due o tre giorni prima dormiva a casa dei suoi genitori.

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E qui iniziano a sorgere i primi dubbi e si palesano le prime incongruenze sulle versioni date. La domanda che si pone il papà di Massimo è come è possibile che il consuocero non sapesse che la figlia già da circa tre giorni non vivesse più con il marito e ancora più strano, come poteva non sapere che Katia si fosse trasferita a casa sua.

Inoltre, una doccia fredda per Armando e i familiari è che la notizia della separazione di Katia e Massimo è quasi arrivata tramite stampa, infatti Katia non ha mai fatto riferimento a problemi coniugali. Quando Armando le chiede ma da quanto tempo avete di questi problemi, da quanto tempo hai perso la stima in quest’uomo ed è finito l’amore nei suoi confronti, la risposta di Katia è stata, da quasi quattro, cinque anni.

Altre persone, fra i quali colleghi di lavoro, hanno dichiarato che il giorno prima della scomparsa, Massimo avesse una faccia scura, e traspariva uno stato di tensione. Non si sarebbe comportato come sempre, tipo fermandosi all’uscita di lavoro a fare due chiacchiere e prendere un caffè insieme, ma si sarebbe messo speditamente in macchina e si sarebbe defilato rapidamente, comportamento inusuale da parte sua. Inoltre c’è la testimonianza di un’altra persona che afferma di aver visto Massimo con dei graffi e delle tumefazioni sulle braccia, che ha dormito in stazione e che lo stesso massimo avrebbe riferito a questa persona di aver avuto un litigio con la moglie e che un uomo o più persone non meglio specificate, tipo in nipote o un cugino di Katia lo avrebbe aggredito e malmenato riducendolo in un pessimo stato.

Queste, per il momento sono testimonianze e fatti che devono essere accertati e sempre per il momento restano solo ipotesi.

Un’altra ipotesi è invece di natura economica e ad avanzarla è la moglie di Massimo nelle telefonate che sono state registrate. Quando Armando ha chiesto a katia come mai ci sono questi problemi fra di voi, lei ha risposto, per cominciare ci sono tanti finanziamenti fatti da parte di Massimo; e anche se alcuni di questi sono stati già estinti ne restano ancora diversi, alchè i familiari di Massimo si propongono per estinguere tutti i debiti e le somme delle quali si sta parlando e Katia dice ad Armando di fargli pervenire le documentazioni, ma passano 15 giorni e questo non avviene. A questo punto il papà di Massimo chiama il papà di Katia per chiedere di questi incartamenti, ma il consuocero risponde che ormai questi documenti sono in mano all’Arma dei Carabinieri e al Magistrato. Armando chiede, ma come è possibile e per quale motivo; e gli viene risposto che quei documenti sono prove. Il papà di Massimo prosegue chiedendo, ma prove di ché, e sia il consuocero che Katia rispondono che quelle sono prove che possono spiegare la scomparsa di Massimo.

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Secondo i familiari e gli amici di Massimo, un altro comportamento davvero anomalo è che dopo 8 giorni dalla sua scomparsa né Katia né i suoi parenti hanno denunciato il fatto alle autorità.

Solo grazie all’insistenza dei Torregrossa, ma anche di Paola Mambrini, divenuta amica di famiglia, che sta cercando Massimo senza sosta da tre anni, è stata sporta una denuncia da parte di Katia, che per la precisione, si è rifiutata fino all’ultimo, o meglio, fino a quando non si è vista costretta a farlo dalle giustificate e legittime insistenze dei parenti di Massimo. La denuncia fatta da Katia, però, è per allontanamento volontario, ma questo secondo la famiglia Torregrossa, la signora Paola Mambrini e l’avvocato Paola Paparo non è assolutamente possibile, Massimo non si sarebbe mai allontanato volontariamente.

Le indagini

Di recente, grazie proprio all’intervento dell’avvocato Paola Paparo dell’associazione Penelope, che si occupa delle persone scomparse, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, ha deciso di accogliere l’opposizione alla richiesta di archiviazione e per la prima volta, ha disposto delle indagini.

La macchina delle investigazioni si è messa in moto, bisogna aspettare e vedere se troverà il sentiero giusto che conduce alle risposte sperate e alla verità. Ci sono ancora molte zone d’ombra e domande senza risposta, ma di certo questo è un mistero campano.

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