L’Italia ha superato quota 100mila morti tra i pazienti che hanno contratto il Covid-19. Con dati che sono molto diversi da Regione a Regione e su cui influisce soprattutto l’età , oltre che l’eventuale presenza di patologie pregresse. Per capire chi sono le vittime del Coronavirus in Italia un report dell’Istituto superiore di sanità , aggiornato al primo marzo, consente di analizzare i dati su 96.149 pazienti deceduti e capire quali sono le caratteristiche delle vittime.
In Lombardia quasi un terzo dei decessi Covid
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, l’Iss suddivide il report in tre fasi: la prima è quella della prima ondata, da marzo a maggio 2020; la seconda è quella della bassa incidenza, da giugno a settembre 2020; la terza corrisponde alla seconda ondata, cioè da ottobre 2020 a marzo 2021. Nella prima ondata il 47,7% dei decessi riguarda la Lombardia, seguita dal 12,6% dell’Emilia-Romagna e dall’11,6% del Piemonte. Alto, sopra il 4%, anche il dato di Veneto e Liguria. Al Sud e al Centro il numero di vittime è stato nettamente inferiore. Nella seconda fase, quella della bassa incidenza, il 32,9% dei decessi riguarda ancora la Lombardia, poi il 13,5% il Veneto, il 9,4% l’Emilia-Romagna e l’8% il Lazio. Più bassi, anche nell’estate del 2020, i dati al Sud.
Si passa poi alla terza fase, quella della seconda ondata: in Lombardia si registra il 18,6% dei decessi, in Veneto il 12,7%, in Emilia-Romagna il 10,1%. Poi ci sono il Lazio all’8%, il Piemonte al 6,9% e sopra il 6% anche la Sicilia e la Campania. Più basso il dato per Calabria, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta, anche se per le ultime tre Regioni influisce anche un numero molto più basso di abitanti rispetto ad altri territori. Se andiamo a vedere il totale delle vittime dall’inizio dell’epidemia ad oggi, in Lombardia si registrano 28mila morti, con circa 10mila in Emilia-Romagna e Veneto. In percentuale, il 29,2% dei decessi è avvenuto in Lombardia, l’11% in Emilia-Romagna, il 10,2% in Veneto, l’8,6% in Piemonte e il 6,1% nel Lazio. Poi, in ordine, ci sono: Toscana, Campania, Sicilia, Puglia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Trento, Sardegna, Bolzano, Umbria, Calabria, Valle d’Aosta, Molise, Basilicata.
Le caratteristiche demografiche dei deceduti
L’età media dei deceduti è di 81 anni, quella mediana di 83. Le donne decedute sono il 43,9% delle vittime. L’età mediana dei deceduti è di oltre 30 anni più alta rispetto alla mediana di chi ha contratto l’infezione: 83 anni contro 48. L’età media dei decessi settimanali è aumentato dall’inizio dell’epidemia fino a raggiungere gli 85 anni della prima settimana di luglio 2020, per poi scendere di nuovo leggermente, con un’ulteriore riduzione a partire dalla seconda settimana di febbraio 2021. I pazienti deceduti con meno di 50 anni sono stati in totale 1.055, l’1,1% di quelli totali. Sotto i 40 anni solo 36 di loro non avevano patologie pregresse. Sul totale dei decessi il 3,1% del campione non aveva patologie pregresse, considerando tutte le età .
Per quanto riguarda i pazienti deceduti che sono prima stati ricoverati, i sintomi più comuni prima del ricovero sono stati dispnea (73% dei casi), febbre (68%) e tosse (33%). Dalla data dell’insorgenza dei sintomi alla data del decesso il tempo mediano è di 13 giorni: tra l’insorgenza dei sintomi e il ricovero passano 5 giorni, tra il ricovero e il decesso 8 giorni. Per quanto riguarda i tre diversi periodi, si registra l’aumento dei decessi delle persone con tre o più patologie. Crescono, inoltre, i decessi delle persone anziane e con condizioni di salute preesistenti peggiori.