Economia

Mutui prima casa: il regime speciale prorogato per tutto il 2024

Il DDL di Bilancio prevede diverse misure sulla casa, tra cui la proroga al 2024 del regime speciale per i mutui prima casa.

Si tratta di un’agevolazione introdotta con il dl Sostegni bis e rivolta a una serie di categorie prioritarie, come i giovani under 36, i conduttori di alloggi Iacp, le famiglie monogenitoriali con figli minori e le giovani coppie.

In particolare, le persone che possiedono determinati requisiti possono usufruire di una copertura in garanzia fino all’80% della quota capitale, una misura valida per l’acquisto della prima abitazione.

Con il differimento previsto dal DDL di Bilancio sarà possibile beneficiare di questa copertura sui mutui prima casa fino al 31 dicembre 2024, grazie a un apposito fondo di garanzia con una dotazione di 282 milioni di euro.

Per ottenere questa garanzia è necessario avere un Isee non superiore a 40 mila euro annui, ovviamente rientrando nelle categorie prioritarie fissate dal dl 73/2021 convertito dalla legge 106/2021.

Inoltre, la copertura in garanzia viene erogata solamente per i mutui superiori all’80% del valore dell’immobile da acquistare, un importo che comprende anche gli oneri accessori legati al finanziamento immobiliare.

Come scegliere il mutuo prima casa più conveniente

Il regime speciale permette ad alcune persone di ottenere una garanzia pubblica per riuscire a contrarre un mutuo prima casa, tuttavia è importante sapere come scegliere il finanziamento giusto per risparmiare e avere una rata che non impatti troppo sul proprio reddito.

Innanzitutto, è possibile affidarsi a siti specializzati come Facile.it per mettere a confronto un ampio ventaglio di preventivi mutuo in modo semplice, veloce e gratuito, risparmiando tempo e soldi.

In secondo luogo, bisogna sapere quali aspetti dei mutui valutare, per essere in grado di compiere una scelta consapevole e individuare l’opzione più vantaggiosa e adatta alle proprie esigenze. Una caratteristica importante è il costo effettivo del finanziamento, valutando quali banche offrono un mutuo per la casa con uno spread basso, ossia il differenziale applicato sull’indice di riferimento sia per i mutui a tasso variabile che a tasso fisso.

Bisogna anche tenere in considerazione il TAEG, ovvero l’indicatore che mostra l’impatto di tutti i costi del mutuo in valore percentuale. Questo parametro include il tasso di interesse offerto dalla banca e le varie spese accessorie del mutuo, come i costi di istruttoria, le commissioni di incasso delle rate e l’imposta di bollo. Un altro aspetto da non sottovalutare è la polizza incendio e scoppio, verificando che il costo dell’assicurazione non superi il 2-3% del valore del mutuo.

Considerando tutti questi fattori è possibile orientarsi in modo consapevole nella ricerca di un mutuo prima casa conveniente, cercando di scegliere un finanziamento che garantisca una rata sostenibile.

In genere, per capire se un mutuo può essere economicamente sostenibile bisogna controllare che l’importo della rata del mutuo non superi un terzo del reddito familiare, tenendo conto anche di altri finanziamenti in corso, altrimenti è preferibile ridurre la somma richiesta o cercare un mutuo più vantaggioso.

Conviene il tasso fisso o variabile per il mutuo prima casa?

Una delle decisioni più difficili da prendere prima della stipula di un mutuo prima casa è la scelta del tipo di tasso.

In questi casi, esistono due opzioni principali: i mutui a tasso fisso e i mutui a tasso variabile. In alternativa sono disponibili anche delle soluzioni miste, come i mutui a tasso variabile con CAP, in cui in caso di aumento dell’indice di riferimento l’importo della rata non può superare un certo valore fissato al momento della sottoscrizione del mutuo.

I mutui a tasso fisso prevedono un tasso di interesse calcolato in base all’indice Eurirs a cui viene applicato uno spread. Nonostante l’Eurirs sia più caro dell’indice usato per i mutui a tasso variabile, il suo valore non cambia durante il rimborso del finanziamento ed è possibile usufruire di una rata fissa che garantisce maggiore tranquillità. I mutui a tasso variabile, invece, sono calcolati partendo dall’Euribor e aggiungendo lo spread della banca, una soluzione inizialmente più conveniente ma che espone ai rischi legati all’andamento dell’indice.

La scelta dipende dalle proprie necessità, ad ogni modo chi vuole tutelarsi dalle fluttuazioni dell’Euribor può optare per un mutuo a tasso fisso, un finanziamento più costoso all’inizio ma che comporta meno stress e permette di gestire meglio la rata del mutuo.

In caso contrario, chi preferisce maggiore flessibilità può scegliere un mutuo a tasso variabile, eventualmente preferendo un prodotto con CAP per evitare aumenti eccessivi della rata che potrebbero trasformare il mutuo in un debito insostenibile. 

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