Cronaca

L’Olanda dice no alla libera circolazione di rumeni e bulgari: “Rischio per la sicurezza”

La scorsa settimana l’Eurocamera aveva chiesto l'ingresso dei due Paesi nell’area Schengen

L’Olanda dice no alla libera circolazione dei rumeni e dei bulgari. I Paesi Bassi hanno dichiarato apertamente di non volere nell’area Schengen la Romania e la Bulgaria.

L’Olanda dice no alla libera circolazione di rumeni e bulgari

In altre parole, non vogliono che i cittadini di questi due Paesi, membri dell’Unione europea dal lontano 2007, possano muoversi liberamente all’interno del blocco come quasi tutti gli altri cittadini Ue (fuori al momento ci sono anche Irlanda, Croazia e Cipro). Prima di permettere loro l’ingresso, l’Olanda vorrebbe analizzare ulteriormente il funzionamento dello Stato di diritto e la situazione della corruzione e della criminalità organizzata in entrambi i Paesi.

Il motivo

Secondo quanto dichiarato da una risoluzione del Parlamento olandese, l’adesione a Schengen dei due Paesi balcanici potrebbe “causare seri problemi al funzionamento del controllo di frontiera dello Stato interessato e quindi rappresentare un rischio per la sicurezza dei Paesi Bassi e dell’intero spazio Schengen“. Una posizione che è diametralmente opposta a quella votata appena la scorsa settimana a Strasburgo dal Parlamento europeo, secondo cui Romania e Bulgaria soddisferebbero da tempo i criteri necessari per l’ingresso nell’area Schengen.

La risposta della Romania

Secondo quanto dichiarato dal primo ministro rumeno Nicolae Cuca, il suo Paese avrebbe fatto tutto ciò che gli era stato richiesto, compreso quanto domandato dal Parlamento olandese. In una dichiarazione si è detto disponibile ad aprire le porte a una eventuale missione delle autorità olandesi in Romania per valutare sul campo la situazione.

In un’intervista rilasciata a Euractiv Bulgaria, l’eurodeputato rumeno Vlad Gheorghe lamenta che l’opposizione dei Paesi Bassi potrebbe incrementare l’euroscetticismo e aiutare l’avanzata dell’estrema destra nei due Paesi balcanici.

Penso che questo renderà l’Europa più debole. Ciò che ha reso forte l’Europa durante la crisi del Covid-19 e ora durante la guerra in Ucraina è stato il fatto di rimanere unita“, ha affermato. Dicendo no a Bucarest e Sofia, “l’Ue mostrerà esattamente il contrario e i nostri nemici cercheranno di sfruttarla. Abbiamo dei nemici. Abbiamo Putin; abbiamo altri Stati autocratici che vogliono lo smantellamento dell’Ue, e vedranno questa come un’opportunità perfetta per aiutare i partiti di estrema destra nei nostri Stati a crescere. Gli estremisti saranno molto contenti“, ha aggiunto Gheorghe.

La risposta della Bulgaria

Secondo il ministro della Giustizia bulgaro Krum Zarkovn, “rifiutare ancora una volta la Bulgaria e la Romania è contrario alle regole e crea la legittima sensazione di applicare un doppio standard“, ha affermato. “Non ci sono molte società, tra cui quella bulgara, che possono accettare serenamente che il loro Stato adempia a tutti i suoi obblighi, ma che i cittadini non possano beneficiare appieno dei loro diritti“, ha dichiarato a Euractiv Bulgaria.

Il presidente bulgaro Rumen Radev ha detto che Sofia e Bucarest sono diventate ostaggio della politica interna olandese, ma che, secondo le sue previsioni questa situazione non sarebbe durata a lungo. “La cosa più importante è che tutti i Paesi sostengono la Bulgaria”, ha detto, menzionando i colloqui avuti con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e alcuni altri leader degli Stati Schengen. “I Paesi Bassi sono ora soli”, ha dichiarato.

I paesi che non fanno parte dell’area Schengen

Tra gli Stati membri dell’Unione Europa, quelli che non fanno parte dell’area Schengen sono: Bulgaria, Croazia, Cipro, Irlanda e Romania. Nell’elenco degli stati dell’area Schengen, oltre i paesi dell’UE vanno inseriti anche alcuni Paesi extra-Ue: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

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