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Contributo per il Piano vaccini: gli infermieri sono ancora bloccati dal vincolo di esclusività

Per riprendere con velocità il Piano vaccini, il Ssn pensa agli infermieri, ancora bloccati dal vincolo di esclusività

Sono circa 270mila gli infermieri pronti a dare il loro ennesimo contributo in questa pandemia, bloccati ancora dal vincolo di esclusività. Per riprendere ed accelerare il Piano vaccini, il Servizio sanitario nazionale ripensa ad un coinvolgimento degli infermieri, fuori dall’orario di lavoro.


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Piano Vaccini: allentare il vincolo di esclusività degli infermieri

Nell’intervento normativo per il contrasto della pandemia, si apprende di un possibile allentamento del vincolo di esclusività per gli infermieri. La proposta era stata già avanzata dalla federazione nazionale ordini professioni infermieristiche Fnopi. Una deroga del genere consentirebbe agli infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale di poter effettuare vaccinazioni anche al di fuori dell’orario di lavoro.

Le riflessioni di Luca, infermiere del Ruggi

Sono 270mila gli infermieri bloccati dal vincolo di esclusività nei confronti del Ssn, pronti a dare un notevole contributo, per accelerare il Piano vaccini.

Le riflessioni di Luca, giovane infermiere dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, di Salerno: ” Rispetto ad un medico, il compenso orario di un infermiere è notevolmente ridotto. I benefici sarebbero sicuramente economici, ma soprattutto di manodopera. Si parla di circa 300mila infermieri costretti ai box. Generalmente, ed è importante sottolinearlo, il medico prescrive un farmaco, ma non lo somministra. Qui si parla di somministrazione del vaccino e la figura dell’infermiere potrebbe essere un cardine in questa battaglia.

L’infermiere è esattamente colui che somministra, sia in ambito ospedaliero che domiciliare, mentre il medico è colui che prescrive. Oltre al palpabile beneficio economico, l’infermiere sarebbe la figura ideale per dare una svolta risolutiva e decisa al Piano vaccini. Il vincolo di esclusività mi obbliga a prestare attività soltanto in favore del Servizio sanitario nazionale, senza poter lavorare in proprio, come invece può fare il medico. Siamo pronti anche in questa occasione a dare il nostro contributo, con l’auspicio che l’emergenza pandemica possa essere finalmente debellata”, conclude Luca.

 

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