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Pnrr, premi ai giudici che riusciranno a smaltire l’arretrato

Pnrr, premi ai giudici che riusciranno a smaltire l’arretrato: è questa la richiesta dell’Unione Europea per accelerare. Richiami e sanzioni, invece, alle toghe che nicchiano e accumulano processi, salvo poi abbandonarli in un limbo.

Pnrr, premi ai giudici che riusciranno a smaltire l’arretrato: la proposta

Premi per gli uffici giudiziari che accelerano lo smaltimento degli arretrati mentre richiami e sanzioni alle toghe che accumulano processi. Il 2024 sarà l’anno chiave per la lotta del governo alla giustizia lenta. Se l’Italia non riuscirà a smaltire i fascicoli nei tempi concordati con la Commissione europea, una fetta importante del Recovery potrebbe saltare. Si parla di miliardi di euro persi.

Di qui lo sprint del ministero di Carlo Nordio, a cui i tecnici dell’Ue hanno chiesto di introdurre «entro marzo del 2024» un nuovo sistema di incentivi per accelerare i tempi del processo civile e smaltire gli arretrati. Ma anche per «sostenere gli uffici giudiziari meno efficienti».

Gli obiettivi

L’obiettivo di tagliare del 90% l’arretrato della giustizia civile entro giugno del 2026 si è rivelato una chimera: complice la carenza di giudici e personale nei tribunali. Così il governo ha concordato con la Commissione una revisione degli obiettivi. Vista la difficoltà di smaltire l’arretrato civile cresciuto nel 2023, il Pnrr italiano dovrà entro dicembre 2024 ridurre del 95% i fascicoli pendenti da più di 3 anni nei tribunali poi dovrà tagliare del 90% entro giugno 2026 le cause pendenti al 31 dicembre del 2022.

I premi

Per poter raggiungere gli obiettivi verranno previsti dei premi a chi riuscirà a smaltire nel breve periodo tutti gli arretrati. Ma di cosa parliamo? Bonus economici alle toghe che rispetteranno i ritmi di smaltimento dei fascicoli su base annuale.

Resta da capire dove si troveranno le coperture per i premi. Sul punto restano generici i tecnici di via Arenula limitandosi semplicemente a spiegare che saranno finanziati con le risorse economiche derivanti dai risparmi di spesa dovuti alle minori assunzioni.

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