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Il 16 giugno 1937 Vakentina Tereshkova salì su una Vostok 6, divenendo la prima donna nello spazio

Una giovane ventiseienne paracadutista prodigio, a salire su una navicella Vostok 6. La navicella compie 48 giri attorno alla Terra e Tereshkova trascorre quasi tre giorni nello spazio

Tutto accadde per una serie di circostanze. E chi di noi non ricorda quelle circostanze che portarono Valentina Tereshkova, una giovane ventiseienne paracadutista prodigio, a salire su una navicella Vostok 6. La navicella compie 48 giri attorno alla Terra e Tereshkova trascorre quasi tre giorni nello spazio. Divenendo, al suo ritorno, un’autentica leggenda, sia nel periodo sovietico che in quello post-sovietico.

16 giugno 1937: Valentina Tereškova è la prima donna nello spazio

Aveva 26 anni e un passato da operaia, Valentina Tereshkova, quando – il 16 giugno del 1937 – fu selezionata per il programma di addestramento da cui dovevano uscire i futuri astronauti della missione sovietica Vostok, la prima a portare l’uomo nello spazio.


Valentina-Tereškova


Dopo la missione che si rilevò molto stressante per diversi inconvenienti tecnici, Valentina divenne un’eroina nazionale: le vennero dedicati tra gli altri un francobollo e una linea di macchine fotografiche.

Fatti antecedenti

Dopo il primo volo di successo nel cosmo, ad opera di Juri Gagarin e German Titov, Sergej Korolev, capo del programma spaziale sovietico, decise di inviare nello spazio una donna. Fu una mossa politica: i sovietici volevano infatti essere i primi al mondo anche in questo campo.

La ricerca di una candidata iniziò alla fine del 1961. I requisiti erano i seguenti: paracadutista, età fino a 30 anni, altezza fino a 170 cm e peso fino a 70 kg. Venne data la preferenza alle paracadutiste perché la cosmonauta “dell’Est” avrebbe dovuto lanciarsi nel vuoto durante la discesa della navicella nell’atmosfera terrestre e infine atterrare con il paracadute. I termini per l’organizzazione della missione vennero definiti brevemente, nel giro di circa mezzo anno. Non si voleva sprecare infatti troppo tempo per la preparazione dell’atterraggio con il paracadute.


Tereškova-e-Gagarin
Tereškova e Gagarin.

Così a partire da più di cinquanta candidature vennero selezionate cinque ragazze. Tra di loro c’era Valentina Tereškova. Tutte loro, tranne la pilota Valentina Ponomareva, erano paracadutiste. Valentina Tereškova praticava il paracadutismo dal 1959 presso l’aeroclub di Jaroslav: al momento della selezione aveva già effettuato in totale circa 90 lanci con il paracadute.

Tutte speravano di volare nello spazio

Naturalmente ognuna delle cinque ragazze sognava di diventare colei che avrebbe volato nello spazio. Per creare un’atmosfera amichevole nel gruppo, Korolev promise loro che tutte prima o poi sarebbero partite.


Valentina-Tereškova


Ma ciò, come ben sappiamo, non accadde, sebbene le altre ragazze avessero pianificato il loro viaggio nello spazio e si fossero preparate per diversi anni dopo il volo della Tereškova. Soltanto nell’ottobre 1969 fu organizzato un gruppo di cosmonaute donne. Quindi tra le cinque ragazze originarie, solo Valentina divenne una vera e propria cosmonauta.

Le controfigure di Valentina

Era pratica comune che ogni cosmonauta avesse una controfigura. Nel caso del primo volo di una donna nello spazio, vista la complessità del corpo femminile, decisero di assicurare alla Tereškova ben due controfigure,. Le riserve erano Irina Solov’eva e Valentina Ponomareva.


Valentina-Tereškova


Ma perché scelsero proprio la Tereškova? La motivazione di questa scelta non è mai stata chiarita, ma secondo la versione più attendibile si trattò di una mossa politica. La Tereškova veniva infatti da una famiglia di operai e suo padre era morto durante la guerra russo-finnica, quando lei aveva due anni.

Dovevano essere due donne

Era pratica comune che ogni cosmonauta avesse una controfigura. Nel caso del primo volo di una donna nello spazio, vista la complessità del corpo femminile, decisero di assicurare alla Tereškova ben due controfigure,. Le riserve erano Irina Solov’eva e Valentina Ponomareva.

Ma perché scelsero proprio la Tereškova? La motivazione di questa scelta non è mai stata chiarita, ma secondo la versione più attendibile si trattò di una mossa politica. La Tereškova veniva infatti da una famiglia di operai e suo padre era morto durante la guerra russo-finnica, quando lei aveva due anni.


Valentina-Tereškova
Manifesto sovietico che celebra il volo della prima donna nello spazio.

Il volo sarebbe potuto finire in tragedia, per questo Valentina decise di tenere all’oscuro la sua famiglia. Prima della missione disse che stava andando a una riunione di paracadutisti. La famiglia venne quindi a conoscenza dell’accaduto soltanto in seguito, ascoltando la radio.

L’intoppo nella programmazione della navicella

Nella programmazione venne ammesso un errore, per cui la navicella Vostok-6 era orientata in modo tale che, invece di scendere, saliva nella sua orbita. Di conseguenza al posto di avvicinarsi alla Terra, Valentina Tereškova se ne allontanava.


Valentina-Tereškova


Sergej Korolev venne informato del malfunzionamento e insieme a Juri Gagarin riuscì a trovare una soluzione sulla Terra. Per richiesta di Korolev nei dieci anni successivi nessuno dei testimoni poté parlare di quanto era accaduto e soltanto recentemente il fatto è diventato di dominio pubblico.

Il volo

Il lancio della navicella Vostok-6 avvenne nella mattina del 16 giugno 1963 e Tereškova tornò sulla Terra il 19 giugno. In totale il volo durò due giorni, 22 ore e 41 minuti. Durante questo periodo di tempo la cosmonauta compì 48 giri intorno alla terra, volando in totale per circa 1,97 milioni di kilometri.

A quel tempo a Valentina non fu permesso di parlare delle difficoltà del suo volo e di cosa era andato storto. In realtà fu molto difficile per lei rimanere per tre giorni nel pesante scafandro. Ma resistette: non chiese mai di rientrare dal volo in anticipo.


Valentina-Tereškova


Particolarmente delicato fu il momento dell’atterraggio. In basso sotto di lei si trovava un lago, che rappresentava il pericolo maggiore per il paracadute, che Valentina non poté aprire all’altezza di quattro kilometri. E nonostante i cosmonauti imparassero ad atterrare in acqua, Valentina non era sicura che le forze le sarebbero bastate per rimanere in superficie dopo quel volo logorante. Tuttavia alla fine fu fortunata: sorvolò infatti il lago.

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