Cronaca

Silvana uccisa dal covid, il medico di famiglia si rifiutò di visitarla: “non rischio di infettarmi”

"Abbiamo chiamato il nostro medico ma lui, senza nemmeno sapere se mia madre era positiva, si è rifiutato di visitarla" ha detto il figlio

Il figlio di Silvana Fiore non può darsi pace. La madre è morta a causa di alcune complicanze legate al Covid ma per Luigi i motivi sono altri. “Ad uccidere mamma non è stato il Covid, ma un’assistenza sanitaria che reputo tardiva” ha dichiarato il giovane dopo la morte dell’operatrice sanitaria 50enne presso il Covid Hospital di Atri.  La procura di Isernia ha aperto un fascicolo sulla vicenda per fare chiarezza sull’accaduto.

Uccisa dal Covid, il figlio: “il medico non ha voluto visitarla per paura del contagio”

Abbiamo chiamato il nostro medico – ha dichiarato il figlio dell’Oss infettatasi in una Rsa in Molise  dove sono morte altre 4 personema lui, senza nemmeno sapere se mia madre era positiva, si è rifiutato di visitarla, dicendo: “mi spiace ma non rischio di infettarmi”. E le prescrive un antibiotico generico e il cortisone“.

Quattro giorni dopo la 50enne risulta positiva al tampone, eseguito privatamente, per il Covid ed informa il suo medico affermando che fa fatica a respirare. “Il medico invece di venire a visitarla, le consiglia di andare in farmacia a comperare una bombola per l’ossigeno“.

Le condizioni di Silvana precipitano

Due giorni dopo, il 26 novembre, le condizioni di Silvana precipitano. Il marito chiama il 118 ma “i sanitari, dopo aver visitato mia madre, dicono che si trattava di un attacco di panico. E decidono, contro la nostra volontà, di non portarla in ospedale”.

Il padre di Luigi a quel punto chiama alcuni nipoti che lavorano presso l’ospedale di Castel di Sangro e prende l’auto e parte per andare nell’ospedale dell’Alto Sangro. “Arrivati al pronto soccorso, ci mandano via perché, dicomo, è una paziente di competenza Asl molisana, – scoppia in lacrime Luigi – papà, disperato, riprende la macchina e riparte verso casa. Ma durante il viaggio, mamma ha una forte crisi. Babbo rigira e la riporta all’ospedale di Castel di Sangro”.

Il ricovero tardivo

A questo punto i medici ricoverano la donna e gli esami confermano che le condizioni sono critiche. Il giorno seguente viene trasferita ad Atri, dove viene intubata e 10 giorni dopo muore. “Nell’ospedale teramano hanno fatto di tutto per salvarla e ci hanno trattato con molta umanità” dice il figlio. (Fonte: Il Mattino)


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