Cronaca

Soumahoro si incatena davanti a Montecitorio e inizia lo sciopero della fame: “Sui campi e nei cantieri si continua a morire, il governo dia risposte”

Il sindacalista Aboubakar Soumahoro a distanza di pochi giorni dalla morte di un bracciante nel foggiano decide di protestare a Piazza Montecitorio

Il sindacalista Aboubakar Soumahoro, sindacalista della Lega Braccianti, si è incatenato davanti a Montecitorio e ha iniziato lo sciopero della fame e della sete. Chiede maggiori tutele e maggiore sicurezza per tutti i lavoratori. La sua protesta, già covata da diverso tempo, si palesa dopo l’ennesima morte di un bracciante nei campi del foggiano.

Soumahoro si incatena davanti a Montecitorio

A seguito della morte di Yusupha Joof, bracciante di 35 anni rimasto intrappolato nell’incendio della sua baracca nell’insediamento di Torretta Antonacci, nel foggiano, il sindacalista ha evidenziato le pessime condizioni in cui vivono i braccianti.

Aboubakar Soumahoro ha portato sotto i riflettori le condizioni intollerabili in cui versano migliaia di persone impegnate a lavorare nei campi senza tutele, senza un salario adeguato e senza neanche il rispetto dovuto a qualsiasi essere umano. Il sindacalista della Lega Braccianti ha deciso di passare all’azione. Incatenandosi a Piazza Montecitorio e iniziando lo sciopero della fame e della sete.

Il discorso di Soumahoro

È da anni che si continua a morire. Nei cantieri, nei campi. Di fronte alle nostre richieste di dare dignità al lavoro, lo Stato – la politica – ha deciso di alzare il muro dell’indifferenza”. “Lo faccio per dire al governo che è responsabile morale della mia vita, così come è responsabile morale dei braccianti morti, dei lavoratori, dei precari”.

Il sindacalista riassume in tre punti le richieste. Parte dal salario minimo legale, passando per un piano nazionale contro gli infortuni sul lavoro e arrivando a una riforma della filiera agricola, con quella che lui definisce “patente del cibo”, perché braccianti e contadini non possono “continuare ad essere schiacciati sotto il rullo compressore della potente Grande Distribuzione Organizzata”.

Inoltre Aboubakar Soumahoro chiede anche un permesso di soggiorno per evitare che il caporalato possa agire indisturbato.

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