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La star di Hollywood, Steve McQueen: bello, dannato e spericolato!

Quella di Steve McQueen era una vita spericolata per citare le parole di una famosa canzone, a lui dedicata, dal grande Vasco Rossi. L’attore conosciuto dal grande pubblico per la sua carriera cinematografica, grazie alle numerosi pellicole intrise di azione, ma degne di nota sono state anche le carriere legate all’automobilismo e al motociclismo.

Era, infatti, un appassionato di corse e un collezionista, durante tutta la sua vita partecipò a numerose esibizioni e aveva anche una stimabile collezione, che alla sua morte arrivo a più di 100 modelli di moto ma anche di auto.

Steve McQueen: il ribelle per eccellenza

Così come nei suoi film anche nella vita, Steve McQueen era sempre circondato dai guai, dalle droghe, dall’alcool e dalle brutte compagnie.

Steve McQueen, nasce il 24 marzo del 1930 a Beach Groove, nella Contea di Marion, nello Stato dell’Indiana.

Dopo che il padre, stuntman per professione, abbandonò la madre, visse per un breve periodo dallo zio a Slater nel Missouri, per poi tornare dalla madre a Los Angels.

Dall’età di 14 anni iniziò a frequentare brutte compagnie e a trascorrere la maggior parte del tempo per strada.

Per questi motivi la madre fu costretta a rinchiuderlo in una scuola di correzione californiana, la California Junior Boys Republic presso Chino Hills. Dopo aver abbandonato l’istituto, entrò nel corpo dei Marines (dal 1947 al 1950).

Nel 1952, grazie a un prestito fornito agli ex soldati, incominciò a frequentare i corsi di recitazione presso l’Actor’s Studio di Lee Strasberg a New York.

Alle selezioni della scuola, tra duemila candidati, furono solo due le persone che riuscirono ad entrare: Steve McQueen e Martin Landau. Nel 1955 avviene il suo debutto a Broadway.

Steve McQueen: la carriera cinematografica

L’inizio della sua carriera cinematografica avviene, nel 1956, ottenendo una piccola parte accanto a Paul Newman nel film: Lassù qualcuno mi ama di Robert Wise.

Il primo ruolo da protagonista lo ottiene con l’horror fantascientifico: Fluido mortale (1958), di Irvin S. Yeaworth Jr., rimanendo sorpreso per l’incredibile successo della pellicola.

Ma la sua prima grande interpretazione è quella del cowboy Vin nel western I magnifici sette (1960) di John Sturges, mentre l’anno successivo lo vediamo nei panni dell’ex sergente John Reese nel film: L’inferno è per gli eroi (1961) di Don Siegel.

Dal 1958 al 1961, viene scritturato dalla CBS per interpretare Josh Randall, protagonista della serie western: Ricercato vivo o morto, una serie che gli regala una grande fama, ma nonostante ciò, anche un brutto ricordo per tutti gli addetti ai lavori che ne sottolinearono il brutto carattere.


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Tra i suoi lavori più importanti ricordiamo: Soldato sotto la pioggia e Strano incontro del 1963, L’ultimo tentativo e Cincinnati kid del 1965, Nevada Smith e Quelli della San Pablo del 1996. Grazie a quest’ultimo film, diretto da Robert Wise, ottenne la sua prima ed unica nomination all’Oscar come miglior attore protagonista.

Nel 1968 con Il caso Thomas Crown e Bullit (quest’ultimo realizzato dalla sua casa di produzione, da poco fondata) sbanca i botteghini.

Nella prima metà degli anni ’70, McQueen consolidò la propria fama con il ruolo da protagonista nel western moderno: L’ultimo buscadero (1972) di Sam Peckinpah; l’interpretazione, venne così apprezzata dal regista, che lo volle anche nel film poliziesco Getaway! (1972), con il ruolo di protagonista.

Nel 1971 realizza Le 24 ore di Le Mans, pellicola che decreta il fallimento della sua casa di produzione per gli eccessivi costi; la lavorazione fu resa difficile anche dal suo abuso di droghe che lo rendeva ingestibile sul set.

Uno degli ultimi grandi film, prima del ritiro a vita privata fu L’inferno di cristallo, del 1974, dove lo vediamo di nuovo a fianco del suo eterno rivale, Paul Newman.


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Steve McQueen: donne e motori, gioie e dolori

“Voglio una vita spericolata…
Voglio una vita come quelle dei film…
Voglio una vita esagerata…
Voglio una vita come Steve McQueen…”

Vasco Rossi

Donne e motori, sono altre due caratteristiche che fanno di questo personaggio l’ideale perfetto di attore bello e dannato. McQuenn non rifiutò mai una competizione sportiva in sella alle sue tantissime moto o alle sue macchine da collezione.


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Ma se i motori portarono tante gioie all’attore (tanto da pensare più volte di abbandonare la carriera cinematografica per dedicarsi completamente a queste sue folli passioni) un po’ meno gioiosa fu la sua vita amorosa.

Il 2 novembre 1956 sposò l’attrice Neile Adams, dalla quale ebbe due figli: Terry, morta a soli 38 anni per emocromatosi, e Chad (1960).


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Dopo il divorzio nel 1972, McQueen incontra nel film Getaway!, l’attrice Ali MacGraw, all’epoca moglie del produttore Robert Evans;  questa storia tumultuosa si concluse con il matrimonio dei due nel 1972 e il divorzio a soli 6 anni di matrimonio.


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Inoltre, tra gli anni ’60 e ’70, ebbe altre due relazioni con le attrici: Lauren Hutton e Barbara Leigh.

Il 16 gennaio 1980, dieci mesi prima di morire, McQueen sposò la modella Barbara Minty.


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Proprio quando cercò di mettere in ordine nella sua vita privata che pubblica, ecco che il 7 novembre 1980 muore in una clinica messicana di Ciudad Juárez, in seguito a due consecutivi attacchi cardiaci. Il corpo venne cremato e le ceneri furono disperse nell’Oceano Pacifico.

Steve McQueen: curiosità

Steve McQueen, cintura nera di karate, si allena insieme a Chuck Norris, del quale divenne grande amico.

Grazie a questa amicizia, McQueen conoscerà successivamente un altro suo grande amico, Bruce Lee.

Steve scampa miracolosamente alla strage in casa Manson, salvato da quel tragico appuntamento, per un imprevisto incontro galante.

 

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