Cronaca

Strage di Erba, l’audio e le prove che dichiarano innocenti Rosa e Olindo: nuova udienza del processo di revisione

Nuova udienza del processo di revisione a Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la strage di Erba avvenuta l’11 dicembre 2006: l’audio e le prove che li dichiarano innocenti.

Strage di Erba, l’audio e le prove che dichiarano innocenti Rosa e Olindo

Nuova udienza del processo di revisione a Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006. I legali difensori hanno illustrato ai giudici della Seconda Sezione penale della Corte d’Appello di Brescia i motivi per cui i due coniugi sarebbero innocenti.

“A me ciò che interessa è che vengano arrestati i veri colpevoli, che salti fuori la verità”, ha dichiarato prima dell’udienza Azouz Marzouk, compagno di Raffaella Castagna, che si è sempre detto convinto dell’innocenza dei due. “Conduco questa battaglia per tutti. Non so se ho avuto nemici in questi anni, posso dire che ho vissuto la mia vita come la sto vivendo adesso: tranquillo e in pace con tutti”, ha proseguito Marzouk, che nella che nella strage di Erba perse la moglie e il figlio di due anni. “Sono convinto dell’innocenza di Rosa e Olindo perché ho letto le carte, ho visto il percorso di questi anni, le cose che sono state fatte, che confermano che c’è qualcosa che non va. Tantissime cose non tornano”.

Le nuove prove

Dalle ‘nuove prove’ che sono state esaminate emerge una ‘nuova dinamica’ di quanto avvenuto nel dicembre del 2006 ad Erba. “Ci sono tre consulenze che descrivono una dinamica dei fatti completamente diversa da quelli della sentenza e rendono incompatibili Olindo e Rosa come colpevoli della strage di Erba” spiega l’avvocato di Olindo Romano insieme con Nico D’Ascola.

“La signora Cherubini avrebbe fatto le rampe delle scale, avrebbe raggiunto la mansarda riuscendo a gridare: ‘Aiuto’ come hanno sentito i primi soccorritori. È una ipotesi fantascientifica” che abbia potuto farlo “dopo il colpo al cranio” e viste le “condizioni fisiche in generale” spiega l’avvocato Fabio Schembri. “La nuova prova introduce che l’assassino o gli assassini erano ancora in casa perché la sentirono gridare”, ha aggiunto. “La prova nuova attesta che venne colpita su e questo è un aspetto che oggi potrebbe diventare dirimente”, ha affermato.

L’amnesia anterograda di Frigerio

“L’amnesia anterograda di Frigerio è un dato certo. I magistrati, quando il 26 dicembre vanno da lui partono dal presupposto che il nome l’abbia già fatto e fanno per ben sette volte involontariamente domande suggestive. La prova nuova ci dimostra che anche in quella occasione, siccome il suo deficit cognitivo aveva raggiunto il suo apice, non fece il nome di Olindo, ma si adagiò ai nomi fatti dai magistrati per poi dire: ‘Non ricordo niente, io onestamente non l’ho riconosciuto”.

Frigerio non saprà fare banali sottrazioni, non sa che giorno sia, non sa da quanto è in ospedale”; ha aggiunto spiegando che dalle intercettazioni ambientali emerge che “un’ora prima avrebbe ricordato, un’ora dopo invece niente e lo dice anche ai figli: ‘Non ricordo assolutamente nulla dei miei aggressori”. E, ricorda Schembri, l’avvocato di Frigerio aveva inviato un fax nel quale “si continua a descrivere il volto di un soggetto sconosciuto”. “Frigerio aveva una amnesia, era un soggetto fragile, cerebroleso, e che a domande libere quando era in condizioni migliori indicava come aggressore un soggetto di etnia araba a lui sconosciuto”.

L’identikit di un africano

Mario Frigerio ha da subito indicato, quale aggressore, un nordafricato facendo stilare un identikit completamente diverso rispetto a chi diventerà poi l’autore dell’aggressione: quel riconoscimento è dunque “una prova già sospetta”.

Le registrazioni relative alle parole di Mario Frigerio “non si trovano. Se vi fosse stato un malfunzionamento” i carabinieri “che erano in ascolto se ne sarebbero accorti e sarebbero intervenuti” e invece “non si trova la registrazione, si fanno spallucce: è la spiegazione del disperato” spiega D’Ascola. “Adesso scopriamo che quelle intercettazioni erano rilevanti perché Frigerio dice ai figli: ‘Non ricordo nulla’”.

La strage di Erba

La strage di Erba è un caso di omicidio plurimo avvenuto a Erba, in provincia di Como, l’11 dicembre 2006. La strage, per i giudici, fu compiuta dai coniugi Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi nota come Rosa che uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e infine la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio fu colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori ma per fortuna riuscì a salvarsi grazie ad una malformazione congenita alla carotide che gli evitò la morte per dissanguamento.

Il 3 maggio 2011, la Corte suprema di cassazione ha rigettato i ricorsi proposti, rendendo definitiva la sentenza d’appello che aveva riconosciuto come autori della strage i coniugi Romano, già condannati all’ergastolo in primo grado.

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