Cronaca

Suicidio di Orlando Merenda: cade l’ipotesi di bullismo omofobo | Si indaga su un ricatto

Suicidio di Orlando Merenda, ora si indaga sull'ipotesi del ricatto: il giovane non si sentiva completamente accettato da qualcuno

Cade l’ipotesi del bullismo omofobo all’origine del suicidio di Orlando Merenda. Come riportato dal Corriere della Sera, la polizia sta scandagliando la vita del ragazzo e si cercano tracce anche nel cellulare. E man mano che le indagini vanno avanti, si aprono nuovi fronti investigativi. Se in un primo momento gli accertamenti si sono concentrati su omofobia e bullismo, ora si lavora su altre piste: il fascicolo aperto dal pm Antonella Barbera ipotizza il reato di istigazione al suicidio.

Suicidio di Orlando Merenda: si indaga sul ricatto

Certo è che Orlando non si sentiva completamente accettato: qualcuno, forse tra le mura domestiche, gli rinfacciava la sua omosessualità, altri ancora potrebbero essersi approfittati delle sue fragilità quando ancora era minorenne. «Ultimamente era turbato e aveva paura di qualcuno», ha raccontato il fratello Mario. Ma di chi? E perché? Tra gli amici qualcun altro si spinge più in là e sommessamente parla di «un brutto giro» e di un vago «ricatto» che non sapeva come affrontare. Confidenze che Orlando avrebbe fatto agli amici, ma anche ai docenti che il giorno prima di uccidersi ha voluto salutare uno per uno.

Chi è Orlando Merenda: il suicidio e la discriminazione

Orlando Merenda, 18 anni appena compiuti, si è tolto la vita gettandosi sotto un treno lo scorso 20 giugno. La procura di Torino indaga, con le ipotesi di bullismo e omofobia avanzate dall’inchiesta coordinata dal pm Antonella Barbera.

Suicidio di Orlando Merenda, il dolore della madre

“La mia colpa è quella di essere stata lontana quando lui ne aveva bisogno, nella fase dell’adolescenza – continua la donna che dopo la separazione dal marito vive in Calabria ed è tornata a Torino per l’ultimo saluto a suo figlio. “Forse se fossi stata io al suo fianco, l’avrei potuto proteggere, mi avrebbe confidato le sue paure.

Chi mi ha tolto la mia gioia si pentirà amaramente. Sei stato ingannato, plagiato, deriso, umiliato… Il tuo carattere così fragile… Non sapevi dire di no. Sei stato l’amico di tutti. Troveremo giustizia” ha spiegato la donna, convinta che il figlio sia stato “spinto” a compier l’estremo gesto.

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