Cronaca

“Tari non pagata”, ma la debitrice ha solo un anno d’età: l’assurda vicenda in provincia di Lecce

sequestro macelleria Benevento 16 febbraio
sequestro macelleria Benevento 16 febbraio

“Tari non pagata”, è la cartella esattoriale intestata ad una bimba di solo un anno d’età eppure già ‘debitrice’ (addirittura dal 2018) per lo Stato: l’assurda vicenda arriva da Cavallino, comune in provincia di Lecce. Il presunto debito ammonta a 658 euro.

“Tari non pagata”: la cartella esattoriale finita alla bimba di un anno

Ha appena compiuto un anno d’età eppure risulta già debitrice (addirittura dal 2018) nei confronti dello Stato per una presunta evasione fiscale: è l’assurda vicenda che ha visto protagonista una bambina di Cavallino, comune della provincia di Lecce. La piccola risulta non aver pagato il versamento della tassa sui rifiuti per l’anno 2018 (quando non era neppure nata).

A denunciare il caso è un quotidiano locale tramite racconto della madre che ha ricevuto la raccomandata intestata alla figlia solo qualche giorno fa, convinta che si trattasse di una semplice lettera dell’Asl per il vaccino. Eppure non è stato così. “La postina mi ha detto che doveva firmare mia figlia, che ha solo un anno”, spiega la signora, decisamente esterrefatta per l’assurda richiesta. Alla fine a firmare è stata lei ma le sorprese come potete immaginare non sono finite lì perché all’interno della busta non solo non c’era la comunicazione dell’Asl ma addirittura si trattava di un’ingiunzione di pagamento per un debito da 658 euro maturato nel 2018 per mancata corresponsione della Tassa sui rifiuti. Il problema è soprattuto che nel 2018 la piccola non era ancora nata, anzi si tratta di 4 anni prima della sua nascita. Ad essere ancora più assurdo è il fatto che nelle cartelle esattoriali e in tutta la documentazione allegata, intestate proprio alla bambina, era indicata chiaramente anche la sua data di nascita, rendendo ancora più grottesca la richiesta di pagamento.

Il caso

Convinta si trattasse di un semplice disguido si reca all’ufficio comunale dove il dipendente gli rivela di non poter intervenire sulla questione e le fornisce un numero verde da chiamare al quale però non risponde nessuno. Senza perdersi d’animo, la donna contatta l’Agenzia delle entrate, dove con grande stupore scopre che in effetti la figlia è iscritta nel registro dei non pagatori.

Nonostante il fatto che l’errore sia piuttosto evidente e che nelle stesse cartelle sia riportato l’anno di nascita della bimba (2022) e quello a cui risalirebbe il suo debito da quasi 700 euro (2018), non è stato ancora possibile ancora arrivare alla risoluzione del problema.

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