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25 marzo 1927: nasce Tina Anselmi, il primo ministro donna della storia repubblicana

Tina Anselmi è stata una politica, partigiana e insegnante italiana. La prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana

Tina Anselmi è stata una politica e partigiana italiana, la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica Italiana. La notorietà di Tina Anselmi non deriva tanto dal contributo da lei personalmente dato alla Resistenza, bensì all’attività politica da lei svolta nel Dopoguerra. Eppure proprio la guerra partigiana ha determinato gran parte delle sue scelte.

25 marzo 1927: nasce Tina Anselmi: primo ministro donna

Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927, Tina Anselmi è stata una politica e partigiana italiana, figlia di famiglia cattolica: la madre, casalinga, si occupa della gestione di un’osteria insieme alla nonna di Tina, mentre il padre è un aiuto farmacista (che sarà perseguitato dai fascisti per le sue idee vicine al socialismo).

Gli inizi

Dopo avere frequentato il ginnasio a Castelfranco Veneto, la giovane Tina Anselmi si iscrive all’istituto magistrale di Bassano del Grappa dove viene costretta, insieme con altri studenti, ad assistere – il 26 settembre 1944 – all’impiccagione compiuta dai nazifascisti di più di trenta prigionieri per rappresaglia.


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Da quel momento in poi Tina – che fino ad allora non si era mai interessata di politica – sceglie di contribuire attivamente alla Resistenza, e diventa staffetta – dopo avere adottato il nome di battaglia “Gabriella” – della brigata Cesare Battisti guidata da Gino Sartor, prima di passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà.

Il Dopoguerra

Conclusa la Seconda guerra mondiale, Tina si iscrive all’Università Cattolica di Milano (nel frattempo era entrata a far parte della Democrazia Cristiana, prendendo parte attivamente alla vita di partito), dove si laurea in Lettere.


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Diventa, quindi, insegnante alle scuole elementari, e nel frattempo si dedica all’attività sindacale nella CGIL, prima di passare alla CISL (fondata nel 1950): se tra il 1945 e il 1948 era stata dirigente del sindacato dei tessili, tra il 1948 e il 1955 fa parte del sindacato degli insegnanti elementari.

Comitato direttivo dell’UE femminile

Sul finire degli anni Cinquanta, Tina Anselmi viene scelta come incaricata nazionale dei giovani della Democrazia Cristiana, mentre l’anno successivo entra a far parte del consiglio nazionale dello Scudo Crociato.


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Nel 1963 viene eletta nel comitato direttivo dell’Unione europea femminile, organismo di cui – nello stesso anno – diventa vicepresidente. Abbandonato l’incarico di rappresentante dei giovani della DC, nel 1968 viene eletta deputata per il partito nella circoscrizione VeneziaTreviso.

Prima donna ministro

Il 29 luglio del 1976 diventa la prima donna ministro in Italia, venendo scelta per il governo Andreotti III come ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale. In seguito, sempre con Giulio Andreotti presidente del Consiglio, è anche ministro della Sanità (negli esecutivi Andreotti IV e Andreotti V), contribuendo in maniera decisiva alla formulazione della riforma che porta alla nascita del Servizio Sanitario Nazionale.


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Nel 1981, viene nominata – nel corso dell’VIII Legislatura – presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli, i cui lavori si concluderanno quattro anni dopo.

Candidato a Presidente della Repubblica

Nel 1992 il settimanale satirico “Cuore”la propone come candidata per la presidenza della Repubblica, ricevendo anche il sostegno del gruppo parlamentare La Rete; nello stesso anno, però, per la prima volta dal 1968 è costretta a lasciare il Parlamento, dopo essere stata inserita (di proposito) da Arnaldo Forlani in un seggio perdente.


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Il 18 giugno del 1998 Tina Anselmi riceve l’onorificenza di Dama di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Gli anni Duemila

Nel 2004 si spende per pubblicizzare il libro “Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta”, che contiene un suo saggio, mentre due anni dopo è attiva nel blog intitolato “Tina Anselmi al Quirinale” dove ripropone il tam tam mediatico che la vorrebbe presidente della Repubblica.


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Nel 2007, invece, Tina madrina del sito web “Le democratiche”, per permettere a tutte le donne di contare su una presenza significativa in occasione delle primarie del Partito Democratico.

Nel 2009 gli viene assegnato il “Premio Articolo 3”, riconoscimento dell’attività svolta nel corso di tutta la sua vita, da giovanissima staffetta partigiana a “guida esemplare della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2“, oltre che come “madre della legge sulle pari opportunità”.

Ultimi anni e morte

Nel 2016, con l’emissione di un francobollo, viene celebrata la sua figura (emesso il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica): è la prima volta che viene dedicato un francobollo ad una persona ancora in vita.


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Tina Anselmi si spegne all’età di 89 anni a Castelfranco Veneto (sua città natale) l’1 novembre del 2016. L’allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha avuto modo di dichiarare quanto segue: «Con Tina Anselmi scompare una figura esemplare della storia repubblicana».

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