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L’11 gennaio del 1975 nasce Matteo Renzi: ex premier italiano e attuale leader di Italia Viva

Biografia dell'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nonché ex presidente della Provincia, Sindaco di Firenze e attuale leader di Italia Viva

Matteo Renzi è un politico italianosenatore e fondatore di Italia Viva. È stato presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016 e segretario del Partito Democratico eletto per due mandati dal 15 dicembre 2013 al 12 marzo 2018.

Matteo Renzi, tutto quello che c’è da sapere sul leader di Italia Viva

Matteo Renzi nasce a Firenze l’11 gennaio del 1975. L’impegno civile è una caratteristica che il giovane Matteo trova subito nella sua famiglia, anche e soprattutto grazie a suo padre, il quale da sempre si è impegnato in movimenti politici ed ideologici. Cresciuto a Rignano sull’Arno, luogo nel quale risiedono i suoi genitori, nel 1989 Matteo si iscrive al Liceo ginnasio Dante Alighieri di Firenze. Contemporaneamente, sempre in questi anni e in qualità di educatore, si dedica anche allo scoutismo.

I primi impegni politici

Ben presto il giovane Renzi capisce che la politica è forse la strada maggiormente in grado di coinvolgerlo. È del 1994 infatti, la sua prima opera in questo senso, quando dà il suo contributo per la nascita del “Comitato per Prodi presidente”. Sempre in questo stesso anno poi, all’età di diciannove anni, partecipa al noto programma “La ruota della fortuna”, condotto da Mike Bongiorno, come concorrente. Resta in tv per ben cinque puntate di seguito, sfoggiando la sua abilità e vivacità intellettiva, portandosi a casa trentatre milioni di vecchie lire.


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Due anni dopo poi, nel 1996, Matteo Renzi ufficializza il suo sodalizio con l’impegno civile e si iscrive al Partito Popolare Italiano. Neanche tre anni dopo, nel 1999, diventa segretario provinciale del partito.

Percorso accademico

Iscrittosi all’Università di Firenze, alla Facoltà di Giurisprudenza, nel 1999 consegue la laurea, discutendo una tesi dal titolo “Firenze 1951-1956: la prima esperienza di Giorgio La Pira Sindaco di Firenze”. In ogni caso, il 1999 è un anno di svolta per Matteo Renzi, che comincia anche a darsi da fare con alcune pubblicazioni, attività che non manca di incentivare nel corso della sua successiva carriera politica. Prende parte, infatti, al libro “Mode – Guida agli stili di strada e in movimento”, curato da Fulvio Paloscia e Luca Scarlini ed edito da Adnkronos libri, e, sempre nel 1999, è coautore del volume “Ma le giubbe rosse non uccisero Aldo Moro”, scritto a quattro mani con Lapo Pistelli. Contemporaneamente, dirige il mensile nazionale “Camminiamo Insieme”, firmando i suoi articoli con lo pseudonimo di “Zac”.


Pier Ferdinando Casini e Matteo Renzi
Matteo Renzi e Pier Ferdinando Casini.

Prima di entrare definitivamente in politica, Renzi lavora per una società di servizi di marketing la cui proprietà fa a capo alla sua famiglia, la CHIL srl. I ruoli ricoperti sono sempre di carattere dirigenziale e il grosso dell’azienda, quanto a mole di lavoro ed introiti, si deve al servizio di vendita per conto del più importante quotidiano fiorentino, La Nazione.

L’ingresso in politica

Intanto, lo scenario politico è mutato. E nel 2001, dopo un inizio apparentemente centrista, il futuro “rottamatore” si fa eleggere coordinatore del partito della Margherita di Firenze. Anche qui, ci mette poco a farsi apprezzare e due anni dopo, nel 2003, diventa segretario provinciale.

L’occasione che si prospetta davanti è quella delle elezioni provinciali e le forze del centrosinistra scelgono proprio lui, un moderato, come loro leader per andare alle elezioni. Il 13 giugno del 2004, con il 58,8 % dei voti, Matteo Renzi viene eletto Presidente della Provincia di Firenze.


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Matteo Renzi tra Lapo Pistelli e Ciriaco De Mita nel 2006.

Durante questa esperienza, si fa portavoce di una ventata di gioventù nella politica e mette a segno alcune interessanti manovre, molto apprezzate non solo tra i suoi elettori. L’abbassamento delle tasse provinciali ad esempio, o il suo impegno nei rifiuti con il piano provinciale, senza dimenticare opere legate alla cultura e all’innovazione, come la manifestazione “Genio Fiorentino”, per valorizzare Palazzo Medici.

Durante il suo mandato alla Provincia, Renzi scrive un altro libro, totalmente firmato da lui e che segna un po’ il suo pensiero politico il quale, per quanto di centrosinistra, molto deve all’impostazione ideologica cara a De Gasperi. Il testo, apprezzato da critica e pubblico di lettori, si intitola “Tra De Gasperi e gli U2. I trentenni e il futuro”, edito da Giunti nel 2006.

L’ascesa

L’ascesa di Matteo Renzi continua senza sosta. Il giovane politico sfrutta soprattutto il fatto di essere un grande comunicatore, attento a tutti i mezzi possibili, new media compresi, e in grado di utilizzarli in modo adeguato e vincente. Il 29 settembre del 2008 infatti, questa volta prediligendo il contatto orale con la gente e davanti a una platea di quasi 2.000 persone, annuncia a sorpresa la sua candidatura alle elezioni primarie del Partito Democratico, valide per rappresentare la coalizione di centrosinistra alla imminenti elezioni nella città di Firenze. Dopo alcuni mesi di campagna elettorale tra strade e piazze, vince le primarie del 15 febbraio del 2009, secondo molti a sorpresa, ottenendo il 40,52% dei voti.

Intanto pubblica il libro “A viso aperto”, edito da Polistampa nel 2008, il quale raccoglie 240 e-news tra quelle inviate negli ultimi otto anni di impegno politico ad amici ed elettori.


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Matteo Renzi con la moglie Agnese Landini e i coniugi Obama nel 2016.

Il 9 giugno del 2009, alle elezioni amministrative, Renzi ottiene il 47,57% dei voti contro il 32% del suo avversario, Giovanni Galli (ex sportivo, in passato portiere del Milan), scelto per rappresentare il centrodestra. Al ballottaggio del 22 giugno poi, candidato a sindaco, ottiene 100.978 voti, aggiudicandosi la carica di primo cittadino di Firenze grazie al 59,96% dei voti.

Durante i primi 100 giorni del suo mandato, come una delle sue prime azioni di governo della città, realizza la completa pedonalizzazione di piazza del Duomo. Nel novembre del 2010 poi, il Sindaco di Firenze si guadagna il soprannome con il quale si è fatto conoscere anche lontano dai suoi consueti contesti. Durante il convegno che si tiene a Firenze, intitolato “Prossima fermata Italia”, organizzato da Renzi e Pippo Civati, il primo cittadino fiorentino dichiara espressamente l’esigenza, da parte del Partito Democratico, di dover liberarsi di un gruppo dirigente ormai ritenuto vecchio e parlando proprio in termini di “rottamazione” per i vari Bersani, D’Alema e Veltroni.

“Fuori!” e nuovo Governo

Il suo libro, che si intitola emblematicamente “Fuori!”, uscito per Rizzoli nel 2011, riprende e amplia questi concetti, affrontando anche alcuni problemi politici nazionali. Sposato con Agnese, insegnante precaria, Renzi è padre di tre figli: Francesco, Emanuele ed Ester.

Alla fine del 2013, alle elezioni primarie del PD, supera i due candidati Cuperlo e Civati e viene eletto nuovo segretario del partito. Passano solo pochi mesi e assume l’incarico dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di formare un nuovo governo, sostituendo alla carica di premier, il suo collega di partito Enrico Letta.


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Matteo Renzi in uniforme da scout.

Nei primi mesi del suo governo il suo operato si distingue per la concretezza degli intenti e per l’incalzare dei lavori che si susseguono a ritmo serrato. Alle elezioni europee che si svolgono alla fine del mese di maggio 2014, il partito che guida ottiene un risultato straordinariamente inaspettato: il PD risulta di grand lunga il prima partito in Italia con oltre il 40% di preferenze.

Dopo tre anni di governo, si arriva alla fine del 2016 al referendum il cui dovrebbe confermare le modifiche alla Costituzione che tanto hanno impegnato il governo e su cui molto puntava Napolitano quando affidò l’incarico a Renzi. Con un’affluenza record tuttavia vince il No con circa il 60% dei voti. Considerato il risultato, Matteo Renzi si dimette da premier. Il suo successore alla guida del Consiglio dei Ministri è Paolo Gentiloni.


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Dopo poche settimane è messa in discussione anche la sua leadership alla guida del PD. Nel mese di febbraio 2017 si arriva molto vicini a una nuova rottura storica del partito, che viene indicata come “scissione”. Alcuni nomi importanti della sinistra minacciano o dichiarano di volersene andare. Di fatto si giunge alle dimissioni di Renzi da segretario. Seguono poi nuove elezioni per il segretario, alle quali comunque il politico fiorentino si ricandida. A sfidarlo ci sono Andrea Orlando (già Ministro dell’ambiente e della giustiza) e Michele Emiliano (governatore della Puglia).

Primarie del 2017

Il 6 marzo successivo Renzi ha presentato il suo programma elettorale per le primarie, in cui ha espresso la sua intenzione di rinnovare il partito, l’Italia e l’Europa. Ha anche annunciato un “ticket” elettorale con il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina, che sarebbe diventato suo vicesegretario. Dal 10 al 12 marzo, Renzi e i suoi sostenitori hanno partecipato alla convenzione Lingotto 1917, organizzato dalla corrente renziana In Cammino nel quartiere Lingotto di Torino, dove il PD è stato fondato dieci anni prima da Walter Veltroni. Il 19 febbraio 2017 Renzi ha rassegnato le dimissioni anche da segretario del Partito Democratico aprendo così la fase congressuale.

Tra i partecipanti di rilievo alla convenzione pro-Renzi c’erano il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i ministri Pier Carlo PadoanMarco MinnitiDario FranceschiniGraziano DelrioRoberta PinottiMarianna Madia Maria Elena Boschi. Anche la storica leader radicale Emma Bonino ha partecipato alla manifestazione.


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Renzi durante un comizio alla Festa dell’Unità di Bosco Albergati il 7 agosto 2013, poco dopo aver annunciato la sua candidatura come segretario del Partito Democratico.

Gli altri due candidati alle elezioni primarie sono stati il ministro della giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano.

Dopo aver vinto il voto da parte degli iscritti al partito a marzo con quasi il 67% dei voti, il 30 aprile Renzi è stato rieletto segretario del partito con il 69,2% dei voti, mentre Orlando ha ricevuto il 19,9% ed Emiliano il 10,9%.

Nuove dimissioni dalla segreteria PD e l’elezione a senatore

Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, si assiste a una forte flessione nei voti per il Partito Democratico, che ha riscosso il peggior risultato della sua storia attestandosi su un consenso inferiore al 20% sia per la Camera sia per il Senato. A seguito dell’esito deludente, Renzi ha rassegnato per la seconda volta le proprie dimissioni dalla segreteria del partito,, ove gli è succeduto Maurizio Martina come segretario reggente. In occasione delle medesime politiche del 2018, Renzi è stato altresì eletto tra i senatori della XVIII legislatura nel collegio uninominale 01 della Toscana.

Nella fase di incertezza successiva al voto, Renzi ha escluso la possibilità di accordi di governo col Movimento 5 Stelle o con la Lega:


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«Siamo seri. Chi ha perso le elezioni non può andare al Governo. Il Pd ha perso, io mi sono dimesso: non possiamo pensare che i giochetti dei caminetti romani valgano di più della scelta degli italiani. Non possiamo rientrare dalla finestra dopo che gli italiani ci hanno fatto uscire dalla porta» – (Matteo Renzi, intervista a Che tempo che fa, 29 aprile 2018).

Tuttavia, durante la crisi politica dell’agosto 2019 è il principale regista della creazione di un governo per scongiurare il voto anticipato, lasciando la conduzione delle trattative al segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti e al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Il 5 settembre, concluse le trattative per un governo “di discontinuità e di legislatura”, presta giuramento il Governo Conte II.

Uscita dal PD e la fondazione di Italia Viva

Il 16 settembre 2019 annuncia la sua uscita dal Partito Democratico, volendo formare una nuova forza moderata. Il giorno dopo si dimette dal partito, e intervistato da Bruno Vespa alla trasmissione televisiva Porta a Porta, Renzi annuncia che il nuovo partito si chiamerà Italia Viva.


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La neonata forza politica sosterrà appieno il secondo Governo Conte, all’interno del quale operano peraltro i ministri Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto, di cui è stata annunciata l’adesione al movimento.

Il giorno dopo, Renzi annuncia i gruppi parlamentari e i suoi componenti tra cui figurano i nomi di Roberto Giachetti, già candidato alla Segreteria del Partito Democratico, di Maria Elena BoschiDavide Faraone e Gennaro Migliore.

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