Almanacco

16 febbraio 2005: entra in vigore il trattato internazionale di Kyoto

Dopo la ratifica da parte della Russia, entrava in vigore il Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale redatto l’11 dicembre 1997 nella città giapponese di Kyoto, che impegnava i paesi del mondo a ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera

Il 16 febbraio del 2005 entrava in vigore il Protocollo di Kyoto, per ridurre le emissioni inquinanti e confinare il riscaldamento globale.

Cos’è il trattato di Kyoto del 16 febbraio 2005: obiettivi e attuazione in Italia

Dopo la ratifica da parte della Russia, entrava in vigore il Protocollo di Kyoto, un trattato internazionale redatto l’11 dicembre 1997 nella città giapponese di Kyoto, che impegnava i paesi del mondo a ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera, per limitare il global warming, il riscaldamento globale, ormai diventato un dato assodato e certo.

Quasi tutti i paesi del mondo hanno ratificato il trattato, tranne gli Stati Uniti, che pur avendo firmato il protocollo hanno rifiutato di ratificarlo.


sottoscrizione protocollo


La motivazione della nascita del Protocollo di Kyoto, risiedeva nel contrasto al riscaldamento climatico, probabilmente il più grande e preoccupante problema ambientale dell’era moderna, con le emissioni di CO2 in atmosfera che si costituiscono come il principale costituente dell’impronta ecologica umana.

Obiettivi del Protocollo di Kyoto

Il Protocollo di Kyoto impegnava i Paesi sottoscrittori ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra rispetto ai propri livelli di emissione del 1990, in percentuale diversa da Stato a Stato: per fare questo le Parti sono tenute a realizzare un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad effetto serra da aggiornare annualmente, insieme alla definizione delle misure per la riduzione delle emissioni stesse.


tco 2


I gas climalteranti oggetto degli obiettivi di riduzione sono:

  •  la CO2 (anidride carbonica), prodotta dall’impiego dei combustibili fossili in tutte le attività energetiche e industriali oltre che nei trasporti;
  •  il CH4 (metano), prodotto dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti zootecnici e dalle coltivazioni di riso;
  •  l’N2O (protossido di azoto), prodotto nel settore agricolo e nelle industrie chimiche;
  • gli HFC (idrofluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere;
  • i PFC (perfluorocarburi), impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere;
  • l’SF6 (esafluoruro di zolfo), impiegato nelle industrie chimiche e manifatturiere.

CO2


Ciascuno di questi gas ha un proprio e specifico GWP (Global Warming Potential), che sostanzialmente corrisponde alla sua “capacità serra” in relazione a quella della CO2, convenzionalmente posta =1, lungo un intervallo temporale che normalmente è a 100 anni.


gwp


Se tutti gli altri gas hanno un “potere climalterante” molto più alto di quello della CO2, attualmente la CO2 è comunque il principale e più rilevante gas ad effetto serra: quando si parla degli obiettivi di riduzione emissiva si fa sempre riferimento a valori espressi in termini di CO2eq (CO2 equivalente), una unità di misura che considera la somma ponderata della capacità serra di tutti i 6 diversi gas.

Anche nelle diverse attività di valutazione delle emissioni di gas serra di processi e prodotti si fa riferimento sempre al valore di CO2eq, volendo così esprimere il “potere riscaldante equivalente” e cumulativo di tutti i gas serra emessi in una o più fasi del ciclo di vita di un prodotto rapportati all’unità di misura base che è la CO2.

Attuazione del Protocollo di Kyoto in Italia

Il Protocollo di Kyoto, che ha terminato la sua validità al 31/12/2012, prevedeva una riduzione emissiva per gli Stati che mediamente vale il – 5%, da conseguire entro il 2012. Alcuni stati Europei già nel 2009 avevano superato il proprio target di riduzione emissiva: questo è segno che non si trattava di obiettivi impossibili, e che gli Stati che hanno voluto investire nell’economia low carbon avevano agevolmente conseguito risultati di alto livello.

Nell’ambito del Protocollo di Kyoto, l’Italia aveva sottoscritto un obiettivo di riduzione emissiva del -6,5%: tale obiettivo di riduzione era stato identificato sulla base delle indicazioni di Enti di ricerca nazionali, che lo avevano quantificato come risultato dell’attuazione di un pool di azioni necessarie per l’ammodernamento del Paese e per lo stimolo dell’economia nazionale.


linee Kyoto


A partire dall’obiettivo sottoscritto nell’ambito del Protocollo di Kyoto, in Italia sono stati storicamente realizzati diversi strumenti normativi di recepimento ed attuazione del Protocollo medesimo, di cui a seguito si illustrano i principali:

  • Delibera CIPE 137/08 del 19.12.1998 – “Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra”;
  • Legge n. 120/02 del 02.06.2002 – “Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l’11 dicembre 1997”, la Legge di ratifica nazionale del Protocollo di Kyoto);
  • Delibera CIPE 123/02 del 19.12.2002 – Approvazione del “Piano Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra, 2003-2010”, quale revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra (Legge 120/2002).

Si trattava di una serie di documenti che complessivamente che definiscono e ripartiscono l’obiettivo di riduzione nazionale a ciascun settore del Paese, da conseguire entro il termine del secondo periodo di impegno.


CO2-gas-serra


Discorso a parte deve essere fatto per alcuni settori fortemente impattanti a livello climatico e come tali compresi nella Direttiva 2003/87/CE – “Direttiva Emission Trading”, la direttiva che regolamenta l’EU-ETS – Emission Trading Scheme, quali:

  • Elettrico
  • Raffinazione
  • Cemento
  • Laterizi
  •  Siderurgico
  • Carta
  • Vetro

Per queste aziende è stato definito un “Piano Nazionale di Assegnazione“, il quale alloca i diritti di emissione per ogni singolo Stato nell’ambito di ciascuno dei due “periodi di impegno” del Protocollo di Kyoto: il Piano stabilisce il numero di “diritti di emissione” che vengono assegnati gratuitamente a ciascun impianto dei settori sopra elencati e chiarifica il procedimento utilizzato per l’assegnazione.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio