Cronaca

Triplice omicidio a Roma, De Pau aveva chiesto aiuto a due prostitute

L'uomo si era fatto ospitare da due prostitute e una delle due era stata mandata dalla sorella per recuperare i documenti

Dopo il triplice omicidio commesso a Roma, nel quartiere Prati, Giandavide De Pau ha chiesto aiuto ad altre due prostitute, facendosi ospitare e inviando una di loro dalla sorella per farsi dare i documenti, carta di credito e soldi, nel chiaro tentativo di darsi alla fuga.

Triplice omicidio a Roma, De Pau ha chiesto aiuto a due prostitute

A riportare tali dichiarazioni è una testimone di nazionalità cubana agli inquirenti. La donna ha detto che il giorno dopo gli omicidi, verso le 2.30 di notte si trovava in un locale “quando giungeva un uomo in evidente stato di alterazione da droghe; verso le ore 3.30, quando stava uscendo con la sua amica Mariam.

L’uomo le chiedeva se aveva un posto dove poter dormire perche’ lui non poteva andare in un albergo e mostrare i documenti, lei acconsentiva e si recavano presso il b&b di via Milazzo, dove la stessa dimorava”.

La richiesta di De Pau

Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Mara Mattioli, che ha convalidato il fermo del 51enne, si legge:

“L’uomo le aveva detto di chiamarsi Eudo Giovanoli, mostrandole una carta d’identità e, dicendole che era ‘uno molto cattivo, ho ucciso molte persone….’, poi le aveva offerto del denaro per avere un rapporto sessuale dicendole che l’avrebbe pagata al termine del rapporto ma lei aveva rifiutato pretendendo il pagamento anticipato.

Verso le ore 4.30 l’uomo aveva chiesto a Mariam di andare a casa della sorella in zona Tiburtina per farsi dare la sua carta di credito; quest’ultima si era recata a casa dei familiari dell’uomo con un taxi ma la madre e la sorella non le avevano voluto dare i documenti e la sorella le aveva chiesto di far salire su un taxi il fratello e farlo andare da lei”.

Chi ha chiamato i carabinieri

A chiamare i carabinieri è stata la sorella di De Pau. Agli atti c’è una telefonata che è stata registrata dal numero di emergenza. “Sono la sorella di Giandavide De Pau… allora… le spiego… mio fratello è sparito da ieri, sotto l’uso di sostanze, completamente fuori di testa, una persona che non sta bene quando fa uso di sostanze… L’ho sentito questa notte e parlava di donne uccise, di sangue, di coltelli e di cose varie”.

E cosa le ha detto signora?, chiedono i militari del 112. “Mi ha detto che c’era sangue, perché quella stava nel letto, perché poi c’erano i servizi segreti, perché poi lui diventa matto quando fa uso di sostanze. Dice c’era sangue, non so se sono stato io… io non mi ricordo niente”, risponde la donna

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