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Tumore al seno: una ricerca svela il meccanismo di sviluppo delle metastasi

Da una ricerca tutta italiana la speranza di terapie su misura contro una delle forme più frequenti di tumore al seno, il carcinoma mammario intraduttale (Dcis). Ecco i dettagli della scoperta.

Tumore al seno: la ricerca sullo sviluppo delle metastasi

Il tumore al seno è una delle patologie oncologiche più diffuse in Italia. Inoltre, nel 30% dei casi questo tumore sviluppa caratteristiche che gli permettono di  spostarsi ed invadere altri organi vicini, causando le pericolose metastasi.

Gli scienziati dell’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) e dell’Università degli Studi di Milano hanno individuato il meccanismo molecolare che causa lo sviluppo delle metastasi. La sfida del team tricolore è arrivare a definire una ‘firma meccanica’ che aiuti a capire quali sono le neoplasie più a rischio di metastatizzare, così da colpirle con trattamenti studiati ad hoc.

Il Dcis è fra i tumori più diffusi (20% delle diagnosi di carcinoma) come spiegano i ricercatori, ed è caratterizzato dall’insorgenza di lesioni primarie all’interno del dotto mammario, dove la forte compressione da parte del tessuto esterno le immobilizza.

Ma se nella maggior parte dei casi il carcinoma rimane dov’è in forma solida, circa il 30% può acquistare proprietà fluide che gli consentono di uscire dal seno e diffondersi nell’organismo, rendendo questo tipo di tumore un modello ideale per studiare la relazione tra transizione di stato e il potenziale di metastatizzazione.

Questo è il lavoro di ricerca svolto dal gruppo guidato da Giorgio Scita, professore ordinario di Patologia generale alla Statale di Milano.

I risultati prodotti dallo studio

I dati prodotti sono stati poi validati in sistemi più complessi, fra cui tessuti umani derivati da pazienti con Dcis. Grazie alla collaborazione con l’Unità di Istopatologia Ifom coordinata da Claudio Tripodo, docente all’Università di Palermo è stata confermata la forte correlazione osservata tra l’elevata espressione della proteina nelle cellule tumorali e l’acquisizione di proprietà invasive da parte delle cellule stesse.

Il problema è infatti che  tutte le pazienti a cui viene diagnosticato il Dcis sono trattate con una terapia che è in genere uguale per tutte e che ha effetti collaterali. La combinazione di marcatori strutturali con quelli molecolari potrebbe essere di fondamentale aiuto nel differenziare i trattamenti e ridurre al minimo indispensabile le terapie applicate.

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