Cronaca

Figlio di Beppe Grillo accusato di stupro, Damiano dei Maneskin “È stupro anche se denunciato 8 giorni dopo”

Damiano non menziona esplicitamente i protagonisti della vicenda, ma il messaggio è chiaro

All’indomani della pubblicazione del video in cui Beppe Grillo parla in difesa del figlio, accusato di stupro, e si scaglia duramente contro la famiglia della vittma. Dopo essere stato oggetto di dibattito nelle aule di Montecitorio, il caso arriva anche sui social. Damiano, il leader dei Maneskin, ha detto la sua a proposito del video con cui Beppe Grillo ha preso le difese del figlio “È stupro anche se viene denunciato otto giorni dopo”.

Caso Grillo, Damiano dei Maneskin “È stupro anche se denunciato 8 giorni dopo”

Damiano non menziona esplicitamente i protagonisti della vicenda, ma il messaggio è chiaro “Voglio premettere che non sono io il pm e non sta a me giudicare l’innocenza o la colpevolezza -ha esordito Damiano, nel video pubblicato su Instagram – Ma voglio soltanto parlare alle persone che avvalorano la tesi che uno stupro denunciato dopo otto giorni non era stupro. Non è così. Ci sono persone, soprattutto donne, che si rendono conto molto tempo dopo e trovano il coraggio di denunciare molto tempo dopo. Perché siamo abituati a pensare che molte cose siano legittime quando in realtà non lo sono. E perché c’è un problema di fondo e di educazione”. Alla fine il frontman dei Maneskin ha rivolto un appello ai suoi follower “Quindi vi prego di informarvi e di astenervi da dichiarazioni tanto disumane. Lo chiedo almeno ai miei follower”.

Un video che prova l’innocenza dei ragazzi

“C’è un video che testimonia l’innocenza dei ragazzi , dove si vede che lei è consenziente, la data della denuncia è solo un particolare”: lo ha scritto Parvin Tadjik, moglie di Beppe Grillo, in un commento – ripreso dal sito Open – al post su Fb di Maria Elena Boschi dove la deputata di Italia Viva critica il video in cui Beppe Grillo difende il figlio Ciro e i suoi tre amici dall’accusa di stupro. La difesa del fondatore del M5s è a tutto campo “Perché non li avete arrestati subito? Perché vi siete resi conto che non è vero che c’è stato lo stupro”. Quindi, la chiosa disperata, urlata: “Se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perché ci vado io in galera”.

La vicenda


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L’accusa che pende sulla testa del giovane Ciro è pesante: avrebbe violentato insieme ad altri tre ragazzi una studentessa nel luglio 2019 quando, dopo una serata passata al Billionaire in Costa Smeralda. I quattro giovani avrebbero violentato – questa l’accusa – la 19enne milanese di origine scandinava in vacanza nel nord Sardegna con un’amica. Concluse le indagini a novembre 2020, la Procura di Tempio Pausania, competente per il territorio della Gallura, sta per tirare le fila dell’inchiesta. A breve trasferirà gli atti al Gup del Tribunale e si conoscerà la sua scelta: richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. I legali hanno ribadito come i ragazzi si siano dichiarati innocenti “fin dall’inizio dell’inchiesta”. Ora alla loro voce si somma anche quella, altisonante, di Grillo senior: “Una persona che viene stuprata la mattina, il pomeriggio fa kitesurf e denuncia dopo 8 giorni è strano. E poi c’è un video in cui si vede un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande”, perché “sono quattro coglioni, non quattro stupratori”. Ma Beppe non è l’unico papà coinvolto in questa storia. Ci sono anche i genitori della studentessa che ha denunciato, i quali, attraverso una nota divulgata dall’avvocato Giulia Bongiorno, si dicono “distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante“.

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