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Jean Cocteau, artista poliedrico noto soprattutto per il romanzo I ragazzi terribili del 1929

Jean Cocteau svolse un'attività multiforme nel mondo dell'arte, edicandosi alla poesia e al romanzo, al teatro e al cinema, alla pittura e al disegno, illustrando molti suoi libri

Scrittore e drammaturgo francese di gran fama, Jean Cocteau svolse un’attività multiforme nel mondo dell’arte, edicandosi alla poesia e al romanzo, al teatro e al cinema, alla pittura e al disegno, illustrando molti suoi libri. Nella sua copiosa produzione si trovano tracce di tutti i movimenti d’avanguardia, da lui tentati più come sperimentatore che come vero e convinto aderente.

Jean Cocteau, drammaturgo e sceneggiatore francese

Jean Cocteau nasce il 5 luglio 1889 a Maisons-Laffitte, cittadina a pochi chilometri da Parigi, da Eugénie Lecomte e Georges Cocteau, già genitori di Marthe (1877-1958) e Paul (1881-1961). Il padre, depresso e senza lavoro, si suicida nel 1898. D’estate, fino all’adolescenza, risiede spesso nel paese natale, presso i nonni materni, che hanno anche un “hôtel particulier” a Parigi, in rue La Bruyère 45, oppure va dagli altri nonni, a Vierzy. Dopo la morte del padre vive per qualche mese in Svizzera.


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Ha una governante tedesca, Joséphine Ebel, da lui detta “Jéphine”. Disegna molto, soprattutto fa caricature. Frequenta il Liceo Condorcet di Parigi fino all’età di 15 anni allorché decide di studiare privatamente, non essendo interessato agli studi ufficiali; ciononostante, dopo aver tentato invano di conseguire la maturità al liceo Fénelon, nel 1907 interromperà ogni studio.

In questo periodo prende a frequentare i salotti degli amici Lucien Daudet, Reynaldo Hahn, Catulle Mendès e Maurice Rostand, pubblicando nel 1909 il suo primo libro di poesie La lampada di Aladino e fondando una rivista Schéhérazade, che non dura a lungo. Abita con la madre in rue d’Anjou, 10.

Musica e prime raccolte

Si appassiona quindi al mondo della musica, frequentando il balletto, e ha occasione di assistere al primo spettacolo in assoluto dei Balletti russi di Sergej Djagilev, Pavillon d’Armide. Conosce di persona Djagilev, che gli commissiona il soggetto di Le Dieu bleu, balletto su musica di Reynaldo Hahn, presentato al Théâtre du Châtelet nel 1912.


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Ha intanto pubblicato altre due raccolte di poesie e ha fatto un viaggio in Algeria (12 marzo – 8 aprile 1912). Resta colpito dalla prima della La sagra della primavera di Stravinskij, nonostante l’opera abbia generato un putiferio e abbia diviso ferocemente pubblico e critica (Cocteau la prende a modello di quel che per lui è l’arte moderna).

La fama

Il 1913 è l’anno della rivelazione: Cocteau rimane sconvolto dal balletto di Stravinskij, Le Sacre du printemps, e dallo scandalo che ne consegue. Lo spettacolo dei Balletti Russi, andato in scena il 29 maggio, gli appare come l’incarnazione del nuovo spirito artistico, e in quell’occasione comprende l’importanza del ruolo del pubblico nell’evoluzione dell’artista. All’uscita dal teatro, con Diaghilev e Stravinskij nasce l’idea di un nuovo spettacolo, David, che diventerà in seguito Parade.


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Cocteau in un ritratto di Amedeo Modigliani.

In seguito ai nuovi stimoli offerti dalla frequentazione di Stravinskij, Cocteau fa subire una svolta alla sua produzione: col romanzo Le Potomak, del 1914, comincia una nuova fase poetica originale, assai lontana dai toni delle prime raccolte. Lo scoppio della guerra vede Cocteau a Reims impegnato a guidare le ambulanze per il trasporto dei feriti. L’anno seguente sarà a Nieuport con i fucilieri di marina: di entrambe le esperienze si troverà una fedele trasposizione nel romanzo Thomas l’imposteur. Nel 1914 fonda con Paul Iribe la rivista Le Mot. Conosce Valentine Gross, che gli presenterà Braque, Derain e Satie.

Durante la guerra stringe amicizia con Roland Garros, che lo inizia all’aviazione: il battesimo dell’aria sarà alla base della prima opera poetica di una certa importanza: Le Cap de Bonne-Espérance, di cui organizzerà varie letture pubbliche che gli procurano un dicsreto successo.

Trasferimento a Parigi

Nel 1916 viene trasferito a Parigi, al Servizio Propaganda del Ministero degli Esteri. Comincia a frequentare l’ambiente di Montparnasse: conosce Apollinaire, Modigliani, Max Jacob, Pierre Reverdy, André Salmon, Blaise Cendrars (con cui fonderà una casa editrice), ma soprattutto Pablo Picasso. Con quest’ultimo nascerà un legame molto forte e duraturo, fatto di una estrema devozione e volontà di imitazione nei confronti del pittore, che sarà coinvolto nell’avventura di Parade.


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Jean Cocteau (a destra) col pittore Ákos Bíró.

Dopo un viaggio a Roma, in cui Cocteau raggiunge Diaghilev e Picasso per mettere a punto lo spettacolo, Parade va in scena allo Châtelet il 18 maggio 1917: musica di Erik Satie, scene e costumi di Picasso, coreografie di Léonide Massine dei Balletti Russi. Lo scandalo si scatena già dalla prima rappresentazione: il pubblico si divide fra accaniti sostenitori e detrattori impietosi, che non hanno saputo cogliere l’importanza di quella manifestazione dell’esprit nouveau, per la quale Apollinaire conierà il termine “surréalisme”.

Cocteau rimarrà però deluso in parte da questa esperienza, dato che non gli verrà riconosciuto il ruolo di ideatore e coordinatore che in effetti aveva svolto nell’elaborazione quadriennale dello spettacolo.

Elogio a Picasso e collaborazione all’Anthologie Dada

Nel 1918 pubblica Le Coq et l’Arlequin, saggio critico in cui viene intessuto l’elogio di Picasso e di Satie: questo testo sarà assunto come manifesto dal Gruppo dei Sei, che troverà in Cocteau un ardente ammiratore e un critico sagace.


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In questi anni si lega col giovane poeta Jean Le Roy, che morirà al fronte dopo pochi mesi. Ma il legame più importante è quello con l’allora quindicenne Raymond Radiguet, presentatogli nel 1919 da Max Jacob. Fra Cocteau e Radiguet nasce da subito una profonda amicizia, che sarà fondamentale per lo sviluppo, umano e artistico, di Cocteau.

Nonostante la differenza di età e di notorietà, Radiguet sarà in questi anni il maestro di Cocteau: gli insegnerà a seguire un ideale di classicismo quanto possibile lontano dai fermenti sperimentali delle avanguardie di quegli anni, e che sarà caratteristico dell’opera di Cocteau a venire. Il 1919 è anche l’anno della collaborazione all’Anthologie Dada, collaborazione effimera a causa delle incomprensioni con l’ambiente surrealista, e con Breton in particolare.

Fra giugno e settembre riceve due attacchi da André Gide e Jacques Marnold, sulle pagine rispettivamente della Nouvelle Revue Française e del Mercure de France, che criticano duramente Le Coq et l’Arlequin accusandone l’autore di incompetenza e di plagio. Cocteau risponde alle accuse in maniera altrettanto virulenta. Contemporaneamente gli viene affidata una rubrica per il giornale Paris-Midi.

Gli anni Venti

Gli anni seguenti sono piuttosto tranquilli e assai produttivi. Fra il 1920 e il 1921 vengono messi in scena due balletti di Cocteau musicati dai membri del Gruppo dei Sei: Le Boeuf sur le toit e Les Mariés de la Tour Eiffel, entrambi con un certo successo.

Durante le vacanze sulla costa meridionale, in compagnia di Radiguet alle prese con la stesura del Diable au corps, Cocteau scrive moltissimo: le poesie che confluiranno in Vocabulaire e Plain-Chant, raccolte in cui si riconosce chiaramente l’influenza classicista di Radiguet, Antigone e OEdipe-Roi per il teatro, i romanzi Thomas l’imposteur e Le grand écart, e il saggio Le Secret professionnel.

Ma questa fase sarà bruscamente interrotta nel 1923 dalla morte improvvisa di Radiguet, vittima di un tifo curato troppo tardi. La perdita dell’amico lascerà Cocteau in uno stato penoso, che lo spingerà ad accettare il consiglio di un amico, Louis Laloy, di cercare consolazione nell’oppio.


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Georges Auric gli presenta Jacques Maritain, che convincerà Cocteau ad avvicinarsi alla religione. Ha inizio un periodo mistico, fatto di conversazioni con i coniugi Maritain e con i religiosi invitati alle loro cene; conseguenze di queste conversazioni saranno una prima cura di disintossicazione dall’oppio e un effimero avvicinamento ai sacramenti cristiani. Nel 1925 Cocteau ha la rivelazione dell’angelo Heurtebise, personaggio-chiave della sua opera, e scrive il poema che porta il suo nome.

Le grandi opere

Durante la convalescenza dalla disintossicazione, a Villefranche in compagnia del pittore Christian Bérard, scrive Orphée, che sarà montato dai Pitoëff l’anno seguente. Rompe poi bruscamente con Maritain, preferendo l’oppio alla religione. Scrive il testo di OEdipus Rex, oratorio musicato da Stravinskij.


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Si acuiscono gli scontri con i Surrealisti: Philippe Soupault arriverà ad organizzare delle serate di pubblica denigrazione nei confronti di Cocteau, o addirittura a telefonare nottetempo alla madre del poeta annunciandole la morte del figlio. Il giorno di Natale conosce Jean Desbordes, un giovane scrittore con cui tenterà di ricostruire il rapporto che aveva instaurato con Radiguet. Nel 1928 appare infatti J’adore, un romanzo di Desbordes con una prefazione di Cocteau. La pubblicazione di J’adore gli varrà una valanga di recriminazioni da parte dell’ambiente cattolico.

La fine degli anni Venti è una nuova fase iperproduttiva, non turbata dai frequenti ricoveri di disintossicazione: le poesie di Opéra, i romanzi Le Livre blanc e Les Enfants terribles, il monologo La Voix humaine (la cui rappresentazione sarà pesantemente disturbata da Paul Eluard), Opium e il primo film, Le Sang d’un poète.

Occupazione nazista

Al 1932 risale la relazione con la principessa Nathalie Paley, nipote dello zar Alessandro III; la principessa avrebbe addirittura posto fine ad una gravidanza causatale da Cocteau. Per il resto, la prima metà degli anni Trenta vede Cocteau impegnato a scrivere per il teatro (Le Fantôme de Marseille, La machine infernale, L’Ecole des veuves) e a seguire le realizzazioni dei suoi spettacoli.

Nella primavera del 1936 parte con Marcel Khill, il suo nuovo compagno, per effettuare un giro del mondo in ottanta giorni. Durante il percorso incontra su una nave Charlie Chaplin e Paulette Goddard: col regista nascerà una sincera amicizia. Il diario di questo viaggio verrà pubblicato col titolo Mon premier voyage.


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L’anno seguente, durante i provini per la distribuzione dei ruoli nell’OEdipe-Roi che sarebbe stato montato al Théâtre Antoine, Cocteau resta folgorato da un giovane attore: Jean Marais. Come è noto, fra i due nascerà una relazione profonda che durerà fino alla morte del poeta. Marais interpreterà il ruolo del Coro nell’OEdipe-Roi e subito dopo quello di Galaad negli Chevaliers de la Table ronde.

Da questo momento Jean Marais è definitivamente assunto da parte di Cocteau come fonte di ispirazione per molte delle opere a venire. Per esempio, è per Marais e Yvonne de Bray che scrive nel 1938 Les Parents terribles, ispirandosi per il personaggio di Yvonne alla madre di Jean Marais. La pièce è montata nel novembre dello stesso anno; quasi subito vietata dal Consiglio Comunale, viene poi ripresa, nel gennaio successivo, con uno straordinario successo.

L’occupazione nazista pone non pochi problemi all’attività di Cocteau: La Machine à écrire, creata nel 1941 al Théâtre des Arts, provoca la reazione immediata della critica collaborazionista. Lo stesso anno, la ripresa dei Parents terribles è vietata dalla censura tedesca.

Durante l’occupazione Cocteau viene aggredito da alcuni dimostranti perché sbadatamente non si è tolto il cappello davanti alla bandiera nazista. L’aneddoto di Jean Marais che prende a schiaffi il giornalista di Je suis partout Alain Laubreaux, autore di un articolo denigratorio nei confronti di Cocteau, è stato ripreso da Truffaut nel Dernier métro. Nel 1942, tuttavia, viene eletto alla giuria del Conservatorio per le arti drammatiche.

Incontro con Arno Breker e altre opere

In occasione di un’esposizione di Arno Breker, scultore ufficiale del Reich, scrive un articolo per Comoedia, Salut à Breker, in cui elogia l’opera dell’artista tedesco. Questo atto di solidarietà fra artisti gli fu aspramente rimproverato.


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Negli ultimi anni della guerra Cocteau si dedica molto all’attività cinematografica: scrive le sceneggiature per Le Baron Fantôme di Serge de Poligny, film in cui reciterà la parte del vecchio barone, per Juliette ou La Clef des songes di Marcel Carné e soprattutto per L’éternel retour di Jean Delannoy e per Les Dames du Bois de Boulogne di Robert Bresson.

Nel 1944 si adopera attivamente, insieme ad altri artisti, per la liberazione di Max Jacob, arrestato dalla Gestapo e giustiziato il 4 marzo nel campo di Drancy. L’anno successivo uno studio di Roger Lannes sulla poesia di Cocteau viene pubblicato da Pierre Seghers nella collana Poètes d’aujourd’hui.

Da Belle et la Bête a Voce umana

Nonostante una grave malattia della pelle, riesce a portare a termine le riprese della Belle et la Bête, che riceverà il premio Louis Delluc nel 1946 a Cannes. Contemporaneamente la casa editrice Marguerat di Losanna comincia la pubblicazione delle sue Opere complete.


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Dopo avere collaborato alla realizzazione della Voce umana di Roberto Rossellini, interpretato da Anna Magnani, di Ruy Blas di Pierre Billon e di Noces de sable di André Zwobada, e dopo avere realizzato due film tratti da due sue precedenti opere teatrali, L’Aigle à deux têtes e Les Parents terribles, parte nel 1948 per un viaggio negli Stati Uniti dove incontra Greta Garbo e Marlene Dietrich.

Sull’aereo che lo riporta a Parigi scrive una Lettre aux Américains che verrà pubblicata subito dopo. L’anno successivo riparte con Jean Marais e Edouard Dermit, suo figlio adottivo, per una tournée in Medioriente.

Festval del cinema maledetto

Nell’agosto del 1949 organizza a Biarritz il Festival del cinema maledetto e comincia le riprese di Orphée; il film uscirà l’anno dopo, contemporaneamente al film di Jean-Pierre Melville tratto dagli Enfants terribles, e riceverà il Premio internazionale della giuria al Festival di Venezia.


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Nel 1951 François Mauriac provoca uno scandalo seguito da una lunga polemica in occasione della rappresentazione di Bacchus, pièce ambientata nella Germania riformata che avrebbe, secondo il giornalista, messo in ridicolo la religione cristiana. Nel gennaio 1952 viene organizzata a Monaco la prima esposizione dell’opera pittorica di Cocteau, che sarà ripetuta nel 1955 a Parigi.

L’autore viaggia in Grecia e in Spagna, presiede per due anni di fila (1953 e 1954) la giuria del Festival di Cannes, pubblica due opere poetiche: La Corrida du ler mai, ispirata dal suo secondo viaggio in Spagna, e Clair-Obscur. Nel 1954 viene colto da una crisi cardiaca piuttosto grave.

Riconoscimenti e passioni per le arti plastiche

A partire dal 1955 fioccano i riconoscimenti ufficiali da parte di istituti culturali molto importanti: viene eletto membro dell’Académie Royale de Langue e Littérature Française de Belgique e dell’Académie Française, dottore honoris causa all’Università di Oxford, membro onorario del National Institute of Arts and Letter of New York. Nel 1957 è ancora presidente onorario della giuria di Cannes.


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In questi anni si dedica con passione alle arti plastiche: affresca la cappella di Saint-Pierre a Villefranche, decora la Sala dei Matrimoni del Municipio di Mentone, sperimenta la decorazione di ceramiche, che saranno esposte con successo a Parigi nel 1958. Nel 1959 saluta con entusiastica ammirazione le prime opere dei giovani registi dei Cahiers du cinéma, soprattutto Les 400 coups di François Truffaut, grazie al quale può iniziare le riprese del suo ultimo film, Le Testament d’Orphée.

Un’emottisi non gli impedisce di continuare a scrivere poesie e di decorare la cappella di Saint-Blaise-des Simples a Milly-la Forêt, dove si è trasferito, e la cappella della Vergine della chiesa di Notre-Dame-de-France a Londra. L’anno successivo è eletto principe dei Poeti da Aragon. Nel 1961 è nominato Cavaliere della Legione d’Onore. Scrive i dialoghi per La Princesse de Clèves di Jean Delannoy.

Morte

Il 22 aprile del 1963 è vittima di una nuova crisi cardiaca. L’11 ottobre, durante la convalescenza a Milly, Jean Cocteau muore serenamente. Il suo corpo imbalsamato è conservato a Milly nella cappella che lui stesso aveva decorato.


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Statua di Jean Cocteau a Villefranche-sur-Mer.

 

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