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Caos nel Pd: cosa sta succedendo?

Le dimissioni di Zingaretti, la proposta di Grillo e sit-in delle sardine: Caos nel Pd. Cosa sta succedendo?

Il Pd è inesorabilmente nel caos. Le dimissioni del segretario Zingaretti hanno spiazzato tutti, dai suoi alleati ai partiti del Centrodestra e sono giunte proprio nel momento peggiore per il Partito Democratico, in netta perdita di consensi. Anche Beppe Grillo lancia segnali di coesione, mentre le sardine hanno organizzato un sit-in sotto la sede del Partito Democratico.


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Le dimissioni di Zingaretti ed il caos nel Pd: cosa sta succedendo?

Giovedì pomeriggio, Zingaretti ha scritto un post su Facebook, con cui si defilava dalla segreteria del Pd, aprendo al caos totale. Le dimissioni non potevano giungere, però, in un momento peggiore: cosa sta succedendo nel Partito Democratico?

L’acquisizione della leadership di Giuseppe Conte ha consentito un cospicuo guadagno di consensi per il M5S, a dispetto degli “alleati” del Partito democratico. Il Pd è apparso ingessato, bloccato, agli occhi degli elettori. Le teorie sono differenti: aleggia la paura di essere fagocitato, nell’alleanza del Centrosinistra, dal M5S. Oppure, Matteo Renzi continua a lavorare, dalle retrovie, per riprendersi il partito?

Non esiste, pertanto, una risposta univoca. Il tempo ci fornirà, sicuramente, un’analisi maggiormente dettagliata. Intanto, Zingaretti rassegna le sue dimissioni sui social, creando caos e scompiglio.

Lo sfogo di Zingaretti su Facebook: cosa sta succedendo nel Pd?

Lo sfogo di Zingaretti su Facebook: “Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni.

Sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto.

Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd. Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili. Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie”.

La proposta di Beppe Grillo: “Mi propongo segretario del Pd”

Il Pd è allo sbaraglio, orfano, dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti. Infatti, giungono numerosi appelli ad un ripensamento, respinti dal segretario che richiede “chiarezza”, dopo essere stato logorato a lungo. La difficoltà dei vertici del Pd, adesso, risiede nella necessità di indicare un nome per la segreteria del partito. Il venturo leader dovrà traghettare il partito durante fasi delicate: le elezioni amministrative di ottobre e l’elezione del Presidente della Repubblica.

Beppe Grillo, così come tantissimi altri esponenti politici, hanno richiesto coesione. Addirittura, il Garante del M5S si propone come possibile segretario, nel segno dell’alleanza nata durante il Conte bis, invitando il partito ad inserire nel proprio simbolo la data 2050. Lo farà anche il M5S, come confermato da Luigi Di Maio.
“Io vi invito, se mi invitate vengo, faccio il segretario, vi ripeto, del Pd elevato, ci mettiamo 2050 nel simbolo, io ci sto un anno, un annetto, Conte sta di là un annetto, parliamo con tutti e facciamo dei progetti comuni”, ha scritto Beppe Grillo.


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Il sit-in delle sardine sotto la sede del Pd, contro il caos nel partit

All’indomani delle dimissioni del segretario Zingaretti, le sardine organizzano un sit-in, sotto la sede del Pd. Circa 6mila sardine, armate di tende e sacchi a pelo, davanti alla sede del Partito Democratico, hanno dato il via alla manifestazione, dimostrando appoggio totale al segretario dimissionario.

Le parole del leader delle sardine, Mattia Sartori: “abbiamo chiesto di continuare con il percorso di piazza Grande certificandolo in assemblea. Siamo pronti a chiedere a Zingaretti di proseguire il percorso fuori dal Pd”.

Poi, sulla provocazione lanciata da Grillo, risponde: “Grillo può fare quello che gli pare, ma quello che salverà il M5S è una grande coalizione, un campo largo, in cui ognuno mantenga la propria identità”.

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