Cronaca

Paraolimpiadi di Tokyo, Simone Barlaam medaglia d’oro e record: l’Italia vola nel nuoto

Cresce il bottino dell'Italia sono 21 le medaglie raccolte finora dalla spedizione azzurra

Simone Barlaam, medaglia d’oro e record paralimpico: l’Italia vola nel nuoto a Tokyo. L’atleta milanese ha trionfato, confermando i pronostici, nella prova dei 50 metri stile libero categoria S9. Cresce il bottino dell’Italia sono 21 le medaglie raccolte finora dalla spedizione azzurra: 6 ori, 8 argenti e 7 bronzi.

Simone Barlaam, medaglia d’oro e record paralimpico

L’azzurro ha trionfato mettendosi alle spalle il russo Tarasov che ha dato battaglia fino alla fine e Jamal Hill. Il classe 2000 milanese si conferma una delle stelle dell’Italia, che grazie a lui ha raggiunto quota 21 medaglie ai Giochi. Una soddisfazione enorme che ripaga il nuotatore di tante sofferenze: nato con una coxa vara e una ipoplasia congenita del femore destro, ha dovuto subire un calvario di ben 12 interventi chirurgici durante la sua giovane vita, finalmente conclusosi nel 2012 con l’ultima operazione.

Le dichiarazioni di Barlaam

Le dichiarazioni di un soddisfatto Barlaam: “Non era per niente facile, il livello era altissimo. Il tempo non era dei migliori anche se è record paralimpico, me la stavo facendo sotto. L’importante era la medaglia d’oro e per fortuna ci sono riuscito. Ho finito la tripletta, dopo il record mondiale. Mi godo questo podio per qualche oretta e poi domani tornerò in acqua. Non ho realizzato quello che ho fatto, ma quando salirò sul podio capirò tutto. Mi sento come su una montagna russa, e sono stanchissimo ma euforico. Sono carico per il futuro”.

Chi è Simone Barlaam: biografia, carriera, disabilità

Nasce a Milano il 12 luglio 2000 con una coxa vara e una ipoplasia congenita del femore destro. La sua malformazione viene aggravata da una frattura del femore occorsa in utero quando i medici hanno tentato una manovra di rivolgimento del neonato che si presentava in posizione podalica per evitare il parto cesareo.

Durante la sua infanzia è stato sottoposto a dodici operazioni chirurgiche per tentare di sistemare l’arto. La prima a tre giorni di vita. A cinque anni durante un intervento di allungamento dell’arto, ha contratto una osteomielite, una grave infezione ossea.

L’arto si è più volte fratturato nei mesi successivi a causa dell’infezione che ha indebolito enormemente l’osso e ha rischiato di perdere la gamba. È stato curato in Francia, all’Ospedale pediatrico Saint-Vincent-de-Paul di Parigi prima dal professor Raphael Seringe e poi dal professor Philippe Wicart. L’infezione ossea è stata debellata grazie a una lunga cura antibiotica, durata un anno, che ha previsto l’assunzione quotidiana di 12 farmaci al giorno. Gradualmente ha ricominciato a camminare.

E il nuoto in questi lunghi anni di malattia è stato l’unico sport che ha potuto fare per mantenere il tono muscolare in sicurezza senza rischio di fratture perché praticato in acqua in scarico di peso. Nel 2007 ha cominciato a nuotare alla piscina comunale di Magenta, con la scuola di nuoto per bambini. Dopo due anni è passato all’agonistica e ha partecipato alle prime gare.

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