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Il 22 maggio nasce Arthur Conan Doyle, il celebre scrittore di Sherlock Holmes

Il 22 maggio 1859 nasce ad Edimburgo lo scrittore e drammaturgo britannico Sir Arthur Conan Doyle, morto per un improvviso arresto cardiaco a Crowborough il 7 luglio 1930.

La sua notorietà deriva dal fatto che sia considerato, alla pari di Edgar Allan Poe, il capostipite dei generi letterari del giallo deduttivo e del fantasy.

Chi era Arthur Conan Doyle?

Arthur Conan Doyle nasce in Scozia, in un piccolo appartamento di Edimburgo, da padre inglese e madre irlandese. Lo zio, Michael Conan, era un celebre giornalista, da ciò deriva il suo cognome composito.

Il giovane Arthur inizia i suoi studi prima presso una scuola della sua città, poi alla Hodder Preparatory School, nel Lancashire. La formazione più significativa, tuttavia, prosegue in Austria presso un collegio gesuita, vicino Clitheroe ed infine all’Università di Edimburgo nel 1876, dove consgue la laurea in medicina.

Di questo periodo è la sua prima opera Il mistero di Sasassa Valley, racconto del terrore venduto al Chambers Journal; in campo scientifico e professionale, nello stesso periodo, pubblica il suo primo articolo medico, relativo a un sedativo che sperimenta su di sé.

Da studente brillante ad aiutante medico

Le doti di Conan Doyle spiccarono fin da subito e lo fecero emergere come uno studente profondamente brillante. Riuscì a ridurre l’anno di studio a sei mesi, per poter iniziare ad esercitare come assistente medico.

Iniziò con il dottor Richardson a Sheffield, poi lavorò per il dottor Elliot a Shropshire, ma soprattutto per il dottor Reginald Hoare a Birmingham.

Quest’ultimo è da considerare il momento più significativo, in cui si avvicina alla letteratura e alla scrittura, componendo la sua prima opera.

I suoi professori di medicina furono Joseph Lister, professore di chirurgia, inventore e propugnatore del metodo dell’antisepsi, e il freddo e distaccato dottor Joseph Bell, il quale gli ha ispirato il celebre personaggio di Sherlock Holmes.

Una personalità poliedrica e una vita piena di battaglie ideali

Non si può di certo negare che Conan Doyle fosse un personaggio poliedrico e quasi, addirittura, eccentrico. Lo scrittore ha sperimentato ogni possibile forma di esperienza di vita, conoscendo cosa volesse dire la povertà e anche cosa volesse dire diventare abbastanza influente.

È stato amante degli sport tra cui il cricket, lo sci, la boxe, il biliardo, il motociclismo e fu, altresì, il primo a introdurre l’abitudine di lunghe vacanze in Svizzera, specialmente per cure termali.

Dietro un atteggiamento pacato e misurato celava un uomo animato da ideali ben saldi, per la quale effettuava battaglie più o meno impopolari, vissute in maniera totalmente incurante dell’opinione pubblica:

  • Nel 1890 mise in guardia il mondo intero contro la tanto decantata cura per la tubercolosi
  • Nel 1902 difese il governo britannico contro le accuse di cattiva condotta durante la Seconda guerra boera
  • Nel 1903 venne insignito del titolo di Knight Bachelor
  • Nel 1906 sostenne la riforma per il divorzio
  • Nel 1909 intervenne contro le atrocità in Congo
  • Nel 1910 difese pubblicamente Oscar Slater, falsamente accusato di omicidio
  • Nel 1914 mise in guardia tutti contro i devastanti effetti del blocco sottomarino

La difesa di Dorando Pietri alle Olimpiadi di Londra del 1908

Lo scrittore Conan Doyle si fece anche promotore della difesa nei confronti del maratoneta italiano Dorando Pietri, il quale era risultato vincitore della competizione e successivamente squalificato.

Affermò che non sarebbe stata l’opinione di un giudice a sminuire o annullare la sua vittoria, sostenendo animatamente e con profonda convinzione l’ innocenza e la trasparenza dell’atleta.

Riuscì a raccogliere, tramite una colletta in favore di tale causa, quella che all’epoca poteva essere considerata una somma abbastanza ingente: 300 sterline. Si dice, inoltre, che fosse lo stesso Doyle l’addetto al megafono che sorresse Pietri negli ultimi metri della maratona olimpica. 

Arthur Conand Doyle e il rapporto con la religione e lo spiritismo

Una colonna portante della vita di Arthur Conan Doyle è stata sicuramente il suo rapporto con la religione. Inizialmente cresciuto coi dettami della religione cattolica, assecondando l’impostazione familiare, deciderà poi di distaccarsene e propendere per l’agnosticismo durante gli studi ad Edimburgo.

Secondo altre fonti poi fu successivamente un sostenitore dello Spiritualismo Cristiano e incoraggiò la Spiritualists’ National Union ad accettare come ottavo precetto quello di seguire gli insegnamenti di Gesù di Nazareth.

L’avvicinamento allo spiritismo

Conan Doyle scrisse, inoltre, nel 1926 il saggio Storia dello Spiritismo, argomento cui dedicò gli ultimi anni della sua vita, realizzando articoli e conferenze grazie ai contatti con la Golden Dawn.

Tale attività, tuttavia, a causa del tema controverso di questi studi, non gli diede quei riconoscimenti che sperava e subì anzi gli attacchi della Chiesa cattolica.

Molti critici trovano difficile ammettere che il creatore di Sherlock Holmes, l’esempio perfetto della ragione e dell’osservazione, avesse potuto dedicarsi interamente negli ultimi anni della sua vita ad una causa che sembrava sfidare la logica.

Un uomo che esponesse tali idee sembrava infatti, a quel tempo, non poter essere realmente considerato uno scrittore. Per molti stava dilapidando la sua grandezza.

La massoneria di rito scozzese

Conan Doyle il 26 gennaio 1887 fu iniziato alla Massoneria di rito scozzese, presso la Loggia Phoenix No 257, di Southsea Hampshire.

Per vari anni ne fu il Presidente, ed era solito leggere i suoi scritti ai Fratelli della Loggia, prima della loro pubblicazione finale.

Come altri massoni dell’età vittoriani, fra i quali Arthur Edward Waite, Doyle condivise per tutta la vita uno spiccato interesse per lo spiritismo, in modo particolare per la ricerca del contatto con l’aldilà.

Tale interesse era motivato dal proprio vissuto personale, a seguito della morte della moglie e di altri congiunti. Con altri massoni, diede supporto allo spiritista scozzese Daniel Dunglas. Prima della sua morte fece in tempo a pubblicare il suo ultimo lavoro, The Edge of Unknown, nel quale spiega le sue esperienze parapsicologiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.

Arthur Conan Doyle: la notorietà raggiunta grazie a Sherlock Holmes

Nel momento in cui aprì, anche se con scarso successo, uno studio medico nel Southsea, Doyle cominciò a scrivere le avventure di Sherlock Holmes, la quale diverrà, successivamente, la sua opera più conosciuta da cui verranno tratti anche numerosi adattamenti cinematografici.

Il primo romanzo sul detective è datato 1887 e fu Uno studio in rosso, pubblicato sul Beeton’s Christmas Annual. Nell’opera il narratore, il dottor Watson, che rappresenta lo stesso autore, descrive Holmes e la scienza della deduzione.

A questa prima opera fece seguito, nel 1890, Il segno dei quattro, che gli valse enorme successo. Tuttavia, la celeberrima frase “Elementare, Watson!” non viene mai pronunciata nelle storie di Doyle.

L’odio nei confronti di Sherlock Holmes e la vicinanza ad altri generi letterari

Nonostante Sherlock Holmes avesse registrato un successo senza pari nell’ambito della letteratura poliziesca, lo scrittore Conan Doyle non legò mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che, anzi, odiava perché divenuto più famoso di lui.

Affermò, infatti, che aveva scritto di Holmes più di quello che intendeva inizialmente fare solo perché sollecitato da pressioni esterne. Conan Doyle era invece più legato ad altri generi letterari come l’avventura o il fantasy o come opere di ricerca storica, in questo campo realizzò numerosi romanzi storici:

  • La compagnia bianca, 1891
  • Il suo antefatto Sir Nigel, 1905
  • La serie di sedici racconti storico-satirici sulle immaginarie avventure del brigadiere Gérard, pubblicati tra il 1894 e il 1903
  •  The Great Boer War , un classico testo di storia militare pubblicato nel 1900 mentre era corrispondente della guerra anglo-boera in Sudafrica che gli fruttò nel 1902 il titolo di baronetto.

Ripeté l’esperienza di corrispondente di guerra durante la Grande Guerra, visitando anche il fronte italiano, senza però dimenticare la sua attività di romanziere, saggista e giornalista.

Scrisse anche il libretto di un’opera lirica comica, Jane Annie, in collaborazione con l’amico James Matthew Barrie nel 1893.

L’elemento fantastico

Arthur Conan Doyle anche nel momento in cui si dedicava alla produzione realistica non riusciva a far a meno di aggiungervi l’elemento fantastico, una caratteristica tipica della sua scrittura, come lo si può intuire nelle opere Il vampiro di Sussex e il mastino di Baskerville, entrambi raccolti del ciclo di Sherlock Holmes.

Tuttavia Doyle scrisse solo cinque romanzi e una quarantina di racconti che rifacevano strettamente al fantasy:

  •  The Last Of The Legions and other tales of long ago
  • Tales of Pirates
  • My Friend The Murderer and other mysteries
  • Lot 249
  • Il mondo perduto

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