Cronaca

A sei anni di distanza dal massacro, spunta l’audio choc dell’attentato al Bataclan

A sei anni di distanza dal massacro, spunta l'audio choc dell'attentato al Bataclan: "Vivere come voi? Da libertini"

A sei anni dal massacro, spunta l’audio choc dell’attentato al Bataclan. Così uno dei terroristi: “Il primo che parla, gli sparo un proiettile in testa. Avete capito?”

 

 

 

A sei anni di distanza dal massacro, spunta l’audio choc dell’attentato al Bataclan

“Vivere da occidentale vuol dire vivere da libertini”. A dirlo è il terrorista Salah Abdelsam, uno degli autori della strage al Bataclan, consumatasi il 13 novembre 2015. Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Parigi, lo jihadista spiega le ragioni per cui ha rinunciato al progetto di una famiglia: “per qualcosa più grande, quello per cui oggi sono criticato”. In aula spunta anche l’audio choc della mattanza: “Il prima che si alza, sparo”.

 

 

Il vergognoso attacco al padre di una delle vittime

Salah Adelsam, terrorista francese di origini marocchine naturalizzato belga, non fa marcia indietro: “Vivere da occidentale vuol dire vivere da libertini”, afferma con tono solenne davanti ai giudici parigini. Racconta del suo passato da “bravo studente, amato dagli insegnanti” e della sua conversione all’Islam radicale. A sei anni dalla strage che uccise 90 giovani, tra i quali anche l’italiana Valeria Solesin, il terrorista non mostra segni di ravvedimento: “Vivere da libertino vuol dire vivere senza preoccuparsi di Dio, fare ciò che si vuole, mangiare ciò che si vuole, bere ciò che si vuole”. Nega di esser stato un consumatore abituale di cannabis sostenendo di averne fatto uso “solo per hobby, una canna ogni tanto nei fine settimana”. In carcere legge molto e ha smesso di giocare a scacchi perché “è proibito dall’Islam”, ribadisce a più riprese.

 

 

L’audio choc

Questa mattina, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Parigi, è stato trasmesso l’audio choc del massacro. Si tratta di una breve registrazione, recuperata da un dictafono rimasto acceso durante l’attentato, che consegna alla memoria collettiva tutto l’orrore della strage al Bataclan. “Il primo che si alza, sparo”, grida uno degli jihaisti dal palco prima di aprire il fuoco sulla folla. Nel nastro si distinguono chiaramente le voci degli attentatori che rivendicano l’attacco “per la Siria e per l’Iraq”, che se la prendono con l’ex presidente Francois Hollande e i bombardamenti “dei soldati francesi e americani”. Le minacce: “Il primo che si alza gli sparo un proiettile in testa. E’ chiaro? Chi prova a fare il giustiziere lo uccido, avete capito?”. Infine il rumore sordo degli spari e il “frastuono di un’esplosione”, quella della cintura esplosiva del kamikaze algerino Samy Amimour.

 

 

A processo la mamma di un attentatore

Intanto, è finita sotto processo anche la madre di uno degli attentatori. Si tratta di Fatima Hajji, 53 anni, indagata per “finanziamento del terrorismo” e “associazione di stampo terrorista”. Secondo l’accusa avrebbe finanziato il figlio e la fidanzata tra il 2014 e il 2015 dopo l’annuncio che “sarebbe morto da martire”. Foued Mohamed Aggad sarebbe quindi rientrato in Francia nel 2015 per dare seguito al piano criminale.

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