Cronaca

Matias ucciso dal padre, la mamma: “Dolore devastante, non tornerò in quella casa”

Bambino ucciso dal padre a Viterbo: la madre non tornerà a casa. "Non riesco a pensare a cosa sia potuto succedere"

È devastata dal dolore Marjola Rapaj, la madre di Matias, il bambino ucciso dal padre in provincia di Viterbo lo scorso 16 novembre. “Non metterò mai più piede in quella casa, non voglio più entrarci” dice la donna in una intervista al Mattino, raccontando del dolore di queste due settimane. Originaria dell’Albania, Marjola ha 32 anni: è in Italia dal 2005 e ora vive a casa della sorella Marcela.

Bambino ucciso dal padre a Viterbo: parla la madre di Matias

“Sono stata dimessa dopo alcuni giorni di cure, anche da parte di un team di psicologi della Asl, ogni giorno mi accolgono in una casa protetta (un convento di suore) dove sono seguita dai servizi di assistenza del Comune. Io, in questo momento di grande dolore non sono in grado di poter spiegare quello che sto provando. C’è chi ci sta aiutando già adesso. Stanno facendo molto il sindaco Aquilani, che ci è stato molto vicino, e l’amico Maurizio Farnese per la sua vicinanza e la sua disponibilità”.

Non tornerà più a casa

“Sì… il dolore è devastante. Non tornerò più in quella casa, non voglio più entrarci. Non riesco a pensare a cosa sia potuto succedere quel giorno terribile lì dentro” ha dichiarato la donna.

Omicidio a Vetrella: bambino di 10 anni ucciso, arrestato il padre

Martedì piccolo Matias sarebbe stato prelevato a scuola alle 13.30 da un parente e portato a casa, una palazzina di due piani a Cura di Vetralla. Lì è stato ucciso con una coltellata. “Il padre del bambino è stato trovato privo di conoscenza in un’altra stanza dell’abitazione alla quale però, da qualche settimana, aveva il divieto di avvicinarsi” ha detto il colonnello Andrea Antonazzo, comandante provinciale dei carabinieri di Viterbo.

A trovare senza vita il figlio è stata proprio la mamma, rientrata intorno alle 15.30. I vicini, sentite le urla della donna, hanno chiamato i carabinieri. Vani i soccorsi per il piccolo. Mirko Tomkow è stato invece portato in ospedale in codice rosso e sono in corso gli esami tossicologici. Psicofarmaci o un cocktail di benzodiazepine e alcol, queste le ipotesi.

L’uomo, piantonato all’ospedale di Belcolle, è stato arrestato. I carabinieri impegnati nelle indagini stanno verificando se sia scappato dallo stesso nosocomio dove già era stato ricoverato per Covid o se invece, più probabile, sia stato dimesso nei giorni scorsi. “Sono assolutamente sconvolto per un omicidio così bestiale. Accanirsi contro un bambino di dieci anni lascia tutti sconcertati” commenta Giovanni Arena, sindaco di Viterbo. “Tutta la mia vicinanza al sindaco di Vetralla Sandrino Aquilani e alla comunità vetrallese – ha aggiunto Arena – che mai nella sua storia ha vissuto atrocità così violente”.

Tomkow e la madre del piccolo non erano ancora separati legalmente. Sono state presto smentite le prime indiscrezioni in merito al fatto che si sarebbe barricato in casa minacciando di far esplodere con il gas l’appartamento.

“Mirko Tomkow era violento”

In passato Mirko Tomkow era stato molto violento, sia con il ragazzino, sia con la donna, scrive il Corriere della Sera. Minacce e aggressioni reiterate che hanno spinto la moglie, Mariola, domestica albanese di 35 anni, a denunciarlo. Il suo obiettivo era quello di proteggere Matias e garantirgli un futuro sereno. Il caso era noto ai servizi sociali. L’escalation di violenza da parte del marito l’aveva spaventata. Al punto che si era raccomandata con il figlio Matias di non aprire la porta di casa, in una palazzina di due piani in stradone Luzi fino a quando non fosse tornata dal lavoro. A nessuno. La donna, ora sotto sedativi, non è ancora stata in grado di parlare con gli inquirenti.

Il sindaco di Vetralla Sandrino Aquilani ha decretato il lutto cittadino e organizzato una veglia di preghiera: “Il minimo che potevamo fare per onorare la memoria di quel povero bambino- dice il primo cittadino – Per noi la sua sembrava una famiglia normale, anche se il padre era conosciuto per alcuni comportamenti esagerati in piazza, soprattutto di notte. Colpa dell’alcol, mai però avremmo pensato a una conclusione tanto inaudita che adesso ci fa sentire davvero impotenti”. “Un tipo dalla birra facile”: descrivono così in paese Mirko Tomkow. Nessuno lo immaginava capace di uccidere il figlio di 10 anni. E’ ancora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Belcolle di Viterbo, privo di conoscenza.

La maestra: “Un bimbo di una dolcezza disarmante, solare e amato da tutti”

“Matias era un bambino delizioso, solare, così carino da essere disarmante. Era collaborativo, socievole e amato da tutti. È stata una tragedia inaspettata, non pensavamo potesse mai accadere una cosa del genere”. A parlare è Emilia, l’insegnante di Matias, il bambino ucciso con una coltellata alla gola. Indagato per la morte del piccolo il padre, Mirko Tomkow, che tempo prima aveva ricevuto un divieto di avvicinamento a Matias e alla moglie. “I compagni di classe in questo momento sono supportati da una psicologa che ci accompagnerà in un percorso per cercare di tirare fuori dai bambini le loro riflessioni”.

Matias ucciso dal padre che gli diceva: “Tua madre è una put…, le do fuoco poi mi uccido”

Al piccolo Matias diceva: “Tua madre è una putt…“.  La moglie era oggetto di continue minacce, che però non è riuscita mai a denunciare: “Ti do fuoco con la benzina e poi mi uccido anche io”, una delle frasi a lei rivolte dal compagno.

Mirko Tomkow martedì ha ucciso il figlio di appena 10 anni con una coltellata alla gola. Ma l’ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori è che forse l’obiettivo principale era proprio la mamma del bambino, che in quel momento, tuttavia, non era in casa. Lo scorso 10 settembre l’uomo è stato raggiunto da un divieto di avvicinamento alla compagna e al figlio e da un obbligo di allontanamento da casa.

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