Cronaca

Carabiniere ucciso a Roma, ecco le accuse ai giovani americani

Tentata estorsione, omicidio volontario, lesioni, porto ingiustificato di armi atte ad offendere, resistenza a pubblico ufficiale e una serie di aggravanti che il sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta ha messo nero su bianco firmando il decreto di convalida di perquisizione e sequestro a carico di Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth, i due ragazzi americani che, con le azioni compiute nella notte tra il 25 e il 26 luglio scorso, hanno ucciso a Roma il carabiniere Mario Rega Cerciello.

Le accuse per l’omicidio del carabiniere a Roma

Tra i capi di imputazione e le relative aggravanti ci sono i motivi abietti e futili, l’aver agito con crudeltà e premeditazione per assicurarsi l’impunità rispetto alla tentata estorsione.
Elder, 19 anni, il King of Nothing – così si autodefiniva sui social – che ha già confessato l’omicidio, era uscito dall’hotel Le Meridien con una lama di diciotto centimetri, ed è quella che ha usato per sferrare undici coltellate al vicebrigadiere. Un coltello serrated di tipo militare capace di affondare in un corpo umano come fosse burro, ed è questo infatti che ha dimostrato l’autopsia eseguita dal professore Antonio Grande dell’Istituto di medicina legale Sapienza: sarebbero bastati due degli undici fendenti ad uccidere il militare.

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