Cronaca

Condannato il latitante Massimo Riella, era evaso mentre pregava sulla tomba della madre

È stato condannato il latitante Massimo Riella, era evaso 5 mesi fa mentre pregava sulla tomba della madre. Oggi, il tribunale di Como ha emesso una condanna a nove anni e mezzo di reclusione per rapina nei confronti di Massimo Riella, un uomo di 49 anni originario di Gravedona, situato nella provincia di Como. Quest’uomo aveva guadagnato notorietà nell’opinione pubblica nel marzo del 2022, quando riuscì a sfuggire in modo sorprendente durante una visita alla tomba di sua madre, rimanendo latitante per un periodo di cinque mesi. Durante questo tempo, Riella si nascose dapprima nei boschi dell’Alto Lario e successivamente in Montenegro, dove alla fine fu arrestato nel luglio del 2022.

Condannato il latitante Massimo Riella, era evaso mentre era sulla tomba della madre

Riella è stato condannato per le accuse di rapina commessa all’interno dell’abitazione di due novantenni residenti a Consiglio di Rumo nell’ottobre del 2021. L’imputato aveva costantemente negato la sua colpevolezza in relazione a questo episodio, ma durante il processo emersero prove che collegavano il suo DNA a una mannaia ritrovata dai carabinieri all’interno della casa delle vittime.

Nonostante l’arresto legato a questa aggressione, Massimo Riella aveva persistito nella sua affermazione di innocenza e aveva sostenuto di essere fuggito per cercare i veri responsabili del reato. Nel marzo del 2022, era riuscito a farsi accompagnare alla tomba di sua madre a Brenzio, la cui morte risaliva solo a pochi mesi prima. Nel piccolo cimitero del suo paese, aveva trovato il modo di liberarsi dalle guardie carcerarie che lo stavano scortando, riuscendo poi a dileguarsi nei boschi. Qui aveva potuto contare sull’aiuto di conoscenti del luogo che gli fornirono rifugio e sostegno.

La fuga in Montenegro

Tuttavia, il suo tentativo di fuga lo portò in Montenegro, dove sperava di ottenere documenti falsi per una nuova identità. Purtroppo per lui, le autorità locali lo rintracciarono e lo arrestarono. La fedina penale di Massimo Riella è tutto fuorché immacolata, con una serie di precedenti penali che includono reati legati alla droga, alla caccia illegale e al possesso di armi.

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